Ma te lo ricordi il Metal?
Oggi è stata una giornata non troppo vivace a lavoro, passata a seguire il lato sanitario ed assistenziale più che altro. Ovvio che tornando a casa ero abbastanza contento di andare incontro ad un fine settimana che spero sia divertente e rilassante. Così montato in macchina (purtroppo per ragioni di servizio non sono riuscito a ad usare la bici questa settimana) sintonizzo la mia autoradio su RadioBlackOut, la radio dei Centri Sociali Antagonisti, ed ecco diffondersi una serie di arpeggi prima di chitarra acustica e poi di elettrica, che inizialmente si alternano e poi si accavallano prima che una voce inconfondibile attacchi un cantato piuttosto serrato…. “Fade to Black” dei Metallica!!!!! Avevo sedici anni la prima volta che la sentii, e non era già recente. Un piccolo tuffo al cuore. Quella parentesi adolescenziale tra i 15 e 19 anni passata tra l’ascolto di cassette registrate in modo scadente e letture di giornali patinati tipo “Metal Shock” e “Metal Hammer”, andavo in giro con il “chiodo” o un guibbino di Jeans con la toppa dei “Led Zeppelin”, addirittura avevo deciso di fondare un gruppo Metalpunkhardcore con alcuni ragazzi conosciuti a scuola, avrei dovuto essere il bassista ed il cantante, poi appena preso in mano una chitarra capii che il mio talento musicale equivaleva alla temperatura di Reykiavjk in gennaio, sotto lo zero! Crebbi e come passarono i brufoli, la cotta per la compagna di banco, la paura per le interrogazioni del lunedì, le partite di pallone “facciamo che vince chi arriva primo a venti gol?” del sabato pomeriggio, passò anche quel desiderio d’identità che mi portò ad indossare per un semestre intero solo magliette degli Iron Maiden sotto gl’immanchevoli camicioni a quadrettoni che avevo preso a mio padre.
Ma guarda… quando pensi ormai di essere un uomo fatto, maturo, stabile, un capofamiglia giusto ma risoluto, bastano poche note rockettare di metà anni ’80 per farti diventare un commosso ragazzino che guidando la macchina grida a squarciagola “Heavy Metal is the law!!!!”, vecchio urlo di battaglia di una compagnia di sbarbi che prendeva la mattina il bus per andare all’ ITIS “G.B. Bodoni” nella prima metà degli anni ’90.
E per fortuna non ho ascoltato i “Village People” o i “Bronski Beat”
Oggi è stata una giornata non troppo vivace a lavoro, passata a seguire il lato sanitario ed assistenziale più che altro. Ovvio che tornando a casa ero abbastanza contento di andare incontro ad un fine settimana che spero sia divertente e rilassante. Così montato in macchina (purtroppo per ragioni di servizio non sono riuscito a ad usare la bici questa settimana) sintonizzo la mia autoradio su RadioBlackOut, la radio dei Centri Sociali Antagonisti, ed ecco diffondersi una serie di arpeggi prima di chitarra acustica e poi di elettrica, che inizialmente si alternano e poi si accavallano prima che una voce inconfondibile attacchi un cantato piuttosto serrato…. “Fade to Black” dei Metallica!!!!! Avevo sedici anni la prima volta che la sentii, e non era già recente. Un piccolo tuffo al cuore. Quella parentesi adolescenziale tra i 15 e 19 anni passata tra l’ascolto di cassette registrate in modo scadente e letture di giornali patinati tipo “Metal Shock” e “Metal Hammer”, andavo in giro con il “chiodo” o un guibbino di Jeans con la toppa dei “Led Zeppelin”, addirittura avevo deciso di fondare un gruppo Metalpunkhardcore con alcuni ragazzi conosciuti a scuola, avrei dovuto essere il bassista ed il cantante, poi appena preso in mano una chitarra capii che il mio talento musicale equivaleva alla temperatura di Reykiavjk in gennaio, sotto lo zero! Crebbi e come passarono i brufoli, la cotta per la compagna di banco, la paura per le interrogazioni del lunedì, le partite di pallone “facciamo che vince chi arriva primo a venti gol?” del sabato pomeriggio, passò anche quel desiderio d’identità che mi portò ad indossare per un semestre intero solo magliette degli Iron Maiden sotto gl’immanchevoli camicioni a quadrettoni che avevo preso a mio padre.
Ma guarda… quando pensi ormai di essere un uomo fatto, maturo, stabile, un capofamiglia giusto ma risoluto, bastano poche note rockettare di metà anni ’80 per farti diventare un commosso ragazzino che guidando la macchina grida a squarciagola “Heavy Metal is the law!!!!”, vecchio urlo di battaglia di una compagnia di sbarbi che prendeva la mattina il bus per andare all’ ITIS “G.B. Bodoni” nella prima metà degli anni ’90.
E per fortuna non ho ascoltato i “Village People” o i “Bronski Beat”
2 commenti:
la musica che si ascolta da adolescenti rimane impressa più di qualsiasi altra, sarà perchè si mescola con le emozioni più forti e burrascose. Ancora adesso una vecchia canzone dei Duran Duran mi fa emozionare, è diventato istintivo.
Bella fade to black!
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