Senza stare fermo
Oggi potremmo piacevolmente discorrere del tredicesimo anniversario delle elezioni politiche del 1994, le prime dopo il polverone di Tangentopoli e la caduta della prima Repubblica, quelle, tanto per capirsi, che portarono alla prima storica affermazione di Silvio Berlusconi, il più modesto dei politici nostrani, l’uomo che una volta disse di sé:” Hanno fatto una prova anche su di me, sulla mia funzionalità cerebrale e fisica e hanno deciso che sono un miracolo che cammina. ” (ANSA, 5 ottobre 2002, ore 19:33).
Ma visto che da quello choc non mi sono ancora ripreso, ed avevo diciot’anni e mezzo e furono le prime votazioni a cui partecipai, meglio parlarne in un’altra occasione, anzi mettiamoci per il momento una pietra su, un macigno magari…
Parliamo invece di un atleta. Il suo nome è Alessandro Villa, ha 26 anni e abita a Monza con la moglie e due figli piccoli. Alessandro ha compiuto un piccolo e personale record: l'11 marzo scorso è partito per gli Stati Uniti dove, con l'amico Kyle Bryant, ha percorso in poco più di una settimana in sella a una handbike, 770 chilometri, da Baton Rouge, nei pressi di New Orleans, a Memphis, dove ha partecipato al congresso nazionale della National Ataxia Foundation. Ma cosè una handbike? È una bicicletta a tre ruote che si spinge con le mani. E perché Alessandro usa questo bizzarro mezzo di locomozione? Perché è affetto dall'atassia di Friedreich (AF), una rara malattia neurologica degenerativa che implica la mancanza di coordinazione motoria e per la quale, al momento, non esiste una cura. Anche il suo amico Kyle soffre della medesima malattia.
A Baton Rouge, Alessandro è partito con Kyle, che però viaggiava su una Tribike che si spinge con le gambe, ed era molto più veloce. Così Alessandro gli ha detto di andare. "Lì sono cominciati i momenti duri" racconta Villa, e lo testimonia l'e-mail spedita agli amici il 20 marzo: "Ho tirato la handbike con la sedia attaccata dietro, due zaini, il pc e due magliette ma ce l'ho fatta. Ho pedalato sotto la pioggia, col vento, ho dormito in uno scatolone, poi in un lurido motel, poi con i vigili del fuoco. Me la son fatta sotto, ho vomitato e pianto dalla paura ma sono qui, ed ora mi concedo relax fino al congresso, poi voglio solo tornare dai miei bambini". Non sempre Alessandro ha trovato da dormire. "L'esperienza più brutta è stata in quel motel dopo Madison. Non vedevano di buon occhio la mia disabilità e non volevano che portassi la handbike in camera: ma io ne avevo bisogno, perché a bordo avevo il pc per le e-mail e il cellulare. La stanza era così piccola che per sistemarci la hb ho dovuto dormire con la porta aperta". Ma tante volte ha sperimentato l'ospitalità degli americani: "A Madison e a Clinton ho dormito nella caserma dei vigili del fuoco che mi hanno ospitato con molto calore. E tante volte, quando ero stanco, ho chiesto un passaggio per tirare il fiato qualche chilometro. Mi caricavano con quei loro grandi pick-up: dietro mettevano la hb e davanti me, sono stati davvero molto gentili". Ora Alessandro aspetta l'amico Kyle: stanno progettando un tour dell'Italia che l'americano non ha mai visitato: Venezia, Firenze, Roma, pedalando su tre ruote da una città all'altra. Certo… ammodernamenti stradali permettendo!
Oggi potremmo piacevolmente discorrere del tredicesimo anniversario delle elezioni politiche del 1994, le prime dopo il polverone di Tangentopoli e la caduta della prima Repubblica, quelle, tanto per capirsi, che portarono alla prima storica affermazione di Silvio Berlusconi, il più modesto dei politici nostrani, l’uomo che una volta disse di sé:” Hanno fatto una prova anche su di me, sulla mia funzionalità cerebrale e fisica e hanno deciso che sono un miracolo che cammina. ” (ANSA, 5 ottobre 2002, ore 19:33).
Ma visto che da quello choc non mi sono ancora ripreso, ed avevo diciot’anni e mezzo e furono le prime votazioni a cui partecipai, meglio parlarne in un’altra occasione, anzi mettiamoci per il momento una pietra su, un macigno magari…
Parliamo invece di un atleta. Il suo nome è Alessandro Villa, ha 26 anni e abita a Monza con la moglie e due figli piccoli. Alessandro ha compiuto un piccolo e personale record: l'11 marzo scorso è partito per gli Stati Uniti dove, con l'amico Kyle Bryant, ha percorso in poco più di una settimana in sella a una handbike, 770 chilometri, da Baton Rouge, nei pressi di New Orleans, a Memphis, dove ha partecipato al congresso nazionale della National Ataxia Foundation. Ma cosè una handbike? È una bicicletta a tre ruote che si spinge con le mani. E perché Alessandro usa questo bizzarro mezzo di locomozione? Perché è affetto dall'atassia di Friedreich (AF), una rara malattia neurologica degenerativa che implica la mancanza di coordinazione motoria e per la quale, al momento, non esiste una cura. Anche il suo amico Kyle soffre della medesima malattia.
A Baton Rouge, Alessandro è partito con Kyle, che però viaggiava su una Tribike che si spinge con le gambe, ed era molto più veloce. Così Alessandro gli ha detto di andare. "Lì sono cominciati i momenti duri" racconta Villa, e lo testimonia l'e-mail spedita agli amici il 20 marzo: "Ho tirato la handbike con la sedia attaccata dietro, due zaini, il pc e due magliette ma ce l'ho fatta. Ho pedalato sotto la pioggia, col vento, ho dormito in uno scatolone, poi in un lurido motel, poi con i vigili del fuoco. Me la son fatta sotto, ho vomitato e pianto dalla paura ma sono qui, ed ora mi concedo relax fino al congresso, poi voglio solo tornare dai miei bambini". Non sempre Alessandro ha trovato da dormire. "L'esperienza più brutta è stata in quel motel dopo Madison. Non vedevano di buon occhio la mia disabilità e non volevano che portassi la handbike in camera: ma io ne avevo bisogno, perché a bordo avevo il pc per le e-mail e il cellulare. La stanza era così piccola che per sistemarci la hb ho dovuto dormire con la porta aperta". Ma tante volte ha sperimentato l'ospitalità degli americani: "A Madison e a Clinton ho dormito nella caserma dei vigili del fuoco che mi hanno ospitato con molto calore. E tante volte, quando ero stanco, ho chiesto un passaggio per tirare il fiato qualche chilometro. Mi caricavano con quei loro grandi pick-up: dietro mettevano la hb e davanti me, sono stati davvero molto gentili". Ora Alessandro aspetta l'amico Kyle: stanno progettando un tour dell'Italia che l'americano non ha mai visitato: Venezia, Firenze, Roma, pedalando su tre ruote da una città all'altra. Certo… ammodernamenti stradali permettendo!
"Penso che talvolta i veri limiti esistano in chi ci guarda". (Candido Cannavò da “E li chiamano disabili”)
10 commenti:
...ah, quindi non sei tanto più grande di me....o forse sì.......anche a me piacerebbe fare un lungo viaggio.....ma lento...lentissimo....
andrea
www.wrong-.splinder.com
lento e lungo.. è il meglio..
robibandito
Cari And e Robibandito sono d'accordo con voi un viaggio è quello che ci vorrebbe, un viaggio ricco di parole e luoghi, gusti e odori, di carezze e adrenalina, ma tutto in modo lento, da sentire bene sulla pelle e nell'angolo più intimo dell'anima
felice di sapere che mi leggi ancora...sono lontano da milano, molto, ma appena posso cerco di passare da te..per ora ti lascio solo un grande abbraccio
Ieri sera uno dei ragazzi di Red Room mi ha portato il tuo "sorriso" Grazie!!! è davvero prezioso!
X Gio: proprio bello sapere che riesci a passare da queste frequenze....
X Effimeramente: lasciare traccie di sè serve a mantenersi Vivo, e poi mi sei simpatica!
.....un giretto lungo le coste...
ero andrea...
www.wrong-.splinder.com
comunque il libro è in stampa in questi giorni. metterò la pubblicità sul blog, eccetera, così mi dirai.
X And: Beh... ho sempre covato da ragazzino il pregetto diuna ciorcumnavigazione della costa italiana. X il libro appena posso me lo procuro e faccio un giro per vedere dove lo si può presentare. :-)
Sto guardando A walk on the moon,meraviglioso...un bacio ilbianconiglio
giusto ieri riflettevo,insomma,un amico per quante te ne possa fare è sempre un amico...
nn intendo cattiverie,ma cazzate,ritardi agli appuntamenti,incomprensioni,malintesi, sono sempre loro che però t fanno star bene
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