31 ottobre 2006

Carriarmati a Ceppaloni.

“Si stava meglio quando si stava peggio!”
Alzi la mano chi non ha sentito questa frase almeno un centinaio di volte nella sua vita.
È forse la frase principe di tutti i luoghi comuni.
Per ciò, per qualcuno, era meglio quando c’era Mussolini o Craxi.
Per qualcun altro il riferimento è più intimo ed è legato ad un precedente status sociale, ad esempio: magari ieri era un impiegato Fiat, aveva 28 anni, eri vessato dal capoufficio, iscritto al sindacato “giallo” (cioè padronale) della Fismic per il solo motivo di avere chi ti compilava la dichiarazione dei redditi, ma con un contratto a tempo indeterminato, oggi invece è sei in cassaintegrazione da un’anno e mezzo e sei iscritto alla Fiom-Cgil, hai 48 anni e sai che sei praticamente fuori dal mercato del lavoro, magari provi pure a contrattare, con insuccesso, una buonuscita con Marchionne e Montezemolo per non rompere più i coglioni all’azienda. Tu si che stavi meglio quando stavi… meglio tu e basta!
E forse si stava meglio quando si stava peggio lo stanno pensando anche una buona parte dei cittadini di Napoli e dintorni, che stamattina e oggi pomeriggio hanno visto altri due drammi perpetrarsi nella loro città, ovvero l’ennesimo omicidio nelle vie cittadine (il quarto in quattro giorni) e la visita del ministro Mastella. Solidarietà per entrambe le tragedie.
Mastella, oggi a Napoli per incontrare il suo omologo francese Pascal Clément, ha aperto all'ipotesi dell'impiego dei soldati a Napoli dichiarando che: "Prima era un tabù anche per me ma adesso sono aperto alla discussione. Se l'esercito viene a risolvere questo problema annoso non è male".
L’ipotesi di una Napoli militarizzata m’inquieta molto, più che altro perché già vai avanti per le strade della metropoli partenopea avanzando un metro ogni quarto d’ora, se ci metti anche i carriarmati nelle vie, costringi i cittadini a fare cose impensabili, tipo ad andare a piedi! Nooooo! Un Napoletano a piedi noooo! Non si è mai visto! Lì impari a guidare prima di prendere la licenza elementare!
E poi mi torna in mente l’utilità dell’esercito in Sicilia, ai tempi delle famose operazioni denominate “Vespri Siciliani”, che consistevano nel fare il picchetto a Prefetture, municipi, ed altri uffici pubblici e non. Uno schiaffo alla Mafia, non c’è che dire! Che infatti era costretta a far saltare in aria i giudici lungo le autostrade o nelle periferie, quando andavano a trovare la mamma, e non più in centro città come a i bei tempi di quando si ammazzava Chinnici o Dalla Chiesa.
Ed infatti Mastella precisa che si potrebbe utilizzare l'esercito per rimuovere i rifiuti. È notorio che ciò che spinge un giovane Napoletano ad entrare nella Camorra e a pistolettare per la città sia la vergognosa presenza dei rifiuti per le vie urbane.
Bene! Ecco cosa vuol dire mettere a fare il ministro uno che piglia l’un per cento alle elezioni. La cazzata è sempre dietro l’angolo!
Personalmente piuttosto di assecondare il leader dell’Udeur mi tocca essere d’accordo con l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, che in un' intervista al Tgr della Campania sostiene che serve "una formazione alla cultura della legalità". Sepe , quindi, boccia l'idea dell'invio dell'esercito sottolinendo che le forze dell'ordine "lavorano tanto per rispondere a tutte le emergenze", ma senza la prevenzione "non troveremo alcuna soluzione né con esercito né con altre forme di repressione”, che sembra quasi che l’abbia detto il “disobbediente” Caruso una cosa così ed invece è proprio l’arcivescovo di Napoli a proferirla, anche se poi gli tocca agitare il sangue di S.Gennaro per far star buoni i suoi fedeli.
Comunque io tirerei via i soldati dall’Afghanistan e li manderei a Ceppaloni, e li farei presidiare la casa di Mastella, quella sì che sarebbe una missione umanitaria. Per noi, ovviamente…

27 ottobre 2006

Un gabinetto per Vladimiro

“….ovvio il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso,possiedo un mio momento…”
(L’avvelenata - Francesco Guccini)

Quando ho saputo che Rifondazione avrebbe candidato Wladimir Luxuria al parlamento mi chiedevo se la scelta (comunque giusta) di destinare uno dei propri seggi ad un esponente del movimento per il riconoscimento dei diritti GBLT (gay lesbo bisex e trans)fosse ricaduta sulla persona più adatta. La conoscenza che avevo di Wladimir Luxuria, nome d’arte di Vladimiro Guadagno, era molto parziale e si riferiva alle sue performance d’intrattenitrice radiofonico su Radio Capital o televisivo su All Music, di cui ero stato spettatore casalingo, e l’inquadrai per essere uno di quei personaggi particolarmente kitch come molti se ne vedono in tv, che marcia molto sui doppi sensi relativi alla propria scelta sessual-estetica. Mi stupii (positivamente) quindi quando lessi alcuni suoi articoli su “Liberazione”, nelle vesti di direttore artistico del gay pride, mi sembrava avere accenti ben diversi dalla persona che squittiva e inveiva ambigua da radio e tv (ma anche teatro e cinema), trovavo i suoi scritti molto profondi e seri, ben documentati e capaci di andare diretti al nocciolo della questione. Fino a quel momento il volto politico del movimento dei gay era affidata da anni all’ex presidente dell’Arcigay Grillini, da almeno tre legislature deputato dei Ds, noto frequentatore di salotti televisivi, ma che nel suo agire politico non mi sembra sia mai riuscito a portare avanti nessuna iniziativa politica veramente di nota. In questi primi mesi da deputata Wladimir Luxuria ha avuto inizialmente un grande momento di notorietà; fotografata, intervistata, ripresa dalle telecamere, soggetto di servizi dei rotocalchi, la prima deputata transgender in 60 e più anni di storia del parlamento repubblicano, è stata l’esponente politico su cui le attenzioni, a volte vojeuristiche, dei mass-media hanno più chiacchierato nei primi giorni postelettorali. Dopo le attenzioni si sono attenuati e Wladimir, che comunque nelle sue dichiarazioni politiche si è sempre dimostrato misurato e garbato, è tornato a dividersi tra la sua movimentata vita artistica e quella più impegnata di parlamentare, ma senza dare luogo a particolari scalpori. Almeno fino a oggi pomeriggio.
Roma, ore 14.15, bagni della camera. Come ogni essere umano che si rispetti Wladimir, si reca al bagno per espletare i suoi bisogni fisiologici, l’incombenza come sempre è compiuta nel bagno delle donne, visto che Luxuria si è sempre riconosciuta nel genere femminile, ma alle sue spalle Alessandra Gardini, ex attrice, ex conduttrice rai, ex portavoce di Berlusconi, ora deputata di Forza Italia, sbotta che il deputato Guadagno non può usare il bagno delle donne, ed in un impeto di democrazia, larghezza di vedute e nobiltà sgrida le addette alla pulizia per aver fatto entrare Luxuria – Guadagno nel bagno delle donne per poi correre dai Questori della camera a fare la spia. Wladimir rimane scioccato, ma per fortuna i questori stoppano la Gardini poiché “Le scelte relative alla propria identità sessuale appartengono alla sfera personale e come tali vanno rispettate”.
La politica c’insegna nuovamente che la spocchia dei potenti (a volte finti potenti) non conosce limiti, neanche quando si va a pisciare. La Gardini che è membro della commissione Affari Sociali ma non sa dell’esistenza della Consob (l’organo di controllo della Borsa), questo lo sappiamo dalle Jene, l’ha presa a male, e poichè visto che non è riuscita a diventare Presidente della Camera vuole essere imperatrice del cesso. La promiscuità sessuale, intesa come frequentazione di ambienti, stili di vita, abitudini da parte di ragazzi e ragazze in modo indiscriminato è un dato di fatto piuttosto comune nella nostra società. La domanda è quindi d’obbligo: Ma in che mondo vive la Gardini? A Bacchettopoli?

Appendice: una cosa seria.
Sono 15 giorni che Gabriele Torsello è in mano ai suoi rapitori talebani.
Ricordiamocelo ed esprimiamo il desiderio di riaverlo al più presto con noi, almeno per dirgli in faccia che con quella barba è terribilmente demodé.

26 ottobre 2006

Sfiga ad Personam

Leggo pari pari dalla seguente Ansa: ROMA, 22 OTT - Portar 'sfiga' non e' reato: non e' passibile di condanna penale chi augura la cattiva sorte ad un'altra persona . Lo sottolinea la Quinta sezione penale della Corte di Cassazione che ha parzialmente annullato la sentenza del giudice di pace di Genzano con la quale - nel 2005 - un trentenne era stato condannato per ingiurie e minacce. La condizione e' che il malaugurio si limiti ad essere una 'previsione' e non sia fatto nulla di concreto affinché si realizzi.

È ovvio… credo che abbiate imparato a conoscermi no? Cosa mai pensate che mi potesse suggerire questa notizia?
Questa non è altro che l’ennesima legge ad personam che il Cavaliere di Arcore si è fatto realizzare per sfuggire alla giustizia!!!!!
Infatti è ormai settimane che il nostro impareggiabile Silvio B. (noto anche come tessera P2 n. 1816) sta gufando contro il governo Prodi, che secondo lui non reggerà il voto sulla Finanziaria, e si dice pronto a tornare con le sue truppe a Palazzo Chigi (Casini e Fini permettendo).
Ma come di già?
Vabbè io sono per la libertà di parola, ma qui siamo alla reiterazione di reato!
Capisco che questa Finanziaria sia innovativa come un San Remo condotto da Pippo Baudo, abbia i criteri di redistribuzione del reddito ispirati dallo sceriffo di Nottingham, per non parlare che sui fogli di Padoa – Schioppa ci sono evidenti segni di rossetto lasciati da Montezemolo (si sa i neolibersti sono molto affettuosi tra loro), ma la sfiga che Berlusconi ci lancia non oltrepassa i confini di tutto ciò?
Penso di sì e credo che lui lo sappia e che lo sappiano anche i giudici della Quinta sezione penale della Corte di Cassazione che, per evitare che qualcuno denunci il cavaliere per questo suo ennesimo ritorno alla ribalta, hanno approfittato delle peripezie del trentenne di Genzano per porre almeno un freno alle sicure nuove disavventure giudiziarie del nostro ex premier. Insomma, almeno temporaneamente, se le sue gufate dovessero avverarsi allora si materializzerebbero le condizioni per denunciarlo per ingiurie e minacce, ma certamente un giudice compiacente non avrebbe problemi a scagionarlo. Basterà prendere in esame le leggi emanate da Mastella, le circolari di Di Pietro, le dichiarazioni di Rutelli, le strette di mano di D’alema per capire che insomma… se le cose non vanno bene magari l’Unione se le è anche cercata….

25 ottobre 2006

Tutto fa un po’ male.

Tanti anni fa quando studiavo “etica e deontologia” durante il corso di Assistente Sanitario imparai il concetto di “giusta distanza”; ovvero il giusto e corretto comportamento professionale da tenere nei confronti degli utenti verso cui mi relaziono per compiere il mio lavoro. Consiste per lo più nell’avvicinarsi alla persona e alla sua storia con rispetto e senza pregiudizio, ma evitando altresì di considerarsi indispensabili verso di loro o di giungere ad una relazione in cui dal professionale si giunge all’emotivo, con tutti i limiti umani che questo vuol dire, si può essere senz’altro dispiaciuti se qualcosa va male nella vita dell’altro. Dopo quasi sei anni mi accorgo ora che questa “giusta distanza” io me la sono giocata per troppo idealismo. Non posso raccontare nei particolari questa cosa, diciamo solo che una Educatrice territoriale (una specie di Assistente sociale di livello più basso) è riuscita a trasferire una nostra utente dal nostro Centro per dirottarla in un altro servizio, per fare bella figura con i funzionari del Comune di Torino che avevano difficoltà a rintracciare utenza per questo altro servizio di nuova apertura. Ero molto affezionato a questa persona che lascerà il nostro centro, avevo fatto in modo che lei potesse partecipare a diverse attività educative e ad occasioni socializzanti e avevo supportato la famiglia in molte loro richieste d’aiuto. Non son riuscito a fare a meno di sentire che il mio lavoro, e dei miei colleghi, di cinque anni è stato buttato in un cesso in pochi attimi. Mi son dimenticato la “giusta distanza” e ora soffro questa separazione. Su questo punto non posso fare diversamente che ripartire da zero. Per apprezzare il lavoro che ho svolto con i miei colleghi in questi anni, non posso che decidere di prendere questa esperienza e fare tesoro di un cammino svolto da questa mia utente, avvenuto grazie ad un lavoro di èquipe serio e ponderato, un esempio per tutte le situazioni che verranno. Ma fra un po’. Adesso ho ancora bisogno di sentirmi bruciare addosso questa delusione. Per non dimenticare il mio errore di sentirmi responsabile di una vita altrui oltre il giusto limite.
Uscendo da lavoro oggi ho infilato nell’autoradio una cassetta di un concerto degli Afterhours, son così partite le note di “Tutto fa un po’ male”, che dice:
…perché vivere è reale,
ma vivere così,
non somiglia a morire?
E forse fa un po’ male
Ma tutto fa un po’ male….”


Adesso vado a vedere come sta mio padre che mi ha chiesto di comprargli l’acqua Lurisia e La Stampa (è proprio tanto piemontese lui…), poi vado allo stadio a vedere Torino-Fiorentina. Bene ho bisogno di gridare.
3 Centesimi

Oggi l'operazione di mio padre è andata bene. Adesso sono più sereno. Era davvero una cosa da niente, o suppergiù, era solo che in questo periodo in cui il clima familiare è appesantito da tante sventure, anche le piccole cose ti danno un po' di preoccupazione. Comunque è stata una lunga giornata, così ne ho approfittato per leggermi, durante la presenza di mio padre in camera operatoria, di alcuni documenti del sindacato sulla finanziaria; davvero interessante. Incrociando i dati irpef, addizionali e compagnia bella ho scoperto che sulla mia busta paga avrei diritto alla bellezza di 0.03 Euro in più al mese. Un piccolo moto emotivo è apparso sul mio volto e già avevo deciso di telefonare colmo di gratitudine a Padoa-Schioppa e a Montezemolo per avermi fatto così grande dono. Ma mentre ero lì che saltellavo nella stanza (zufolando in un pappagallo) ecco che il mio occhio cade su un riquadratino che non avevo considerato e che enunciava l'aumento del bollo auto per le auto non Euro 4...... Il mondo mi è crollato addosso!!!!! Monty (Montezemolo) perchè mi ha fatto questo???? Forse perchè ho una Opel e non una Fiat? Ma avevo una Panda prima.... dai non potevo andare avanti con quattro marcie e i sedili non reclinabili!!
Maledetto Neo-liberismo....
Ma cosa dovrebbero dire i tanti precari della scuola non reintegrati?
Vabbè con i miei tre centesimi al mese pago un mutuo per il bollo auto.

22 ottobre 2006

Avviso ai naviganti
Cari amici, oggi scriverò poche righe. Ho passato una serena domenica, ma da domani mi aspetterà una settimana piuttosto impegnativa. Sopratutto martedì quando mio padre dovrà sottoporsi ad un piccolo intervento, una cosa da niente pare. Ma io sono un po' ansioso. Il mio papà non è più un giovanotto, e mia madre in questi mesi è lontana per far fronte ad altri problemi familiari, a 1100 Km da casa.
Ci sentiremo quindi un po' più a singhiozzo. Ma vi penserò statene certi. A presto quindi!
Anche quando dormiamo
Anche quando dormiamo vegliamo l'uno sull'altro
E questo amore più grave del frutto maturo di un lago
Senza riso e senza pianto dura da sempre
Un giorno dopo l'altro una notte dopo di noi.
-Paul Eluard-

21 ottobre 2006

Ma la Ventura sa dov’è l’isola dei famosi?

Non conosco i dati di ascolto del reality di raidue “Isola dei famosi”, ne conosco poco anche gli intrighi e le cronache, anche se mi capita di leggere qualche titolo, sui giornali e nei tg a cui aggiungo anche qualche fugace visione di frammenti video nei miei estemporanei zapping televisivi pre-pasto. Ignoravo fino a stasera anche dove si svolgesse esattamente questo cosiddetto spettacolo catodico, sino a quando gironzolando in internet sono incappato in un articolo dal sito di Peacereporter, sito giornalistico sul tema della pace e degli equilibri internazionali (
www.peacereporter.net), dal titolo eloquente: “Il vero scandalo dell’isola dei famosi”. Proverò a riassumere il contenuto. Lo scoppio della polemica seguito all’espulsione dal gioco decretata ai danni del comico Massimo Ceccherini, per aver proferito una bestemmia in diretta, forse è davvero cosa meschina di fronte al VERO scandalo che suggerisce Peacereporter, ovvero l’organizzazione di un programma multimilionario in un paese martoriato da fame e violenza. Il paese in questione è l’Honduras dove oltre la metà della gente vive sotto la soglia di povertà, un’economia assolutamente dipendente dagli Stati Uniti e un altissimo livello di disoccupazione (la cosa è addirittura confermata dai rapporti della CIA). Nel 2002 il presidente Ricardo Maduro sviluppò gli organici di Polizia e Forze armate per contrastare la criminalità, ma questi scatenarono una serie di violenze come detenzioni di massa, violazioni di domicilio e torture. Il tutto per dissuadere la gente a riunirsi in organizzazioni sociali e comunitarie che rafforzano i contadini, dando loro coscienza di diritti e rivendicazioni; anche attraverso blitz di soldati incappucciati che distruggono e picchiano chiunque si pari loro davanti, come l’8 giugno scorso nulle comunità di Sico e Paulaya, quando in 90 unità si presentarono nelle case dei malcapitati abitanti delle suddette comunità e uomini, donne, vecchi e bambini sono stati feriti, senza alcuna distinzione. La motivazione adottata dal “XV battaglione di fanteria” riconosciuta responsabile dell’accaduto? Ricerca di ladri di bestiame e narcotrafficanti. Tra l’altro alla fine del blitz 13 contadini sono stati arrestati senza una ragione plausibile e rinchiusi nel presidio de Tujillo, a Colon. Le associazioni Honduregne dei diritti umani dichiarano che la Costituzione dell’Honduras e la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sono diventate carta straccia e c’è davvero da credergli. Eppure, questo e tutto il resto che ogni giorno avviene laggiù viene assolutamente sottaciuto, tanto che il sito web dell'Isola dei famosi riporta informazioni minime e ferme al 2002.
Non vorrei fare bassa retorica ma mi chiedo: quanto paga la Rai al governo Honduregno (che si macchia di complicità con i metodi fascisti delle forze armate e di polizia) per girare il suo show su quella stramaledetta isola? Visto che la rai usa soldi dei contribuenti varrebbe altresì la pena che faccia sapere ai telespettatori che il “paradiso terrestre” in cui si svolge il reality si trovi invece in uno stato che è l’inferno per milioni di persone (negli ultimi 6 anni sono stati addirittura uccisi 2300 minori). O per difendere lo share si omette volentieri questa realtà?
Ma soprattutto, alla Simona Ventura, qualcuno gli ha mai raccontato tutto ciò?

20 ottobre 2006

Il destino in un nome

A mio padre il suo nome, Luciano, non piace troppo, perché, dice, glielo ha scelto una suora e lui con la religione ci ha sempre litigato parecchio. A me invece piace, forse per affetto, forse perché anche il mio migliore amico porta lo stesso nome, forse perché se avessi un figlio non mi dispiacerebbe chiamarlo così. A Napoli, negli anni ’80, diversi “scugnizzi” sono stati chiamati Diego o Armando o Diego Armando in onore dell’inimitabile (nel genio e sregolatezza) Maradona, ma nessuno di loro pare riuscire tuttora a sfondare nel mondo (sempre più malato) del calcio. Il bluetooth (il dispositivo che utilizzando onde radio fornisce un metodo standard, economico e sicuro per scambiare informazioni tra dispositivi diversi come telefoni cellulari, portatili, Computer, stampanti,
macchine fotografiche, ecc.) deve il suo nome a Harald Blåtand, ovvero re Aroldo I di Danimarca, detto il bluetooth, che unì senza colpo ferire i regni di Danimarca e Norvegia nel x° secolo d.C., insomma non usò ne cavi né cavilli. Vediamo dunque che l’usanza di chiamare qualcuno o qualcosa in onore di qualche personaggio storico ha risultati diversi a seconda del destino a cui si è deputati, ma ad ogni buon modo il riferimento a cui ci s’ispira ha sempre qualcosa di positivo, nella speranza che la propria creatura (umana o tecnologica che sia) venga baciata da un futuro radioso.
Ma la storia di Renè Matta supera il senso di tutto ciò.
Ieri Renè è stato arrestato dalla polizia in un appartamentino della periferia torinese, dove da molte settimane si era nascosto, perché ricercato per tentato omicidio. In una notte dello scorso Agosto, mentre era alla guida, con altre sei persone (un po’ stretti eh?) di una macchina appena rubata, Renè tenta di investire un senegalese che fuori da un locale notturno stava soccorrendo un connazionale investito poco prima da un pirata della strada (ma a che gente danno la patente?), fortunatamente il malcapitato senegalese riesce di un soffio a scansarsi. Tragedia evitata.
Ma la polizia riesce a rintracciare i compari di Renè, e si scopre che sono quasi tutti minorenni, i quali vuotano il sacco e indicano in lui il guidatore, che alterato dall’alcool e dall’impresa del furto della macchina, sbraitava di voler “stendere un negro”. Quasi ci riesce. Ora il giudice che ha convalidato l’arresto ha sovraccaricato l’accusa con l’aggravante della “connotazione razzista” del gesto. Ora dalla sua cella Renè Matta si dichiara pentito “ma che certamente non voleva far male a nessuno”.
Ma Renè non è nuovo a tutto ciò, pur avendo solo 21 anni, è pluripregiudicato per reati violenti come rapina, lesioni, danneggiamento, ma anche per furto e ricettazione. La sua carriera è iniziata addirittura a 12 anni con i primi scippi ai passanti del suo rione, e poi un crescendo fino a essere riconosciuto come piccolo boss di quartiere.
Immaginerete dei genitori disperati? E invece no. Anzi Renè ha incoronato le aspettative del padre. E lui stesso, ai poliziotti che l’hanno arrestato, a spiegare che il suo nome lo deve al fatto che il padre glielo ha imposto in onore di Renè Vallanzasca, perché lo considerava un tipo in gamba. Renato Vallanzasca, detto Renè, fu autore negli anni settanta
e seguenti di numerose rapine, sequestri, omicidi ed evasioni, ed attualmente sta scontando una condanna complessiva a quattro ergastoli e 260 anni di reclusione. Descritto come intelligente, spietato, sfrontato, impavido, nonostante i delitti di cui si è macchiato ha ispirato nell'immaginario colletivo, una sorta di fascino perverso, diventando il "bandito" par eccellenza degli anni settanta (da Wikipedia).
Il papà di Renè Matta è morto cinque anni fa per un overdose di eroina. Renè quindi è rimasto solo con il suo pesante fardello di un destino segnato già al battesimo, e che col senno di poi non avrebbe forse mai scelto, carnefice e vittima di una periferia degradata ai margini di una città, che vuole agghindarsi da sciantosa post-industriale, ed è in realtà meschina e disattenta.
E comunque io preferisco Luciano.

19 ottobre 2006

Ammiraglio o pirata?

Non è che io sia un fanatico delle giornate assolate, ovviamente preferisco le belle giornate primaverili a quelle autunnali; insomma dò il meglio di me col cielo terso, la temperatura mite (sui 24°C diciamo), un sole innocuo che puoi fissare, magari anche con un paio di occhiali scuri, per più di 10 secondi senza riceverne danni permanenti alla retina. Insomma un quadro climatico ben diverso da quello che si presenta oggi a Torino, dove il cielo è talmente triste che non fa altro che riversare le sue lacrime uggiose sulle nostre teste. Ma non riesco ad odiare la pioggia come magari la maggior parte dei miei concittadini fa; il motivo non sta certo, come qualcuno penserebbe, nei miei gusti musicali che di tanto in tanto virano al triste, bensì per un ricordo che mi lega alla mia infanzia.
Antefatto: quando i miei genitori mi portarono a Venezia io avevo circa sette-otto anni e passai quasi tutto il tempo sul traghetto a guardare l’acqua che s’increspava e che dalle fiancate del battello si allargava verso i gradoni della terraferma. Piazza S.Marco era smisuratamente grande e caotica per i miei gusti. Ci fermammo a mangiare una pizza al prosciutto in un dehor, io neanche la finii, mi stupivo della sterminata presenza umana attorno a me, di tutti quei giapponesi con le loro minuscole macchine fotografiche e i loro cappellini calati abbondantemente sulle fronti. Prima di tornare sul traghetto che ci avrebbe riaccompagnato alla stazione per prendere il treno per Padova(passammo tre giorni nella cittadina patavina, un record per qualsiasi turista, neanche i pellegrini che vengono per vedere le reliquie di S. Antonio osano tanto, ma i miei avevano strani gusti in senso di turismo) mio padre fu colto da un’inaspettata ventata di genialità e frivolezza (quest’ultimo tratto non è mai stato della sua personalità…) e mi chiese se desideravo comprarmi un souvenir (lui rude uomo di origini contadine aborriva certi ninnoli), io quasi fui colto da infarto da tanta inattesa generosità, allora puntai il primo banchetto pieno di cianfrusaglie (“ciapa pouver” in piemontese, ovvero prendi polvere) e senza dubbi indicai un berretto bianco con visiera blu in stile marinaresco con la scritta “Venezia” e un’ancora dorata poste al centro. Tornai non solo a Padova, ma anche a Torino, col mio trofeo ben saldo sulla testa.
Fatto: non ce n’era! Quando pioveva la mia mamma non ne voleva sapere di lasciarmi andare ai giardini a giocare a pallone. Così non mi rimaneva che inventarmi qualcosa da fare nel minuscolo appartamento in cui vivevamo. Fu così che in una di queste circostanze andai a rimestare tra i miei vestiti e mi ritrovai in mano il berrettino acquistato a Venezia. Colpo di genio! Calzato il copricapo da marinaio e infilato un giubbino impermeabile, mi misi sul balcone e iniziai a fantasticare di essere il comandante di un vascello in preda alla tempesta, e ordinavo a destra e a manca di spiegare vele, virare a tribordo ed altre idiozie a caso che mi capitava di proferire. Mi divertivo. Lo feci e rifeci tutte le volte che mi andò; a volte ero il comandante Nelson e a volte ero il pirata Barbanera, dipende da come mi girava. Bah! Forse ero un po’ solo. Ma almeno ricco d’inventiva. Poi comunque arrivai all’età in cui i giochi di fantasia vengono riposti in un cassettone della memoria, buoni da rievocare quando ti vuoi fare tenerezza.
Mi è simpatico quel bambino a cui piaceva l’avventura. È un po’ tanto cambiato, ma ogni tanto si ricorda di come era bello farsi bastare la pioggia per divertirsi.

18 ottobre 2006

Che video era quello?

Oggi, in una pausa di lavoro prima della riunione di èquipe, ho acceso quella terribile scatola elettromagnetica che risponde al nome di televisione. Sintonizzato automaticamente su un canale rai ho assistito alle parole del ministro Pecoraro Scanio che stava elencando i pregi di certe “ecoballe”. Inizialmente pensavo si riferisse al riciclo di certe bugie che i governi usano indifferentemente dal proprio colore politico. Invece era una serissima risposta ad un question-time alla camera. Pardon mi sforzerò di essere meno malizioso. Vabbè son quindi passato su una rete che trasmette musica, e lì è andata meglio avendo trovato un video dei Radiohead. Bello, con Tom Yorke e gli altri che vagano per una specie di supermercato su dei carrelli con facce depressisime. Gli scaffali sono pieni solamente di barattoli colorati o tutti di rosso o tutti di blu o tutti di giallo, ecc.. L’occhio guercio di Tom Yorke mi ha sempre affascinato. Quella punta d’imperfezione sulla faccia da eterno ragazzino me lo ha reso sempre più simpatico di alcune sue dichiarazioni d’inizio carriera (tipo: “il pop è morto e noi lo resusciteremo”). Amo le imperfezioni. Mi paiono le sole cose originali della natura, e per questo più degne di attenzioni, come i torsi nodosi ed irregolari dei tronchi di certi alberi. Poco più di un anno fa a Palermo ne ho fotografato uno che mi pareva particolarmente un capolavoro, come se fosse formato da nervi che dal terreno sgorgano impetuosi e si concentrano verso l’alto sparendo, nascondendosi, in una fitta rete di divaricazioni (i rami) e in una esplosione di gocce di linfa sospese nello spazio (le foglie).
Comunque che video era quello dei Radiohead? Il primo che mi risponde vince la mia riconoscenza. E ti pare poco?

Ultim’ora: "Mi chiamo fuori dall'Udc". Lo annuncia l'ex segretario centrista Marco Follini, formalizzando così la sua uscita dal partito per fondare il “Movimento dell'Italia di Mezzo”. A parte il nome del cazzo del nuovo partito (ma magari andrà fortissimo in Umbria, Molise, Lazio, Abruzzo e Marche) mi incuriosisce la dichiarazione “in questi mesi di legislatura avete abbaiato molto ma morsicato molto meno” riferendosi ai suoi ex-colleghi di partito, che mi suona come una specie di: “Ao’ se nun c’è sta più gnente da magnà che sto a fàa ancora con voi e Berlusconi?”. In politica chi non risica non rosica.

17 ottobre 2006

Benvenuto trecentomilionesimo!

Apprendo or ora della tua nascita mio nuovo giovane amico d’oltre Oceano! Infatti telegiornali, siti internet e televideo mi annunciano che in America è nato il trecento milionesimo statunitense. Oh dico non l’ottavo milionesimo di francese o il decimo milionesimo di tedesco o il quarto milionesimo di Kazako, no! Il trecento milionesimo abitante del più potente stato mondiale. Questo secondo il calcolo del U.S. Bureau di statistica, che individua anche l’ora della tua nascita per le 7.47 locali, le 13.47 in Italia, e che c’informa inoltre che in Usa nasce un bambino ogni 7 secondi, stupendo! Quasi fa il paio con la statistica che dice che, sempre in Usa, ogni 30 secondi una donna subisce una molestia sessuale, vedi? Il conto torna.
Certo l’U.s Bureau non m’informa se sei maschio o femmina e in quale stato dell’unione sei nato (Colorado? Michigan? Texas? California? Iraq?). Neanche so sei un Wasp (un bianco di origine anglosassone e protestante), o farai parte della comunità Afroamericana, o se sei figlio di qualche immigrato di nuova o vecchia importazione. Quindi ignoro se ti chiami John Smith, Colette Davis, Javier Cerrano o Mike D’Angelo. Ma a me non importa sai? So già che avremo un ottimo rapporto di amicizia. E questo perché mi pare sia buona cosa mettere in chiaro alcune cose già da adesso, è una tattica preventiva. Abituati a sentire certi termini, nel tuo paese vanno molto di moda.
Per prima cosa ti presenterò la tua patria. Non essendo al corrente se nella vita te la spasserai tra i boulevards di Beverly Hills o ti trascinerai tra le cittadine fantasma dei depressi stati centrali ti avverto che per prima cosa dovrai metterti via un discreto gruzzoletto per pagarti l’assistenza medica, che nella tua nazione puoi consentirti solo se sei assicurato, se no ciccia! Prega quindi che non ti venga neanche un raffreddore. Poi guardati accuratamente le mani, sono di colore bianco? Ok! Nessun problema. Sono nere? Attento! Comincia a scrutare con circospezione attorno a te, se vedi un gruppo di strani personaggi vestiti con tuniche e cappuccio bianco e che danno fuoco a delle croci è meglio che ti allontani ed in fretta, e stai lontano anche dai processi per omicidio, nel tuo caso, di solito, i giudici riempiono la siringa per l’iniezione letale già prima di emettere la sentenza, son fatti così gli piace portarsi avanti col lavoro. Veniamo alla scuola. Chiedi ai tuoi genitori di rifornirti, oltre che di cartella, libri, quaderni, penne, compasso, e goniometro anche di un giubbetto antiproiettile. Capita infatti che di tanto in tanto dei tuoi concittadini a cui girano un po’ le palle e che si annoiano facciano irruzione nelle scuole e tra una lezione di matematica ed una di letteratura si divertino a fare tiro a segno un po’ così a caso; piace ai tuoi compatrioti tenere un fucile in casa, dicono che insieme alla bibbia fanno sentire al sicuro. Se ti capita guarda un film documentario che si chiama “Bowling a Colombine”, ti sarà utile in tal senso. Poi viene il momento di andare a votare. Fondamentalmente ti capiterà di scegliere tra candidati di due partiti, uno si chiama “Democratic Party” e l’altro “Republican Party” (più o meno capita lo stesso anche qui in Italia, solamente che i due partiti si chiamano rispettivamente “Coop” e “Mediaset”). Ma stai tranquillo fondamentalmente sono due partiti simili e sono entrambi in mano alle rispettive correnti moderate, quindi per chiunque voterai l’altro non se la prenderà tanto a male, basta che hai un reddito abbastanza alto per permetterti tutte le privatizzazioni che mettono indifferentemente in atto entrambe. Se dovessi poi avere qualche difficoltà economica hai numerose alternative a disposizione: Marines o Corpi speciali o Marina. Tanto un nemico a cui fare la guerra i tuoi capi di stato l’han sempre trovato, anche solo virtualmente come ai tempi della cortina di ferro, ma sono da almeno sessant’anni che sbarcate indisturbati in giro per il mondo a farvi i cazzi vostri, quindi non ti abbattere l’America è un grande paese!
Veniamo ad un’altra questione importante. I rapporti tra i nostri due paesi. Se sbarchi qui per studio o turismo stai attento se ti si avvicina un ometto basso, vestito in doppiopetto e con il rialzo alle scarpe e il toupet impomatato, e nonostante ti dica sorridendo “Welcome my great friend!”, prima o poi trova il modo di mettere le sue mani nel tuo portafoglio, e non devi certo andare a Napoli per trovarlo, ti basta aggirarti per la provincia milanese, tipo Arcore. Evita, se puoi, di passeggiare nei dintorni dei quartieri ad alta densità d’immigrati arabi vestito in una bandiera americana sorseggiando coca-cola e mangiando hamburger appena comprati in un McDonald, canticchiando i successi di Britney Spears. A certa gente non sembrerà vero incontrare il grande Satana e ti mostreranno come è semplice diventare un Kebab.
Se vieni qui nelle vesti di soldato di stanza nelle basi Nato (che spero vengano chiuse tutte al più presto) ti prego di sfuggire dalle scommesse con i commilitoni tipo: “facciamo a chi vola più a bassa quota senza tranciare le linee del telefono?”. Di solito perdi la scommessa e quelle che tranci non sono linee del telefono ma corde di una funivia in movimento piena di gente che vorrebbe farsi una sciata tranquilla senza finire al camposanto. Evita anche, quando vai in libera uscita, di sfasciare le birrerie in paese, vabbè che nessuno se la sente di denunciarti e manco lo scrivono sui giornali locali, ma già è tanto avere una birreria, una farmacia ed il cinema parrocchiale in alcuni paesi che varrebbe la pena di conservarli così come sono.
Adesso ho finito. Sicuro di esserti stato utile, ti faccio i miei migliori auguri di crescere felice e sano nel tuo paese. Speriamo un giorno di vederci ed abbracciarci. Aspettando quel giorno faccio gli scongiuri affinché tu assomigli il più possibile a Scarlett Johansson e non a George W. Bush.

16 ottobre 2006

I have a dream

Bella roba son raffreddato! Inizia quindi la solita tiritera di aspirine 3 volte al dì, nasi gocciolanti con conseguenti fazzoletti che s’inzuppano in pochi minuti, fiacchezza snervante, occhi arrossati come se mi fossi fumato l’intero raccolto di un parlamentare. A parte ciò oggi è stata una giornata tranquilla, sono andato in un maneggio per far fare ippoterapia ad alcuni miei utenti; è una bella attività, con alcuni di loro facciamo anche “avvicinamento al cavallo” che consiste in prendere il cavallo nella stalla, portarlo nel cortile e pulirgli il manto con delle spazzole, poi magari gli si dà anche qualche carota; sembra una cosa di poco conto, più che altro ludica, ma per chi ha problemi di tetraparesi può essere un esercizio difficile ma importante per l’esplorazione dello spazio e del proprio fisico ed una forma di sviluppo delle proprie abilità. Ovviamente vedere alcune amazzoni nei loro completino attillati fare galoppo rende tutto più piacevole per me che sono lì….. Battutacce a parte mi diverto proprio a lavorare all’aperto.
I have a dream…. Ho un sogno. Vorrei aprire un giorno un agriturismo, magari in Toscana o nella zona di Canelli nelle Langhe o nelle Puglie, dove poter dare lavoro anche ad alcune persone disabili, come camerieri, coltivatori, cuochi. È un sogno che racchiude il mio piacere per il fare da mangiare, la mia ricerca delle origini, l’amore per la provincia, il desiderio di percorsi d’integrazione. Già una bella idea, ma difficile, a parte la disponibilità finanziaria ci sono un sacco di rogne burocratiche, ed è anche difficile trovare altre persone che condividerebbero la scelta. Comunque parafrasando il “colonnello Lock” della serie televisiva “Lost”: non ditemi che non posso farlo!!

15 ottobre 2006

Il rito della Domenica

Una prima buona notizia è che il TORO è finalmente tornato a vincere. È che diamine! Il primo anno che mi ero finalmente deciso a fare l’abbonamento…. avevo visto fin’ora un pareggio e due sconfitte nel nostro stadio. Un giorno cercherò di spiegare bene che cosa vuol dire avere il virus Granata. Una di quelle malattie che almeno una volta alla settimana ti porta via dagli affetti familiari per assistere per un’ora e mezza alla corsa di ventidue uomini (arbitri e guardalinee non meritano di essere menzionati, nonostante siano decisivi per lo spettacolo….) dietro a un pallone, il quale, impudico, si fa sbatacchiare allegro e imprevedibile per un rettangolo d’erba, croce e delizia dei tifosi, i quali cantano, urlano, imprecano, soffrono e gioiscono dimenticando ogni classe sociale d’appartenenza, credo religioso (ahimè quello politico no), e qualsiasi regola di bon ton appresa nella propria vita.
È un rito che ha il suo fascino, almeno per un ragazzo di periferia come me. Se gli togli il calcio gli togli un bel pezzo d’identità e il mezzo di socializzazione che lo fa sentire compreso dai suoi simili.
A proposito di riti, stamani ne avevo perpetrato un altro di non meno valore: la domenica mattina all’Ikea!! La giornata, infatti, era iniziata subito proficua, dopo una buona colazione, io e mia moglie ci siamo diretti alla volta del più famoso emporio di mobilia di nazionalità svedese… e con nostro stupore vi ci abbiamo trovato diverse centinaia di altre persone (tra gente che arrivava, usciva, comprava e curiosava) che avevano avuto la nostra stessa idea. Un gran popolo votato alla semplicità delle forme geometriche (si sa che i designer di ikea quasi non conoscono la tridimensionalità…), al più semplice fai da te (pare che per essere sicuri che le spiegazioni siano facili a comprendersi le facciano leggere prima a Flavia Vento, se le capisce lei allora tutto è a posto) e, ovviamente, all’ economia dei costi arredativi (con quello che spendi per una cucina ikea di solito ci compri una maniglia da Aiazzone). Morale abbiamo acquistato un mobiletto porta cd (granata ovviamente), una cesta per i giornali, una pianta di orchidee e un paio di altri oggettini che ti rendono un po’ più utili e comodi gli spazi.
Molto importante: Mi hanno riferito che l’ikea usa, in maniera non etica, il lavoro dei detenuti per realizzare i suoi mobili. Ma non sono in possesso di notizie dettagliate. Se qualcuno è un po’ più informato può lasciare un commento in cui mi e ci rende consapevoli della politica di gestione del lavoro di Ikea. Fosse per me comprerei tutto nei negozi equosolidali per andare sul tranquillo (tra l’altro lo stile estetico è quello che preferisco), ma la mia disponibilità finanziaria mi permette pochi e oculati investimenti, perciò forse un po’ cedo alla grande distribuzione. Contraddizioni di questo secolo: anche l’acquisto etico è classista in quanto te lo puoi permettere solo se hai una buona disponiblità di denaro….
Chiudo la giornata con l’ennesimo rito: la visione di “Report”. Guarda caso stasera si parla proprio della “Strage di Linate” cui avevo dedicato un post domenica scorsa. L’informazione, come la memoria, non è mai davvero troppa.
Vi auguro di chiudere bene questa settimana e d’iniziarla un’altra domani che ci faccia sentire VIVI! E comunque Forza Toro!

14 ottobre 2006

Il Fallimento di una città.
Giravo in Internet alla ricerca di qualche notizia interessante, ma pare che questo sabato sera sia particolarmente avara di buone notizie, dopo la liberazione dei due turisti italiani in Niger ed il pronto rientro a casa, purtroppo Peacereporter annuncia che un giornalista free-lance italiano è stato rapito in Afghanistan da truppe talebane, il ricordo non può che andare al coraggioso sacrificio di Enzo Baldoni o di Ilaria Alpi e Miran Rhovatin e alla triste vicenda di Giuliana Sgrena. L'informazione libera sarà sempre perseguitata, in pace come in guerra. Ma scorrendo le cronache m'imbatto anche nella desolante notizia che per colpa di un buco di 500 milioni di euro, il comune di Taranto (della cui provincia è originaria mia madre) è sull'orlo della bancarotta, già ora sono costretti a fermarsi i camion della spazzatura e gli autobus. Tutti a piedi, per strade sporche e buie. In cassa non ci sono più nemmeno i soldi per pagare le bollette, in ogni pubblica via si spegneranno le luci. E per la festa dei morti non si seppelliranno più i morti: i servizi cimiteriali verranno ufficialmente sospesi il primo novembre....
E pensare che un anno e mezzo fa la sindachessa Rossana Di Bello (casa delle libertà) stravinceva le elezioni con percentuali impressionanti ora invece si è dimesso subito dopo una condanna a 16 mesi per l'appalto dell'inceneritore, in 33 sono sotto inchiesta per falso in bilancio. A condurre la città c'è ora Tommaso Blonda, prefetto incaricato di salvare questa città di 200 mila abitanti che respira i fumi della più grande acciaieria d'Europa e si sta preparando alla sopravvivenza civile. E pensare che già nella prima metà degli anni 90 Taranto era stata terra di conquista di Giancarlo Cito, un mix tra un feroce telepredicatore, un guappo e un picchiatore fascista, finito in carcere per mafia. Purtroppo nè tangentopoli, nè la disgregazione berlusconiana hanno insegnato qualcosa in quanto buoni costumi amministrativi. Ed ora che hanno chiuso le mense scolastiche, cancellati i buoni libro, ridotto le auto dei vigili urbani e che a fine mese i dipendenti comunali non avranno più lo stipendio, solo un intervento del governo di almeno 60 milioni di euro può salvare la città.
E per fortuna che siamo in periodo di Finanaziaria......

13 ottobre 2006

Ma te lo ricordi il Metal?

Oggi è stata una giornata non troppo vivace a lavoro, passata a seguire il lato sanitario ed assistenziale più che altro. Ovvio che tornando a casa ero abbastanza contento di andare incontro ad un fine settimana che spero sia divertente e rilassante. Così montato in macchina (purtroppo per ragioni di servizio non sono riuscito a ad usare la bici questa settimana) sintonizzo la mia autoradio su RadioBlackOut, la radio dei Centri Sociali Antagonisti, ed ecco diffondersi una serie di arpeggi prima di chitarra acustica e poi di elettrica, che inizialmente si alternano e poi si accavallano prima che una voce inconfondibile attacchi un cantato piuttosto serrato…. “Fade to Black” dei Metallica!!!!! Avevo sedici anni la prima volta che la sentii, e non era già recente. Un piccolo tuffo al cuore. Quella parentesi adolescenziale tra i 15 e 19 anni passata tra l’ascolto di cassette registrate in modo scadente e letture di giornali patinati tipo “Metal Shock” e “Metal Hammer”, andavo in giro con il “chiodo” o un guibbino di Jeans con la toppa dei “Led Zeppelin”, addirittura avevo deciso di fondare un gruppo Metalpunkhardcore con alcuni ragazzi conosciuti a scuola, avrei dovuto essere il bassista ed il cantante, poi appena preso in mano una chitarra capii che il mio talento musicale equivaleva alla temperatura di Reykiavjk in gennaio, sotto lo zero! Crebbi e come passarono i brufoli, la cotta per la compagna di banco, la paura per le interrogazioni del lunedì, le partite di pallone “facciamo che vince chi arriva primo a venti gol?” del sabato pomeriggio, passò anche quel desiderio d’identità che mi portò ad indossare per un semestre intero solo magliette degli Iron Maiden sotto gl’immanchevoli camicioni a quadrettoni che avevo preso a mio padre.
Ma guarda… quando pensi ormai di essere un uomo fatto, maturo, stabile, un capofamiglia giusto ma risoluto, bastano poche note rockettare di metà anni ’80 per farti diventare un commosso ragazzino che guidando la macchina grida a squarciagola “Heavy Metal is the law!!!!”, vecchio urlo di battaglia di una compagnia di sbarbi che prendeva la mattina il bus per andare all’ ITIS “G.B. Bodoni” nella prima metà degli anni ’90.
E per fortuna non ho ascoltato i “Village People” o i “Bronski Beat”

12 ottobre 2006

Subacqueo.

Cerchiamo di capirci, io sono quello che più lontano si possa immaginare da un’atleta. Anche se mi piace lo sport e quando posso cerco di muovermi, non è che quando poi lo pratico mi faccio un granché onore…
Comunque stamattina sono andato in piscina con Ester ed Andrea, che sono due ragazzi che frequentano il centro in cui lavoro; siam partiti allegramente col furgone e allegramente siam arrivati in questo impianto della semiperiferia Torinese, con i muri esterni cosparsi da scritte dei tifosi di estrema destra della Juve e da semi graffiti di Writers alle prime armi. Fare nuoto insieme a persone come Ester ed Andrea può essere piuttosto complicato e un po’ faticoso, li devi aiutare a svestirsi, a mettersi il costume, li accompagni in vasca, e poi cerchi di fargli fare un minimo di movimento in acqua. Anni fa in un seminario di “disabilità e sport” sentii dire da un conferenziere che Sport è movimento e movimento è salute. Piuttosto banale, no? Ma in quel contesto la frase sottolineava che l’integrazione di chi è diverso passa inequivocabilmente da ciò che è più normale per chiunque noi.
Comunque Ester ed Andrea possono anche sapersi muovere in vasca senza stargli particolarmente alle calcagna, hanno il loro bel ciambellone giallo e bianco sotto le ascelle e con il loro ritmo vanno avanti ed indietro per la corsia; ogni tanto Andrea si ferma, distratto da chi nuota nelle altre corsie, o dagli operatori e bagnini a bordo vasca, allora aspettato un po’ lo richiamo e lui, dopo una pernacchia, riprende la sua nuotata.
A volte mi faccio sprofondare nell’acqua, sento le orecchie tapparsi, i suoni della piscina da rimbombati diventano rarefatti, i capelli che fuoriescono dalla cuffia mi sembrano diventare fili sottilissimi come capillari, sento la schiena sospendersi nel nulla, fino a quando la forza di gravità mi risputa fuori. Ed è uno dei pochi momenti che mi sento libero, leggero e con l’anima sgombra da quelle tensioni che spesso sento.
Poi suona la campanella, il nostro tempo è finito. Nello spogliatoio ci facciam la doccia. Schizzo d’acqua con il getto flessibile i due ragazzi, Andrea che non sa parlare, ride e tira fuori la lingua, anche Ester ride ma mi dice anche “a-culo”, che non vi sto a spiegare perché si capisce, dopo ci asciughiamo, ci rivestiamo e torniamo col furgone al centro. Di solito con un bel po’ di fame. Io ogni tanto mi annuso le mani, mi piace l’odore di cloro, forse ne mettono un po’ troppo, ma mamma mia mi piace davvero. Sono un po’ come quelli che annusano la colla quando fanno modellismo.. un po’ vizioso, no?

11 ottobre 2006

Mi è scappato il ponte!

Tutto è iniziato sabato, a pranzo, quando addentando una croccante pagnotta ho sentito una strana sensazione, come di…. denti che girano per la bocca, ovviamente il pensiero istantaneo è stato: “Mi è scappato il ponte!”, riferendomi alla protesi dentale che copre lo spazio lasciato da 4 molari e premolari destri che hanno deciso di lasciarsi consumare in modo precoce, complice la mia ingordigia di zuccheri, e pure di sabato quando è impossibile rintracciare il proprio dentista di fiducia, quindi è seguito una cantilena d’improperi verso un fato che ultimamente pare avermi preso di mira particolarmente. Non mi è rimasto che telefonare allo studio dentistico e lasciare una comunicazione sulla segreteria telefonica, aspettando che lunedì mi richiamassero per fissare un appuntamento. Cosa che è avvenuta, infatti oggi alle 16.30 mi sono recato da questa beffarda figura professionale che è il dentista, ovvero colui che può permettersi di mangiare…. grazie ai nostri denti. A dire la verità dentisti, odontotecnici e compagnia bella ci fanno un sacco di altre cose con i nostri denti, sono come dire una bella classe sociale; mi ricordo che da piccolo andavo un dentista un po’ strampalato che faceva collezione di macchine d’epoca, non male come hobby da buttarci su qualche spicciolo….
Comunque mentre ero sul lettino, fissavo il soffitto e avevo il tubo dell’aspirazione posteggiato nel cavo orale, la radio, sintonizzata su non so che stazione commerciale, e che fino a quel momento aveva trasmesso musica che non mi aveva affatto reso più sereno e a mio agio in quel luogo, diffonde il giornale radio, e tra una notizia dalla Corea sempre più atomica e una dall’Alitalia sempre più a terra, lo speaker annuncia succintamente che la maggioranza ha approvato un provvedimento che elimina la costruzione del famigerato ponte di Messina dal pacchetto delle grandi opere, preferendo il raddoppio delle reti ferroviarie a binario unico sul territorio siciliano e, soprattutto, alla correzione dei problemi esistenti sulla retta autostradale Salerno - Reggio Calabria, meta preferita dei villeggianti italiani, nel senso che attualmente se l’imbocchi il 1° di Agosto, magari per il 15 riesci a uscire a Reggio.
In quel preciso momento, la mia mente ha partorito una fulminante intuizione, come in un sogno rivelatore, come un bramino in trance, ho visto il Cavaliere dei Cavalieri, l’uomo di Arcore, il bisunto dal signore, Silvio B. che dai banchi della camera si affligeva sul suo scranno proferendo le seguenti parole: “Mi è scappato il ponte! E mo chi glielo dice agli amici della cupola….”.
E come per magia mi son sentito meglio sul mio lettino dentistico.

10 ottobre 2006

Una questione di Privacy.
In questi giorni, la mia linea telefonica sta subendo dei problemi che spero siano risolti al più presto, quindi aggiorno il blog da lavoro.
Di cosa parlare? Ma ovviamente di due argomenti strettamente correlati: "Spinelli al parlamento" e "Atomica coreana"! Adesso spiego l'incredibile legame: Il Garante della Privacy ha ritenuto inadatta al pubblico la visione di stasera alle Jene del servizio in cui si estorceva con uno stratagemma il sudore a 50 parlamentari italiani attraverso un tampone, che in realtà è un drugwipe, test che certifica se il soggetto ha nelle ultime 36 ore assunto cannabis, cocaina, anfetamine, od oppiacei. Le Jene dicono che il test, ha dato responso positivo per il 30% dei sottoposti; per cercare di aggirare eventuali divieti il servizio non avrebbe reso riconoscibile l'identità del parlamentare "controllato", nè la sua eventuale positività. Niente da fare, nonostante questo stratagemma, non vedremo mai il servizio. Una questione di privacy l'impedisce. Una privacy che difenderà a questo punto i parlamentari dalle sanzioni della "Fini-Giovanardi" la terribile legge sulle droghe che comporta a chi è considerato in effrazione, sia pur per la detenzione di poche quantità di oppiacei, disposizioni giudiziari come la segnalazione alle prefetture, l'obbligo di frequentare i Sert per l'esame periodico delle urine, il ritiro del passaporto e/o della patente e magari la galera. Ma che centra tutto ciò con gli esperimenti nucleari della Corea del Nord? Assodato che è terribile che il governo di Pyogyang cerchi un escalation nucleare a suon di bombe, è alquanto sfacciato che Usa, Cina e Russia, i primi a rendere planetaria la proliferazione di queste armi, si mettano loro a dettare i termini di un negoziato, inoltre tutto ciò rende nuovamente ridicola la presenza sulla scena internazionale di Onu e Unione Europea come figure diplomatiche. Non alzano la voce per non disturbare i grandi manovratori dei poteri forti, di cui non si deve assolutamente fare nome, un'altro riguardo... un'altra questione di privacy

08 ottobre 2006

Oggi ricorre il quinto anniversario del disastro di Linate
Il disastro di Linate, con un bilancio finale di 118 vittime, è il più grave incidente aereo mai avvenuto in Italia; tra le collisioni al suolo nella storia dell'aviazione è superato solo dalla tragedia di Tenerife del 1977.
L'
8 ottobre 2001 alle ore 08:10 locali un McDonnell Douglas MD-87 della compagnia aerea Scandinavian Airlines System, in fase di decollo dall'aeroporto di Milano-Linate, entrò in collisione con un Cessna Citation entrato erroneamente in pista a causa della fitta nebbia.
Dopo l'impatto, l'MD-87 non riuscì a completare la fase di
decollo e si schiantò contro il deposito bagagli situato sul prolungamento della pista.
L'urto e l'
incendio successivamente sprigionatosi non lasciarono scampo agli occupanti di entrambi gli aeromobili, ne a quattro addetti allo smistamento bagagli al lavoro nel deposito.
A meno di un mese di distanza dall'
attacco al World Trade Center di New York molti, in un primo momento, pensarono a un attentato terroristico; ben presto fu invece chiaro che si trattava di un incidente.
Il 20 novembre 2002 ha avuto luogo la prima udienza preliminare del processo penale per l'attribuzione delle responsabilità nell'ambito dell'incidente di Linate, giunto oggi al secondo grado di giudizio.
Il
13 marzo 2003, nel corso dell'ottava e ultima udienza preliminare, sono stati rinviati a giudizio, con l'accusa di concorso in disastro colposo e concorso in omicidio colposo plurimo, i seguenti imputati:
Sandro Gualano -
amministratore delegato dell’Enav
Fabio Marzocca - direttore generale dell’Enav
Santino Ciarniello - responsabile dei servizi del traffico aereo (Enav)
Sandro Gasparrini - responsabile delle operazioni di terminale di Enav
Nazareno Patrizi - responsabile gestione regionale
Lombardia (Enav)
Raffaele Perrone - responsabile del Centro Assistenza Volo (Enav)
Paolo Zacchetti -
controllore del traffico aereo (Enav)
Francesco Federico - responsabile circoscrizione territoriale (
Enac)
Vincenzo Fusco - direttore dell’aeroporto di Linate (Enac)
Antonio Cavanna - responsabile dell’Unità Organizzativa Sviluppo e Manutenzione Risorse Aeroportuali di
Sea
Giovanni Lorenzo Grecchi - responsabile del settore gestione Risorse Aeroportuali di Linate (Sea)
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Il processo di I grado
Fin dalla prima udienza, il
4 giugno 2003, il processo è stato spezzato in due tronconi, uno secondo l'iter regolare e l'altro secondo la procedura del cosiddetto rito abbreviato.
Il
16 aprile 2004 venne pronunciata la sentenza del processo regolare, il 14 marzo 2005 quella di rito abbreviato; tali sentenze diedero i seguenti esiti:
Sandro Gualano: 6 anni e 6 mesi.
Fabio Marzocca: 4 anni e 6 mesi.
Santino Ciarniello: 3 anni e 4 mesi.
Sandro Gasparrini: assolto.
Nazareno Patrizi: 3 anni e 10 mesi.
Raffaele Perrone: 3 anni e 10 mesi.
Paolo Zacchetti: 8 anni.
Francesco Federico: 6 anni e 6 mesi.
Vincenzo Fusco: 8 anni.
Antonio Cavanna: assolto.
Giovanni Lorenzo Grecchi: assolto.
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Il processo di II grado
Il processo di appello ha avuto il suo epilogo il
7 luglio 2006, quando è stata pronunciata la seguente sentenza:
Sandro Gualano: 6 anni e 6 mesi.
Fabio Marzocca: 4 anni e 4 mesi.
Santino Ciarniello: 2 anni e 8 mesi (
patteggiati).
Sandro Gasparrini: assolto.
Nazareno Patrizi: 3 anni (patteggiati).
Raffaele Perrone: 3 anni (patteggiati).
Paolo Zacchetti: 3 anni.
Francesco Federico: assolto
Vincenzo Fusco: assolto.
Antonio Cavanna: 3 anni.
Giovanni Lorenzo Grecchi: 3 anni.
L'
indulto approvato definitivamente dal parlamento il 29 luglio 2006 ha ridotto di 3 anni tutte le condanne.
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Cosa è cambiato
Come sempre accade dopo una tragedia, nuovi regolamenti, infrastrutture e procedure sono stati varati, sia a Linate che nel resto d'Italia, per aumentare la sicurezza degli aeroporti in caso di nebbia.
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Segnaletica orizzontale
A Linate è stata messa completamente a norma la segnaletica orizzontale; Il raccordo R5 è stato rinominato raccordo N (November), dato che si sviluppa verso
nord (North); similmente, il accordo R6 ora si chiama W (Wiskey), dato che porta al piazzale ovest (West).
Allo stesso modo, tutti gli altri aeroporti afflitti dal problema della nebbia (come ad esempio
Milano-Malpensa, Bergamo-Orio al Serio e Torino-Caselle) sono stati oggetto di importanti migliorie nella gestione dei movimenti al suolo con bassa visibilità.
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Radar di terra
Il
19 dicembre 2001, dopo soli due mesi dal disastro, tutti gli impedimenti che avevano ritardato l'installazione del radar di terra vennero definitivamente superati e la torre di controllo poté nuovamente avvalersi di tale utilissimo strumento.
Un radar di terra venne in seguito installato anche negli aeroporti di
Torino e Bergamo, cosa già da tempo pianificata ma di certo eseguita più celermente a seguito dell'incidente.
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Nuove procedure in bassa visibilità
A seguito del disastro vennero colmate anche molte lacune normative nell'ambito dell'aviazione civile: in data
30 giugno 2003, l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile produsse un regolamento denominato Operazioni ogni tempo nello spazio aereo nazionale; tale regolamento venne recepito dall'Ente Nazionale Assistenza al Volo e tradotto il 25 novembre 2004 in un documento intitolato Disposizioni operative permanenti per le procedure in bassa visibilità.
Tali disposizioni costituiscono oggi nel nostro Paese il codice di riferimento per
piloti e controllori del traffico aereo ogni qual volta la visibilità in un aeroporto scende al di sotto di 550 metri.
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Corso LVP in Enav
Il
5 gennaio 2005 Enav ha varato il primo Corso LVP (Low Visibility Procedures - Procedure in bassa visibilità) per i propri controllori di volo; tale corso costituisce oggi parte integrante del bagaglio tecnico-professionale di ogni controllore che si accinge ad iniziare la professione.
(da Wikipedia)

07 ottobre 2006

Dalla parte del toro.
Lo devo ammettere! L’ultimo video di Caparezza mi piace proprio, e non solo per partigianeria calcistica (a proposito stamane al Balon ho comprato una sciarpa di raso del Toro, spero proprio che porti fortuna! Ce ne vuole!!!!), bensì la scelta di girare il video tra i vicoli storici di Cisternino, con tutte quelle bianche ed irregolari casupole di tufo, mi fa ritornare in mente il paese di mia mamma, nella provincia di Taranto; case che sono qualcosa di curioso e genuino, una sfida provocatoria ai sani dettami dell’urbanistica, il caos come identità e ricchezza, tratti storici uno accatastato all’altro, un sovrapporsi di memoria, come i volti delle persone, dove puoi scorgere quel taglio mediterraneo dello sguardo che ritrovi solo nei discendenti di alcune tribù Normanne o Saracene o Greche. Ed i primi piani delle comparse del video ben testimoniano questo.
“Se conosci la tua storia sai da dove viene il colore del sangue che ti scorre nelle vene …” cantava Raiz in “Figli di Annibale” quando era negli Almamegretta, molti anni fa. Personalmente mi definisco un meticcio, con buona pace dei puristi della razza italica o Padana o Ociddentale, e non soltanto perché ho padre piemontese e madre pugliese, ma perché credo che solo cercando la diversità nelle culture puoi veramente arricchirti…. No?

06 ottobre 2006

Ma il treno dei miei desideri all'incontrario va..... inizio questa strana mia nuova avventura nel web con questo blog che spero mi rassomigli un po', così un po' confuso, allegro, spregiudicato, insoddisfatto, provocatore, dissacrante.
Tra l'altro è periodo di scioperi, trasporto e informazione, in un certo senso si perde il filo della circolazione d'informazione e del movimento delle persone; che possa capitare di fare strani incontri alla ricerca di metodi alternativi di raggiungere luoghi o verità? Che ne so.... se sei un assiduo lettore de "La Stampa" o un fans di "Studio Aperto" e ti ritrovi di colpo senza le tue bugie preferite allora puoi quasi quasi provare a cercare su Internet qualche notizia di vera e sana informazione magari imbattendoti sui siti di PeaceReporter o Rainews24..... chissà le sorprese.
Baci e a presto