Arco d’amore
Care e cari Bloggers, rieccomi qui!
Sono passate circa 48 ore dal mio ritorno e di stare a Torino ne ho già quasi sopra i capelli!
Mi manca terribilmente il mare, il salato sulle labbra, la sabbia tra le mani che scorre rapida e secca, i gabbiani che stridono improvvisi, tanto che bisogna alzare la testa e vederli così, in volo con la loro elegante e plastica apertura alare, compiaciuti animali.
Mi manca percorrere l’Aurelia verso Alassio, così spettacolare mentre affronti curve vorticose, uno sguardo alla riga di mezzeria e un altro che balla dal panorama a strapiombo sul mare al lato nervoso della montagna…
Mi manca non avere fretta e ansie e qualcuno che ti rincorra con le sue raccomandazioni. Ma come ho già detto ad una persona autorevole: non sono nato marinaio, che ci posso fare?
Raccontare due settimane non è facile. Quindi vi racconto solo di una sera.
Io e alcuni miei colleghi decidiamo di andare a Laiguelia a vedere ed ascoltare uno dei concerti del PercFest, un festival di musica Jazz. Con noi portiamo alcuni dei nostri “ragazzi”. Tutti vestiti eleganti (per modo di dire… ma belli eravamo belli!) ci carichiamo sul furgone e con allegria ci dirigiamo verso Ponente. La strada, come detto è bellissima, scherziamo tra noi, ci raccontiamo aneddoti di quando eravamo tutti più giovani e da queste parti ci venivamo a ruota di familiari ed amici, tante estati fa.
Alessandra, una mia collega, con il suo inconfondibile “culo”, trova parcheggio praticamente a ridosso del centro storico. Incamminandoci per le vie strette del “Budello” laigueliese, notiamo come il tenore di vita dei villeggianti del luogo sia decisamente più abbiente di quelli di Loano, e qualche sguardo sorpreso e interrogativo si pone sulla nostra imprevedibile carovana. La piazzetta dove si tengono i concerti è ricavata tra il Budello e il lungomare, su di un lato ci sono i dehors di alcuni locali, per il resto è piuttosto anonima. Comunque è gremitissima, noi facciamo una leggera difficoltà a crearci un corridoio per passare con le carrozzine. Poi alla fine riusciamo a sistemarci all’estremità del palco. La visuale quindi è ottima.
Dopo poco salgono sul palco i due protagonisti che aspettiamo: Javier Girotto e Luciano Biondini. Argentino e sassofonista/clarinettista il primo, Italiano e fisarmonicista il secondo.
Iniziano il loro concerto.
Ed è incantevole ed emozionante ascoltare i contrappunti dei fiati, carichi di vigore magico fin quasi, a volte, al cupo (c’è forse il grido di un desaparecido dietro?), e della fisarmonica, altamente ritmica e che fa sentire a tutti il suo elastico respiro, che si accompagnano, si separano, compiono assoli, si rincontrano, come in una arco d’amore.
Voi avete presente un arco d’amore?
Pensate alla vostra storia d’amore più importante, emozionante, sofferta, passionevole, maledetta che avete vissuta, ed ecco che avete capito cos’è un arco d’amore.
Alessandro, uno dei nostri ragazzi, era per la prima volta ad un concerto. Era chiaramente, teso, un po’ spaventato dal caos di persone, la bocca inclinata in una smorfia di ansiosa interrogazione, poi con l’andare delle note, si è lasciato andare, ogni tanto passavo la mia mano sul suo petto o dietro la sua schiena, per fargli capire la mia presenza, che non si preoccupasse, vedevo la pelle del volto ammorbidirsi, lanciarsi in alcuni sorrisi, il suo respiro era regolare, si faceva cullare dalla conversazione intima dei due musicisti, dalla loro sensibilità e dal loro talento.
Finito il concerto, ci siamo fatti ancora un giro per il centro storico, e fermati in un bar, abbiamo bevuto qualcosa per bagnare degnamente la serata. Io ho assaggiato un Calvados. Il desiderio mi era venuto dal fatto che stavo leggendo “La verità dell’Alligatore” di Carlotto. Il protagonista del libro si scola litri di questo liquore per tutta la narrazione, e così ho voluto provare anch’io. E non mi è dispiaciuto.
Poi il rientro e la nanna.
Sono state giornate anche faticose, con qualche contrattempo, con meno sole di quello che avremmo voluto. Ma i nostri ragazzi sono stati bene, c’era tanta allegria e tenerezza.
E un po’ tutti non cerchiamo altro.
Ed è incantevole ed emozionante ascoltare i contrappunti dei fiati, carichi di vigore magico fin quasi, a volte, al cupo (c’è forse il grido di un desaparecido dietro?), e della fisarmonica, altamente ritmica e che fa sentire a tutti il suo elastico respiro, che si accompagnano, si separano, compiono assoli, si rincontrano, come in una arco d’amore.
Voi avete presente un arco d’amore?
Pensate alla vostra storia d’amore più importante, emozionante, sofferta, passionevole, maledetta che avete vissuta, ed ecco che avete capito cos’è un arco d’amore.
Alessandro, uno dei nostri ragazzi, era per la prima volta ad un concerto. Era chiaramente, teso, un po’ spaventato dal caos di persone, la bocca inclinata in una smorfia di ansiosa interrogazione, poi con l’andare delle note, si è lasciato andare, ogni tanto passavo la mia mano sul suo petto o dietro la sua schiena, per fargli capire la mia presenza, che non si preoccupasse, vedevo la pelle del volto ammorbidirsi, lanciarsi in alcuni sorrisi, il suo respiro era regolare, si faceva cullare dalla conversazione intima dei due musicisti, dalla loro sensibilità e dal loro talento.
Finito il concerto, ci siamo fatti ancora un giro per il centro storico, e fermati in un bar, abbiamo bevuto qualcosa per bagnare degnamente la serata. Io ho assaggiato un Calvados. Il desiderio mi era venuto dal fatto che stavo leggendo “La verità dell’Alligatore” di Carlotto. Il protagonista del libro si scola litri di questo liquore per tutta la narrazione, e così ho voluto provare anch’io. E non mi è dispiaciuto.
Poi il rientro e la nanna.
Sono state giornate anche faticose, con qualche contrattempo, con meno sole di quello che avremmo voluto. Ma i nostri ragazzi sono stati bene, c’era tanta allegria e tenerezza.
E un po’ tutti non cerchiamo altro.
10 commenti:
Il mare dava la giusta cornice vacanziera, ma a me pare che la cosa bella stesse nei rapporti umani tra di voi.
Sicuramente tra noi e i ragazzi c'è stato un buon clima, non altrettanto tra noi operatori dell'èquipe, un paio di scazzi che non sto neanche a raccontare per la loro iniquità, ma che per qualcuno sembravano essere questioni vitali.....
sti operatori....anche con mia madre ..si scazzano tra di loro ...ma perchè?
robibandito
...ecccomi qui...è un po' dura per il computerino entrare in blogspot...ma ce l'ho fatta.......sto cercando di riabituarmi all'italia...ma con questa dannata pioggia da 3 giorni...
and
www.wrong-.splinder.com
X Robibandito: stress, insoddisfazione, problemi familiari, antipatia, ecc... è un lavoro anche questo...
X And: Qui oggi invece c'è un vento che se pesi meno di 50 kili allora è meglio che stai a casa!
hai figli?
rob.
Niente prole... per adesso.
ho vissuto a Torino per vent'anni ho atraverso gli anni sessanta e settant. un certo tipo di industrilaizzazione poteva andar ben ..però quella di adesso mi fa schifo
inutile , odiali qua in Vento non fanno che costruire
dicono che i comuni sono senza soldi però io vedo sfecciare molte donne in gipponi e macchinone roba da 40 a 80 mila euro..
che tassino lor e allora isoldi si trovano...
robibandito
E'vero, sono le cose semplici le più belle e importanti........
yoo... funny ))
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