30 luglio 2007

Predicare bene….

Bene le ferie per quest’anno sono finite.
Cazzo!
Scusate l’incipit in stile colorito e dal sapore aspro, ma pensateci, 72 ore fa mi crogiolavo al sole delle Marche, steso obliquamente su di una tranquilla e poco affollata spiaggia, ponendosi l’atavica domanda su quale ristorantino doveva cadere la scelta per la cena (a proposito fettuccine allo scoglio o fritto misto all’adriatica?), poi magari un bagno nel mare tanto per rinfrescarsi…..
Ed oggi invece ho affrontato la mia prima giornata di lavoro, caldo, afa, sveglia presto, pranzo con dei panini ed affettati (di meglio la mensa non passava…).
Ma veniamo alle cose serie e drammatiche. Il caso Mele.
Un buon padre di famiglia, strappato ai suoi affetti, per svolgere la dura vita del parlamentare, fatta di commissioni ambientali, votazioni e bouvette, dove scofanare frugali aragoste e bagnarsi appena le labbra con champagne gran riserva, viene sorpreso venerdì sera con una squillo (a cui va la mia solidarietà nella vicenda) poi finita in overdose in ospedale, dopo una notte a luci rosse all'hotel Flora. Dopo 36 ore di dubbi, il parlamentare ha fatto pubblica ammenda e si è dimesso dal suo partito l’UDC, ma non da deputato, s’intende….
Il Mele, pugliese, membro della commissione ambiente di Montecitorio, sposato e padre di famiglia, ha spiegato che quella di venerdì "è stata e sarà sempre per me un'avventuretta di una sera. Non sapevo nemmeno che quella signora facesse quel tipo di prestazioni, e' stata per me una cosa strana e insolita". Ma chi è un emulo di Stanlio?
Lorenzo Cesa, segretario UDC, ha mostrato indulgenza con il suo ormai ex collega di partito, esortando addirittura il parlamento a formulare una legge per trovare fondi (ovvero soldi) per favorire il ricongiungimento tra i parlamentari e le loro famiglia, per evitare simili episodi indotti dalla solitudine. Solitudine?
A Roma.
Mentre è in corso il dibattito per la legge sulla riforma della giustizia.
Sì, certo….
E gl’immigrati che vogliono ricongiungersi con le famiglie? Tiè! Non sono mica iscritti all’UDC…

P.S: Qualche giorno fa se ne andato Giovanni Pesce, Comandante partigiano, col nome di “Visone”, creatore delle Gap a Torino e Milano e Medaglia D'oro della Resistenza. Resterà nella nostra memoria il ricordo di un uomo libero, che ha creduto e combattuto per la giustizia e l'uguaglianza.E' anche grazie a lui che possiamo dirci oggi liberamente antifascisti, che possiamo liberamente continuare a lottare ogni giorno. Per questo lo ricorderemo sempre con grande affetto e profonda riconoscenza. Commossi ci uniamo al dolore della sua compagna Nori Brambilla e a quello di tutti coloro che gli furono vicini. Ti salutiamo a pugno chiuso comandante Visone!

13 luglio 2007

Arrivederci



Care/i Bloggers, da queste parti ci si svigna di nuovo.
Domani mattina, all’alba, io e la mia dolce metà partiremo per le Marche dove passare due settimane, spero, di sole, mare, mangiate e sonore ronfate, ogni tanto intermezzate da qualche giro simil-turistico alla scoperta della regione.
Una cosa mi urge chiedervi. Passate da qui il 18 luglio. È il mio compleanno. Lasciatemi il vostro saluto. Apprezzerò. Ovviamente per Effimeramente si tratterà di un dovere. Lei sa il perché.
Intanto oggi abbiamo assistito all’ennesimo thrilling della maggioranza al senato, che per un voto ha sostenuto il governo, sul Ddl Mastella. Ormai la Levi Montalcini vive al senato dove le hanno approntato una cameretta tutta sua dove riposarsi tra una seduta all’altra. Arredata con tutti i confort del caso per la nostra ottuagenaria senatrice a vita. Dagli alambicchi per i suoi esperimenti al guardaroba con oltre cento vestiti ottocenteschi che la Montalcini ama sfoggiare. Pare che lì prenda anche lezioni di judo tutti i giovedì sera.
Prodi festeggia alla maniera di Berlusconi e si fa arrivare un bell’avviso di garanzia per abuso d’ufficio dalla procura di Catanzaro. Non avendo bisogno di fare lifting e trapianti di capelli, e non riuscendo a farsi dare neanche l’indirizzo di una letterina per un rendez-vous sulla barca di D’Alema, non ha trovato niente di meglio.
A Milano la mostra su arte e omosessualità, denominata “Vade retro”, non aprirà. L’assessore Sgarbi, vista la decina di opere censurate e fatte ritirare dalla sindachessa Moratti, ha annunciato che la mostra, in accordo con gli organizzatori, sarà spostata in un’altra città. Magari Bologna, nota città “busona”. In uno dei più noti ritrovi per gay magari. Il seminario, dovrebbe fare proprio al caso giusto.
Arrivederci a tutti. Fate i bravi.

08 luglio 2007

Pensiamo ai giovani!

Luca Cordero di Montezemelo ha detto che pensa ai giovani.
Purché lavorino in catena di montaggio con la catena al collo in tinta con le scarpe antinfortunistica.
Walter Veltroni ha detto che pensa ai giovani.
Purché si adoperino nell’ambiente, quindi di corsa a fare la Tav e i rigassificatori.
Silvio Berlusconi ha detto che pensa ai giovani.
Purché abbiano la minigonna, la quarta di reggiseno, e aspirino a fare le vallette oggi e le parlamentari domani.
Tommaso Padoa Schioppa ha detto che pensa ai giovani.
Purché dimostrino di avere 65 anni e 40 di contributi.
Pierferdinando Casini ha detto che pensa ai giovani.
Purché si astengano da rapporti sessuali prima del matrimonio, solo per i maschi s’intende…
Piero Fassino ha detto che pensa ai giovani.
Purché non si parli di diritti ed opportunità.
Maurizio Gasparri ha detto che pensa ai giovani.
Purché stiano fermi quando prendono le manganellate dalla polizia.
Romano Prodi ha detto che pensa ai giovani.
Ma con moderazione, con calma, almeno fra un paio di anni, facciamo tre, no quattro che prima ci ha la pennica …
Papa Ratzinger ha detto che pensa ai giovani.
Purché parlino latino, portino il ciligio e si faccino un paio di messe al giorno.
Silvio Sircana ha detto che pensa ai giovani.
Purché il prezzo non superi i 35 euro a botta.

02 luglio 2007

Arco d’amore


Care e cari Bloggers, rieccomi qui!
Sono passate circa 48 ore dal mio ritorno e di stare a Torino ne ho già quasi sopra i capelli!
Mi manca terribilmente il mare, il salato sulle labbra, la sabbia tra le mani che scorre rapida e secca, i gabbiani che stridono improvvisi, tanto che bisogna alzare la testa e vederli così, in volo con la loro elegante e plastica apertura alare, compiaciuti animali.
Mi manca percorrere l’Aurelia verso Alassio, così spettacolare mentre affronti curve vorticose, uno sguardo alla riga di mezzeria e un altro che balla dal panorama a strapiombo sul mare al lato nervoso della montagna…
Mi manca non avere fretta e ansie e qualcuno che ti rincorra con le sue raccomandazioni. Ma come ho già detto ad una persona autorevole: non sono nato marinaio, che ci posso fare?
Raccontare due settimane non è facile. Quindi vi racconto solo di una sera.
Io e alcuni miei colleghi decidiamo di andare a Laiguelia a vedere ed ascoltare uno dei concerti del PercFest, un festival di musica Jazz. Con noi portiamo alcuni dei nostri “ragazzi”. Tutti vestiti eleganti (per modo di dire… ma belli eravamo belli!) ci carichiamo sul furgone e con allegria ci dirigiamo verso Ponente. La strada, come detto è bellissima, scherziamo tra noi, ci raccontiamo aneddoti di quando eravamo tutti più giovani e da queste parti ci venivamo a ruota di familiari ed amici, tante estati fa.
Alessandra, una mia collega, con il suo inconfondibile “culo”, trova parcheggio praticamente a ridosso del centro storico. Incamminandoci per le vie strette del “Budello” laigueliese, notiamo come il tenore di vita dei villeggianti del luogo sia decisamente più abbiente di quelli di Loano, e qualche sguardo sorpreso e interrogativo si pone sulla nostra imprevedibile carovana. La piazzetta dove si tengono i concerti è ricavata tra il Budello e il lungomare, su di un lato ci sono i dehors di alcuni locali, per il resto è piuttosto anonima. Comunque è gremitissima, noi facciamo una leggera difficoltà a crearci un corridoio per passare con le carrozzine. Poi alla fine riusciamo a sistemarci all’estremità del palco. La visuale quindi è ottima.
Dopo poco salgono sul palco i due protagonisti che aspettiamo: Javier Girotto e Luciano Biondini. Argentino e sassofonista/clarinettista il primo, Italiano e fisarmonicista il secondo.
Iniziano il loro concerto.
Ed è incantevole ed emozionante ascoltare i contrappunti dei fiati, carichi di vigore magico fin quasi, a volte, al cupo (c’è forse il grido di un desaparecido dietro?), e della fisarmonica, altamente ritmica e che fa sentire a tutti il suo elastico respiro, che si accompagnano, si separano, compiono assoli, si rincontrano, come in una arco d’amore.
Voi avete presente un arco d’amore?
Pensate alla vostra storia d’amore più importante, emozionante, sofferta, passionevole, maledetta che avete vissuta, ed ecco che avete capito cos’è un arco d’amore.
Alessandro, uno dei nostri ragazzi, era per la prima volta ad un concerto. Era chiaramente, teso, un po’ spaventato dal caos di persone, la bocca inclinata in una smorfia di ansiosa interrogazione, poi con l’andare delle note, si è lasciato andare, ogni tanto passavo la mia mano sul suo petto o dietro la sua schiena, per fargli capire la mia presenza, che non si preoccupasse, vedevo la pelle del volto ammorbidirsi, lanciarsi in alcuni sorrisi, il suo respiro era regolare, si faceva cullare dalla conversazione intima dei due musicisti, dalla loro sensibilità e dal loro talento.
Finito il concerto, ci siamo fatti ancora un giro per il centro storico, e fermati in un bar, abbiamo bevuto qualcosa per bagnare degnamente la serata. Io ho assaggiato un Calvados. Il desiderio mi era venuto dal fatto che stavo leggendo “La verità dell’Alligatore” di Carlotto. Il protagonista del libro si scola litri di questo liquore per tutta la narrazione, e così ho voluto provare anch’io. E non mi è dispiaciuto.
Poi il rientro e la nanna.
Sono state giornate anche faticose, con qualche contrattempo, con meno sole di quello che avremmo voluto. Ma i nostri ragazzi sono stati bene, c’era tanta allegria e tenerezza.
E un po’ tutti non cerchiamo altro.