Buon compleanno Vecchio Cuore Granata!
Non ci voglio girare troppo sopra. Ieri il gol dell’Empoli c’era. Ma l’arbitro non l’ha visto, e di certo non apposta. Non siamo mica la juve noi. Ci è semplicemente andata bene. Cosa non proprio abituale nei cento anni del Toro compiuti ieri.
Partiamo per ordine.
Ieri pomeriggio arrivo di fretta allo stadio, sento da corso Agnelli la voce di Chiambretti che accende gli animi dei presenti all’Olimpico-Comunale (nuova e vecchia dicitura dell’impianto calcistico che in verità si chiamò originariamente come… beh ve lo lascio indovinare, era il 1934, e “lui” appariva in ogni dove con la sua mascella volitiva… vi do una mano, non era Berlusconi, ma quasi…), appena supero i controlli di rito di abbonamento e perquisa dei celerini (molto soft, non si sono neppure accorti del moschetto del mio trisavolo garibaldino che tengo come portachiavi… scherzo!), faccio in tempo a comprare una spillina del centenario del Toro, e salgo le scale che portano alla Curva Maratona, covo dei tifosi granata più sanguigni. Mi affaccio e… non vedo nulla! Non nel senso che la mia visuale mi offre il vuoto, bensì l’incontrario. Un muro umano gremisce la curva in ogni dove, per guardare in direzione del campo e capire che succede, devo arrampicarmi letteralmente sui gradini che dal primo anello portano al secondo, e farmi maschiamente largo per far sbucare la mia testa tra gli altri tifosi (alla faccia del decreto Pisanu!), appena sotto le insegne degli “Fedelissimi”, in quel momento Chiambretti (non mi sta molto simpatico, è tanto cabinotto, modo torinese per indicare i figli di papà che vivono la collina, e si atteggia a “sinistroso”, mentre riempie i suoi ristoranti di lavoratori precari), sta premiando tre arzilli signori dalle teste d’argento, sono Tomà, Gandolfi e Audisio. So che a voi son tre nomi che non dicono molto, ma a me vengono i brividi a sentirli perché sono tre reduci del glorioso periodo del Grande Torino, scampati in vario modo alla tragedia che il 4 maggio del 1949, chiuse la leggenda della squadra “che solo il fato la vinse” come si diceva allora, Tomà infatti fu ceduto in prestito all’inizio della stagione 48-49 dopo aver fatto parte della rosa titolare l’anno prima, Gandolfi era il portiere di riserva, ma un banale infortunio lo fece rimanere a Torino mentre la squadra andò a Lisbona per un’amichevole al cui ritorno si schiantò con l’aereo sulla parete della basilica di Superga, Audisio era un giovane della squadra ragazzi che giocò, segnando anche un gol, i quattro incontri del campionato di serie A, tutti vinti tra l’altro, al posto dei titolari. Lo stadio li ha accolti con un grido inequivocabile: Campioni, Campioni! Poi è toccato alla passerella di 100 ex-giocatori del Toro a partire da Enrico Annoni, detto Tarzan, ruvido quanto efficace stopper degli anni ’90, idolo della curva per i suoi modi arcigni, al pari di un altro festeggiatissimo terzino, Pasquale Bruno, detto ‘o Animale, che in un derby contro la Juve dovette essere portato fuori di peso da Lentini, dal massaggiatore, da 12 carabinieri, da 23 volontari della croce rossa, 8 controllori del bus, 3 preti esorcisti, 2 boy-scout e mio zio che passava da lì. Motivo? Contestava l’arbitro per una espulsione. Elencare tutti i nomi sarebbe troppo lungo, vi annoiereste, e tra l’altro non me li ricordo tutti. Sappiate che le ovazioni più sentite se le sono beccate alcuni idoli come Marco Ferrante, Ruggiero Rizzitelli, Nestor Combin, Aldo Agroppi, Giacomo Ferri, Massimo Marazzina, Eraldo Pecci, Luca Marcheggiani, Roberto Rosato, Cesare Maldini, Rafael Martin Vasquez, Claudio Sala, Renato Zaccarelli, Ciccio Graziani, Natalino Fossati, Beppe Dossena, Angelo Cereser, Dennis Law, Pietro Mariani e gli ex allenatori Gustavo Giagnoni, Camolese, Gianni De Biasi e ovviamente gli ultimi due ad apparire sul palcoscenico messo a centrocampo: Leovegildo Lins Gama detto “Junior” e Paolo Pulici, il primo è stato uno dei calciatori brasiliani più forti di sempre, e sicuramente la stella verdeoro, al pari di Zico, degli anni ’80, che in tre stagioni al Toro fece ballare la samba a tutta la Torino granata, l’altro…. Paolino è con 171 gol in 433 partite il cannoniere più prolifico in maglia granata, oltre che uno dei più presenti col club, grande anima granata, torna spesso a giocare partite benefiche con la maglia delle vecchie glorie, amatissimo dai tifosi (vi basti pensare che Sergio Berardo, il leader della band folk-rock dei Lou Dalfin, suona spesso con una ghironda autografata da Paolo Pulici). Appena prima di loro sono stati premiati i parenti di Valentino Mazzola, capitano del grande Torino, Gigi Meroni, formidabile ala destra e personaggio anticonformista (ascoltava jazz e Beatles, dipingeva, vestiva stravaganti abiti disegnati da lui stesso, conviveva in una mansarda con una donna già sposata, cose anche normali oggi, meno nell’italietta degli anni ’60, morì investito il 15 ottobre 1967, mentre usciva da un bar), Giorgio Ferrini ,amatissimo capitano che giocò nel Toro dal 1960 al 1975, collezionando 443 gare (di cui 405 in serie A e 39 gol), giocatore con più presenze ufficiali con la maglia granata, anche lui sfortunatissimo (morì l’8 Novembre 1976 a soli 37 anni, pochi mesi dopo il suo ritiro, da allenatore in seconda del Torino nell'anno in cui i granata tornano, ironia del destino, a cucirsi lo scudetto sul petto) e Orfeo Pianelli, presidente del Toro dal 26 febbraio 1963 al 21 maggio 1982, l’ultimo a conquistare uno scudetto.
Poi foto di gruppo, camminata lungo il perimetro del campo, con omaggio alla curva Maratona, applausi, commozione, slogan, ecc…
Poi la partita con l’Empoli, io scendo e riesco a mettermi tranquillo a metà quasi del primo anello, posso vedermi abbastanza da vicino i giocatori, e inoltre posso ricongiungermi con i miei amici. Niente di chè il match, le difese chiudono ogni spazio, un paio di buone occasioni per noi e per loro nel primo tempo, un paio di tiri fuori di Abbruscato (ma quando si deciderà a buttarla dentro in serie A?) nel secondo tempo, poi il gol empolese non visto dall’arbitro e all’88° il tiro di Comotto che finisce dritto sotto l’incrocio dei pali. E io che salto come un pazzo insieme a Luca, Alessandro, Manuela, Fabio e Nando e agli altri 22662 cuori granata che sono lì a godersi un’indimenticabile domenica. Vinciamo 1 a 0, soffrendo come matti, ma siamo il Toro, e ci va bene così.
Partiamo per ordine.
Ieri pomeriggio arrivo di fretta allo stadio, sento da corso Agnelli la voce di Chiambretti che accende gli animi dei presenti all’Olimpico-Comunale (nuova e vecchia dicitura dell’impianto calcistico che in verità si chiamò originariamente come… beh ve lo lascio indovinare, era il 1934, e “lui” appariva in ogni dove con la sua mascella volitiva… vi do una mano, non era Berlusconi, ma quasi…), appena supero i controlli di rito di abbonamento e perquisa dei celerini (molto soft, non si sono neppure accorti del moschetto del mio trisavolo garibaldino che tengo come portachiavi… scherzo!), faccio in tempo a comprare una spillina del centenario del Toro, e salgo le scale che portano alla Curva Maratona, covo dei tifosi granata più sanguigni. Mi affaccio e… non vedo nulla! Non nel senso che la mia visuale mi offre il vuoto, bensì l’incontrario. Un muro umano gremisce la curva in ogni dove, per guardare in direzione del campo e capire che succede, devo arrampicarmi letteralmente sui gradini che dal primo anello portano al secondo, e farmi maschiamente largo per far sbucare la mia testa tra gli altri tifosi (alla faccia del decreto Pisanu!), appena sotto le insegne degli “Fedelissimi”, in quel momento Chiambretti (non mi sta molto simpatico, è tanto cabinotto, modo torinese per indicare i figli di papà che vivono la collina, e si atteggia a “sinistroso”, mentre riempie i suoi ristoranti di lavoratori precari), sta premiando tre arzilli signori dalle teste d’argento, sono Tomà, Gandolfi e Audisio. So che a voi son tre nomi che non dicono molto, ma a me vengono i brividi a sentirli perché sono tre reduci del glorioso periodo del Grande Torino, scampati in vario modo alla tragedia che il 4 maggio del 1949, chiuse la leggenda della squadra “che solo il fato la vinse” come si diceva allora, Tomà infatti fu ceduto in prestito all’inizio della stagione 48-49 dopo aver fatto parte della rosa titolare l’anno prima, Gandolfi era il portiere di riserva, ma un banale infortunio lo fece rimanere a Torino mentre la squadra andò a Lisbona per un’amichevole al cui ritorno si schiantò con l’aereo sulla parete della basilica di Superga, Audisio era un giovane della squadra ragazzi che giocò, segnando anche un gol, i quattro incontri del campionato di serie A, tutti vinti tra l’altro, al posto dei titolari. Lo stadio li ha accolti con un grido inequivocabile: Campioni, Campioni! Poi è toccato alla passerella di 100 ex-giocatori del Toro a partire da Enrico Annoni, detto Tarzan, ruvido quanto efficace stopper degli anni ’90, idolo della curva per i suoi modi arcigni, al pari di un altro festeggiatissimo terzino, Pasquale Bruno, detto ‘o Animale, che in un derby contro la Juve dovette essere portato fuori di peso da Lentini, dal massaggiatore, da 12 carabinieri, da 23 volontari della croce rossa, 8 controllori del bus, 3 preti esorcisti, 2 boy-scout e mio zio che passava da lì. Motivo? Contestava l’arbitro per una espulsione. Elencare tutti i nomi sarebbe troppo lungo, vi annoiereste, e tra l’altro non me li ricordo tutti. Sappiate che le ovazioni più sentite se le sono beccate alcuni idoli come Marco Ferrante, Ruggiero Rizzitelli, Nestor Combin, Aldo Agroppi, Giacomo Ferri, Massimo Marazzina, Eraldo Pecci, Luca Marcheggiani, Roberto Rosato, Cesare Maldini, Rafael Martin Vasquez, Claudio Sala, Renato Zaccarelli, Ciccio Graziani, Natalino Fossati, Beppe Dossena, Angelo Cereser, Dennis Law, Pietro Mariani e gli ex allenatori Gustavo Giagnoni, Camolese, Gianni De Biasi e ovviamente gli ultimi due ad apparire sul palcoscenico messo a centrocampo: Leovegildo Lins Gama detto “Junior” e Paolo Pulici, il primo è stato uno dei calciatori brasiliani più forti di sempre, e sicuramente la stella verdeoro, al pari di Zico, degli anni ’80, che in tre stagioni al Toro fece ballare la samba a tutta la Torino granata, l’altro…. Paolino è con 171 gol in 433 partite il cannoniere più prolifico in maglia granata, oltre che uno dei più presenti col club, grande anima granata, torna spesso a giocare partite benefiche con la maglia delle vecchie glorie, amatissimo dai tifosi (vi basti pensare che Sergio Berardo, il leader della band folk-rock dei Lou Dalfin, suona spesso con una ghironda autografata da Paolo Pulici). Appena prima di loro sono stati premiati i parenti di Valentino Mazzola, capitano del grande Torino, Gigi Meroni, formidabile ala destra e personaggio anticonformista (ascoltava jazz e Beatles, dipingeva, vestiva stravaganti abiti disegnati da lui stesso, conviveva in una mansarda con una donna già sposata, cose anche normali oggi, meno nell’italietta degli anni ’60, morì investito il 15 ottobre 1967, mentre usciva da un bar), Giorgio Ferrini ,amatissimo capitano che giocò nel Toro dal 1960 al 1975, collezionando 443 gare (di cui 405 in serie A e 39 gol), giocatore con più presenze ufficiali con la maglia granata, anche lui sfortunatissimo (morì l’8 Novembre 1976 a soli 37 anni, pochi mesi dopo il suo ritiro, da allenatore in seconda del Torino nell'anno in cui i granata tornano, ironia del destino, a cucirsi lo scudetto sul petto) e Orfeo Pianelli, presidente del Toro dal 26 febbraio 1963 al 21 maggio 1982, l’ultimo a conquistare uno scudetto.
Poi foto di gruppo, camminata lungo il perimetro del campo, con omaggio alla curva Maratona, applausi, commozione, slogan, ecc…
Poi la partita con l’Empoli, io scendo e riesco a mettermi tranquillo a metà quasi del primo anello, posso vedermi abbastanza da vicino i giocatori, e inoltre posso ricongiungermi con i miei amici. Niente di chè il match, le difese chiudono ogni spazio, un paio di buone occasioni per noi e per loro nel primo tempo, un paio di tiri fuori di Abbruscato (ma quando si deciderà a buttarla dentro in serie A?) nel secondo tempo, poi il gol empolese non visto dall’arbitro e all’88° il tiro di Comotto che finisce dritto sotto l’incrocio dei pali. E io che salto come un pazzo insieme a Luca, Alessandro, Manuela, Fabio e Nando e agli altri 22662 cuori granata che sono lì a godersi un’indimenticabile domenica. Vinciamo 1 a 0, soffrendo come matti, ma siamo il Toro, e ci va bene così.
Se siete arrivati alla fine di questo post allora dovete per forza beccarvi anche il coro finale che fa:
Là dove andrai… sempre saremo
Questa bandiera…. mai lasceremo
Quella granata…. È la tua gente
Che ti accompagna… e tifa da sempre
COL CALOR!! COL CALOR!! COL CALOR!! COL CALOR!! COL CALOR!! COL CALOOOOOR!!
Sono cent’anni…. che stiamo insieme
Sei la mia vita…. Sei la mia fede
Quella granata.... è la tua gente
Che ti accompagna…. e canta da sempre
TORO ALÈ!! TORO ALÈ!! TORO ALÈ!! TORO ALÈ!! TORO ALÈ!! TORO ALÈ!!
TORO ALÈ!! TORO ALÈ!!
Sei la mia vita…. Sei la mia fede
Quella granata.... è la tua gente
Che ti accompagna…. e canta da sempre
TORO ALÈ!! TORO ALÈ!! TORO ALÈ!! TORO ALÈ!! TORO ALÈ!! TORO ALÈ!!
TORO ALÈ!! TORO ALÈ!!
7 commenti:
Ma noooooo calcio no...il nemico,è stato uno dei miei più grandi nemici, ora no...non ho nemmeno più la tv...e non mi sono più innamorata di ragazzi che amano il calcio...fiùùùù
un bacione jean
Cara Jean, capisco che è già dura scoprire che il tuo uomo ti tradisca, anche occasionabilmente, con una donna, ed è ancora peggio quando il tuo lui ti preferisce per un ora e mezza, in modo sistematico ogni domenica, ma possono esserci anche le coppe in mezzo alla settimana, con 11 uomini, ma mettiamoci anche le 7 riserve e l'allenatore.
Ma visto che in curva la presenza femminile è molto cospicua, vieni anche tu, potrai discorrere di argomenti da donna con le tue migliori amiche e d allenare l'ugola all'aria aperta....
.....granata......accidenti...
and
www.wrong-.splinder.com
cavoli, mi son commossa.
Ma questo non e' calcio, e' sport, va al di la'...
al di la' di quella lagna insopportabile e rincretinente che e' il calcio. Perche' pure io il calcio non lo sopporto!! Basta non se ne puo' piu'! eliminatelo dal mondo! Tanto e' una porcilaia e pure diseducativo.
ma i granata fanno tenerezza, dai... :)
X Andrea: ebbene sì sono un granata! E che volevate di più da un ragazzo di periferia a cui non sta mai bene niente....
X Banda bassotti: se ti riferisci alla tenerezza alla Che Guevara mi va anche bene, ma non esageriamo, non son mica un cucciolo di pastore maremmano... Noi del Toro conserviamo rabbia, passione, fede e ironia, genuinamente granata!
Con tutta la stima che provo per te, caro Mauro... ho letto il titolo e sono passato direttamente ai commenti...
In fondo, sai come la penso! :-P
Alla prossima (non granata, spero).
:-)
Illy
Ciao Maurone!!!
Senti facciamo una cosa, una sorta di incantesimo pre natalizio ed il 25 dicembre...puff!!si torna come prima...
Tu fai la mia vita per due settimane ed io la tua...
Ne avrei bisogno, non sono mai stata sposata!!
Un kiss
Jean
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