Subacqueo.
Cerchiamo di capirci, io sono quello che più lontano si possa immaginare da un’atleta. Anche se mi piace lo sport e quando posso cerco di muovermi, non è che quando poi lo pratico mi faccio un granché onore…
Comunque stamattina sono andato in piscina con Ester ed Andrea, che sono due ragazzi che frequentano il centro in cui lavoro; siam partiti allegramente col furgone e allegramente siam arrivati in questo impianto della semiperiferia Torinese, con i muri esterni cosparsi da scritte dei tifosi di estrema destra della Juve e da semi graffiti di Writers alle prime armi. Fare nuoto insieme a persone come Ester ed Andrea può essere piuttosto complicato e un po’ faticoso, li devi aiutare a svestirsi, a mettersi il costume, li accompagni in vasca, e poi cerchi di fargli fare un minimo di movimento in acqua. Anni fa in un seminario di “disabilità e sport” sentii dire da un conferenziere che Sport è movimento e movimento è salute. Piuttosto banale, no? Ma in quel contesto la frase sottolineava che l’integrazione di chi è diverso passa inequivocabilmente da ciò che è più normale per chiunque noi.
Comunque Ester ed Andrea possono anche sapersi muovere in vasca senza stargli particolarmente alle calcagna, hanno il loro bel ciambellone giallo e bianco sotto le ascelle e con il loro ritmo vanno avanti ed indietro per la corsia; ogni tanto Andrea si ferma, distratto da chi nuota nelle altre corsie, o dagli operatori e bagnini a bordo vasca, allora aspettato un po’ lo richiamo e lui, dopo una pernacchia, riprende la sua nuotata.
A volte mi faccio sprofondare nell’acqua, sento le orecchie tapparsi, i suoni della piscina da rimbombati diventano rarefatti, i capelli che fuoriescono dalla cuffia mi sembrano diventare fili sottilissimi come capillari, sento la schiena sospendersi nel nulla, fino a quando la forza di gravità mi risputa fuori. Ed è uno dei pochi momenti che mi sento libero, leggero e con l’anima sgombra da quelle tensioni che spesso sento.
Poi suona la campanella, il nostro tempo è finito. Nello spogliatoio ci facciam la doccia. Schizzo d’acqua con il getto flessibile i due ragazzi, Andrea che non sa parlare, ride e tira fuori la lingua, anche Ester ride ma mi dice anche “a-culo”, che non vi sto a spiegare perché si capisce, dopo ci asciughiamo, ci rivestiamo e torniamo col furgone al centro. Di solito con un bel po’ di fame. Io ogni tanto mi annuso le mani, mi piace l’odore di cloro, forse ne mettono un po’ troppo, ma mamma mia mi piace davvero. Sono un po’ come quelli che annusano la colla quando fanno modellismo.. un po’ vizioso, no?
Cerchiamo di capirci, io sono quello che più lontano si possa immaginare da un’atleta. Anche se mi piace lo sport e quando posso cerco di muovermi, non è che quando poi lo pratico mi faccio un granché onore…
Comunque stamattina sono andato in piscina con Ester ed Andrea, che sono due ragazzi che frequentano il centro in cui lavoro; siam partiti allegramente col furgone e allegramente siam arrivati in questo impianto della semiperiferia Torinese, con i muri esterni cosparsi da scritte dei tifosi di estrema destra della Juve e da semi graffiti di Writers alle prime armi. Fare nuoto insieme a persone come Ester ed Andrea può essere piuttosto complicato e un po’ faticoso, li devi aiutare a svestirsi, a mettersi il costume, li accompagni in vasca, e poi cerchi di fargli fare un minimo di movimento in acqua. Anni fa in un seminario di “disabilità e sport” sentii dire da un conferenziere che Sport è movimento e movimento è salute. Piuttosto banale, no? Ma in quel contesto la frase sottolineava che l’integrazione di chi è diverso passa inequivocabilmente da ciò che è più normale per chiunque noi.
Comunque Ester ed Andrea possono anche sapersi muovere in vasca senza stargli particolarmente alle calcagna, hanno il loro bel ciambellone giallo e bianco sotto le ascelle e con il loro ritmo vanno avanti ed indietro per la corsia; ogni tanto Andrea si ferma, distratto da chi nuota nelle altre corsie, o dagli operatori e bagnini a bordo vasca, allora aspettato un po’ lo richiamo e lui, dopo una pernacchia, riprende la sua nuotata.
A volte mi faccio sprofondare nell’acqua, sento le orecchie tapparsi, i suoni della piscina da rimbombati diventano rarefatti, i capelli che fuoriescono dalla cuffia mi sembrano diventare fili sottilissimi come capillari, sento la schiena sospendersi nel nulla, fino a quando la forza di gravità mi risputa fuori. Ed è uno dei pochi momenti che mi sento libero, leggero e con l’anima sgombra da quelle tensioni che spesso sento.
Poi suona la campanella, il nostro tempo è finito. Nello spogliatoio ci facciam la doccia. Schizzo d’acqua con il getto flessibile i due ragazzi, Andrea che non sa parlare, ride e tira fuori la lingua, anche Ester ride ma mi dice anche “a-culo”, che non vi sto a spiegare perché si capisce, dopo ci asciughiamo, ci rivestiamo e torniamo col furgone al centro. Di solito con un bel po’ di fame. Io ogni tanto mi annuso le mani, mi piace l’odore di cloro, forse ne mettono un po’ troppo, ma mamma mia mi piace davvero. Sono un po’ come quelli che annusano la colla quando fanno modellismo.. un po’ vizioso, no?
7 commenti:
Ciao, ho visto che sei passato da me.
Ti faccio un saluto veloce, vista l'ora e ripasserò al più presto, per leggere il tuo blog con più attenzione.
A presto.
Byez
io sono anni che mi dico che dovrei andare in piscina, ma a me il cloro non piace proprio, rovina i capelli. Magari adesso mi iscrivo da qualche parte, così esco un po' di casa e non sto qua a cercare Mia in ogni angolo in ogni momento.
...io un po' odio la piscina, per rifarmi il fisico e la bocca, da ragazizno tutte le domeniche con un insegnante privato, che lo becco los trozzo...adoro il mare, ci vivrei in mezzo...ma il cloro no...tu lavori coi disabili?...io ci ho lavorato per 6 anni e mi sa che ho fatot una cazzata a mollarli...ma adesso non si può tornare indietro...
andrea
www.wrong-.splinder.com
Che bello questo post.
Io la piscina la escludo, troppo pigra, e poi dovrei sempre farmi la piega... :-)
X Stella Vale e Banda Bassotti: non abbiate timore di mettere in pericolo la vostra femminilità, anzi....il nuoto rassoda i glutei!!!!! Comunque io da piccolo piangevo solo a sentirlo dire il nome "nuoto" proprio m'infastidivo sentire la presenza dell'acqua sul volto.... ero un po' selvatico, direi!
dovrei anche aggiungere che non so nuotare un granchè bene: sto più o meno a galla (ma più nell'acua marina che è più denza), nuoto in stile "cane", non riesco a tenere gli occhi aperti e quindi vado a zig zag...
Anche a me piace annusare.
L'odore della benzina, per esempio.
O quello dei colori a olio.
A volte certi odori ti s'infilano in testa, più dei profumi.
E vanno nei pensieri e arrivano piccole slavine di ricordi.
Come a settembre, quando inizia la "puzza" di scuola, di libri ancora sigillati, di matite nuove.
Anche il cloro mi piace ma, nelle piscine, ne mettono sempre meno.
Usano quel-nuovo-prodotto-tedesco- che-non-disinfetta-granchè-ma-fa-meno-male.
Nelle piscine dove nuotano i ragazzi che possono essere incontinenti -invece- ne usano di più.Giaggià.
Anche io lavoro in un centro socio terapeutico.(Ma va!??)
Anche io sono stata in piscina.
Non mi sono annusata le mani, però!
Mi sono addirittura assaporata il gusto sulle labbra.
...ancora più viziosa, no?
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