29 novembre 2007

Da una decina di giorni, a Torino, alcuni rifugiati politici che provengono dall'Africa hanno occupato una vecchia struttura in via Bologna, quasi di fronte a dove andavo io a scuola più di 13 anni fa, e a un cinquecento metri da dove lavoro adesso.
Sono a Torino da più di un anno, e fino a qualche mese fa il comune aveva provveduto a loro, ma ora, complice i ritardi per approvare la delibera per "l'emergenza freddo", si è bellamente derubricato il problema alla provvidenza....
Con un collega ho fatto visitato a loro, per portargli del cibo, le condizioni igieneiche in cui vivono sono sotto qualsiasi standard accettabile in un paese che si definisce civile; le uniche cose che ricevono sono frutto dell'aiuto di alcuni militanti dei centri sociali e da abitanti solidali del quartiere.
Vi diffondo un loro comunicato.
Per noi non c'è più il passato, c'è solo il futuro!
Siamo uomini partiti dai nostri paesi per ricominciare avivere.
Veniamo dal Sudan, dall'Eritrea, dall'Etiopia, dalla Somalia, dal Sahara sud occidentale, dal Niger, dal Ciad edalla Costa d'Avorio. Paesi in guerra, paesi che vivono conflitti, dove è difficile avere una vita normale.
Per venire qui in Europa abbiamo viaggiato, abbiamo superato molti confini. Per venire qui ci siamo lasciati alle spalle il passato. Qui noi vogliamo costruire il futuro.
Ma non è facile.
Noi non siamo stati accolti come cittadini, ma come "un problema". Ci avete dato un foglio di carta, ma non ci avete dato nient'altro. Ma se non abbiamo una casa non possiamo avere la residenza. Se non abbiamo la residenza non possiamo avere il medico, l'abbonamento per i mezzi pubblici, la carta d'identità.
E senza queste cose chi ci dà un lavoro? E senza lavoro come mangiamo?
Abbiamo capito molto in fretta e sulla nostra pelle che i diritti scritti sulla Convenzione di Ginevra sono solo parole sulla carta. Ma non abbiamo paura. Credete forse che dopo tutta la strada che abbiamo fatto e dopo tutto quello che abbiamo visto siamo disposti a rinunciare? E come? Per noi non c'è più il passato, c'è solo il futuro!
Dove viviamo adesso, in via Bologna, ci sono uomini che nei paesi da cui arrivano combattevano uno contro l'altro. Combattevano con l'odio, ma era un odio che non avevano scelto. Qui viviamo tutti insieme perché abbiamo tutti gli stessi bisogni. Non conta il passato, conta solo la decisione di lottare per conquistarci il futuro, una nuova vita.
Non ci terrete nascosti. Se voi non ci vedete, noi andremo per le strade. Se voi non ci ascoltate, noi urleremo. Se voi non ci volete parlare, noi parleremo con tutti per farvi capire che non siamo un problema, ma siamo persone, siamo anche noi cittadini!
I rifugiati di via Bologna - Torino

22 novembre 2007

Citazioni (in attesa di…)


In questi giorni sto scrivendo un racconto che presto posterò sul blog; perciò riesco a scrivere poco d'inedito da queste parti, comunque in attesa che questo racconto prenda forma in modo decente, vi lascio una serie di citazioni, raccolte qua e là…, ditemi che ne pensate, che cosa vi viene in mente, rispondetemi con latre citazioni, insomma.. ho davvero poca fantasia in questo periodo che vi devo dire???
A presto


- Ratzinger ha invitato i giovani alla castità, se funziona con loro poi proverà con i preti.
(Daniele Luttazzi)

- Ci sono due tipi di artisti: quelli che vogliono passare alla storia e quelli che si accontentano di passare alla cassa.
(Giorgio Gaber)

- Non si raccontano bugie deliberate, ma a volte bisogna essere evasivi.
(Margaret Tatcher)

- Margareth Thatcher? Se fosse stata una bella gnocca me ne ricorderei.
(Silvio Berlusconi)

- Per me destra e sinistra si equivalgono: in stupidità.
(Giorgio Bocca)

- Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori.
(Ennio Flaiano)

16 novembre 2007

Pensandoci su.

Una settimana di ferie.
È quella che sto passando in questi giorni.
Ne avevo bisogno, ne avevamo bisogno… così ché martedì mattina ho caricato in macchina famiglia e pochi bagagli e si è partiti per la Liguria. Un tre giorni passati dalle parti di Sarzana e territori limitrofi.
Bernie ha potuto così vedere per la prima volta il mare. Per me e mia moglie è sempre un piacevole diversivo alla nostra grigia città. Tutto sommato siamo stati in giro un bel po’, abbiamo visto alcuni borghi marini, che immagino nell’estate si popolino di gente facoltosa che scende con Suv e monovolumi vari dalla Lombardia e dal Piemonte per godersi ville e barche, in questi giorni placidamente ancorati ai moli semideserti di paesi come Lerici, Portofino, La Spezia, Portovenere…
Il tempo è stato clemente o quasi, magari un po’ freddo di sera.
Ne abbiamo approfittato per un paio di buone mangiate di pesce e focacce.
Ma a parte passeggiate, mangiate, foto, filmini, parole… ho cercato di pensare un po’ a quello che è successo domenica scorsa.

Quando verso le 14.30 sono arrivato allo stadio per assistere a Toro-Catania non sapevo nulla di quello che era successo la mattina nell’autogrill di Badia al Pino dove era stato ammazzato Gabriele Sandri.
I miei amici mi misero così al corrente, compreso della decisione di una parte cospicua dei tifosi del Toro di non entrare allo stadio. E di manifestare fuori dal Comunale-Olimpico il proprio sdegno per quello che era successo. Poi, visto che molti capi ultrà non si mettevano d’accordo con le modalità della protesta, si è entrati allo stadio, chi prima, chi dopo per assistere alla partita, ma senza striscioni né cori, mentre da Bergamo arrivavano notizie che la partita era stata sospesa e rinviata per invasione (che poi non c’è stata, semmai una serie di danni alle strutture dello stadio). Una domenica di calcio atipica. Ma soprattutto una domenica di violenza, iniziata nell’autogrill di Badia al Pino e finita con l’assalto alla sede del CONI e in alcune caserme di Roma.
Mi addolora la morte di una persona, soprattutto se giovane e per motivi futili. Giorno dopo giorno si delinea la dinamica della sparatoria a Badia al Pino, e le dichiarazioni allucinanti di Luigi Spaccarotella (il poliziotto della stradale indagato per omicidio) mi ricordano, anche fin troppo quelle del carabiniere Placanica nei giorni seguenti all’uccisione di Carlo Giuliani a Genova, o a quelle dei poliziotti che “fermarono” a Piacenza Federico Aldrovandi e lo riconsegnarono alla famiglia solo all’obitorio.
Non ho preconcetti verso le forze dell’ordine. Ma sicuramente non sempre la loro presenza è sinonimo di sicurezza, tutt’altro. Forse questa volta qualcosa cambierà. Sarà per l’estrazione della vittima, rampollo della Roma bene (ed anche un po’ nera…. Basta vedere chi sfilava a Roma nelle ore seguenti all’omicidio, e al tenore degli striscioni e dei manifesti che campeggiarono la capitale), visto l’estrazione di Spaccarotella (popolare e vicino alle idee di sinistra, una rarità..), sarà per l’elevata presenza di testimoni, sarà il bisogno di dare un colpo alla botte ed una al cerchio (anche la posizione degli altri occupanti della macchina dove viaggiava Sandri si è aggravata in merito alla rissa con i tifosi juventini), ma forse per Spaccarotella le cose non passeranno molto lisce.
Resta che il vero, ulteriore, giro di vite spetterà al mondo dei tifosi.
Infatti già si annunciano nuove norme limitanti all’accesso agli stadi, ed in molti sono a puntare il dito contro i facinorosi del fenomeno ultrà.
Credo che a Sky e a Mediaset già facciano festa. Si annunciano nuovi abbonamenti in arrivo per chi sarà terrorizzato ad andare allo stadio a vedere le partite…..
Per quanto mi riguarda, non credo che soffiare sul fuoco sia la mossa più efficace.
Mi considero un appassionato di calcio e della mia squadra del cuore, e finora nulla mi farà cambiare idea e mi indurrà a disertare lo stadio e non cantare i miei inni. Ma rifiuto quel codice d’onore che obbliga a scontrarmi fisicamente con altri tifosi o poliziotti, anche se fosse per scambiarsi semplici schiaffoni (e se qualcuno chiama semplici gli schiaffoni, vi lascio intuire cosa pensa della coltellate). Credo altresì che l’Italia aspetti da numerosi anni (uhmmm… diciamo dall’inizio della Repubblica) una vera e propria riforma dell’ordinamento delle forze dell’ordine. La storia mi porta a pensare che avere un’arma in mano è una responsabilità troppo alta per un essere umano che può prendere alcune decisioni in modo del tutto arbitrario. Senza parlare della facilità che questi corpi militari hanno di essere attraversati da manovre politiche destabilizzanti o criminose…. E di quell’aurea di omertà che si crea, all’interno delle rispettive armi, in solidarietà a poliziotti, carabinieri, finanzieri quando sono al centro di inchieste giudiziarie, e questo anche grazie a coperture politiche e degli ambienti che fanno capo ai tribunali. E questo dovrebbe finire.

No so se quello che provo per il futuro sia fiducia. Sicuramente la curiosità che provo m’induce ad andare avanti secondo le mie idee, i miei valori e i miei gusti.
Amo fare l’amore, mangiare, bere, viaggiare, leggere, scrivere, guardare film, parlare con le persone, capire le cose.
Amo la mia famiglia, i miei amici e persino il mio lavoro.
Amo guardre il mare, nuotare, camminare in collina e in montagna.
Amo camminare per strade che non conosco, scoprire le storie che non so.
Amo emozionarmi sotto le stelle, ridere in una birreria, tirare calci ad un pallone in un campetto di periferia.
Amo andare allo stadio.
A questo punto della vita, Amo non cambiare idea.
E guardare l’orizzonte con Bernie.

10 novembre 2007

L’effetto che fa.


Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….
essere un giornalista, definirsi progressista, ma aperto al dialogo con la destra, sensibile alle ragioni del Nord leghista, per una laicità che accoglie le parole del Papa….
Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….

Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….
Consumare una vita al bar, vincere 10000 euro al lotto, vantarsi e dirlo a tutti, poi ricevere il giorno dopo la telefonata di un cugino, alla lontana, che ti dice: “ho bisogno di operarmi, sai il bere, ti ricordi.. mi hai fatto iniziare tu…”
Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….

Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….
Andare alle primarie del Pd, avere casa in centro, dirsi per una società multiculturale, comprare prodotti in un negozio equosolidale, leggere Baricco, ed avere paura se tua figlia esce con un ragazzo rumeno…
Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….

Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….
Passare da lunedì a venerdì a lamentarsi del traffico, della mancanza di parcheggio, della coda al supermercato, dei vicini rumorosi, dello smog, poi andare il finesettimana in montagna e annoiarsi terribilmente…
Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….

Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….
Ad avere un cugino che lavora in comune che ti fa avere una casa popolare senza che tu ne abbia i requisiti, un fratello vigile urbano che ti fa avere un pass per disabili per la macchina anche se sei normodotato, avere uno zio assicuratore che ti procura un’assicurazione di comodo per l’auto, e poi prendere l’autobus e indignarsi che sopra ci trovi dei rom che non hanno pagato il biglietto…
Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….

Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….
Mettersi insieme ad una ragazza a sedici anni, a venticinque andare a vivere insieme, a ventotto sposartela, a trenta avere il primo figlio, a trentatré il secondo, a trentacinque cambiare casa, a quaranta cambiare macchina, a quarantacinque trovarsi un’amante e dire di tua moglie che è una donna che non ti hai capito…
Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….

Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….
Indignarsi per la guerra, irritarsi per la mafia, stizzirsi per il razzismo, contrariarsi per la fame nel mondo, indispettirsi per la deriva della politica, infastidirsi per i pessimi programmi televisivi, turbarsi per il disprezzo della natura, arrabbiarsi per il dispregio dei diritti sul lavoro, infuriarsi per la mancanza di laicità nella società, poi aprirsi un blog per cercare di baccagliare…
Chissà, chissà, chissà l’effetto che fa….

05 novembre 2007


E tempo di capri espiatori.
Per quanto sia difficile coabitare con persone diverse da noi, per cultura e costumi, non si può fare di tutta un'erba un fascio. I miei vicini di casa rumeni sono persone oneste, ma anche se facessero delle cose illegali vorrei che fossero giudicati per il reato commesso, non per la loro appartenenza etnica.
La violenza sulle donne è ripugnante, e l'ambito più gettonato per questa infamia è la famiglia. Ma di questo Veltroni s'indigna poco.
La ragazza inglese uccisa a Perugia e la donna stuprata a Cagliari nelle ore appena successive al massacro di Roma sono vittime anch'esse, ma stranamente nessuno politico passeggia per le strade dei quartieri dove sono avvenute quelle violenze, nessun sindaco delle due città chiede giustizia tramite leggi speciali che slavaguardino la dignità di chi è offeso irreparabilmente. Solo esiste il vecchio tranello di riversare su qualche categoria di cittadini, il malcontento per una società che perde la via della civiltà, assillata da una precarietà che dal mondo del lavoro si riverbera sulla tenuta della stessa struttura sociale ed umana di questo paese.
Il nemico perciò non è chi regge gli apparati economici, finanziari, produttivi, amministrativi di questo paese, ma bensì chiunque sia appena più indifeso di noi.
Nel mio piccolo, francamente, questo mi pare un orrore.

01 novembre 2007

Punti di vista

Care/i bloggers torno a calcare queste scene dopo più di due settimane di lontananza.
In questi giorni ho avuto una gran difficoltà a dedicarmi al mio blog. Il lavoro, la famiglia e il dentista hanno avuto la meglio su di me, perciò le mie poche forze residue giornaliere le ho dedicate a Bernie, al Toro, e alla lettura di “Gomorra”.
Oggi torno a voi per una serie di considerazioni sull’attualità politica.


- Veltroni incoronato a segretario del Pd:

il più noto sindaco di Roma, dopo esser riuscito nell’impresa titanica di vincere le primarie con una piattaforma così moderata che al confronto Rosy Bindi pareva lei la ex-comunista, ha scelto Milano per ascendere al trono del partito che di nome fa democratico, ma nei fatti suona oligarchico. Il succo del suo discorso è stato che la stima verso questo governo è illimitata, ma se l’UDC ce stà se po’ fa a farlo cadere, anche perché adesso il partito di Casini (quello sposato due volte che difende il matrimonio uno e indivisibile), Cesa (quello che chiede più soldi ai parlamentari e dice che vuole moralizzare la politica), Giovanardi (quello che dice che con la mafia bisogna convivere e che bisogna fare il ponte sullo stretto) gli fa meno schifo che stare con la sinistra che chiede, di tanto in tanto, di rispettare certi impegni con gli Italiani. Non pensavo che il passo dai quaderni di Gramsci ai pizzini di Provenzano fosse così breve.


- Che ora è a sinistra?:

sabato 20 ottobre ero a Roma alla manifestazione indetta da “il Manifesto”, “Liberazione” e “Carta”. Ci sono andato per sapere che aria tirasse dalle parti di quella che sarebbe la sinistra istituzionale. Ho incontrato una vasta partecipazione di militanti dei due partiti comunisti più famosi (in Italia pare ce ne siano almeno una decina di sigle figlie di Marx), sindacalisti Fiom, ed espressioni di movimenti sociali (ve li ricordate, erano vivi nei social forum fino a qualche anno fa). Un po’ tutti chiedevano ad un governo, che quasi nessuno ama più, di fare qualcosa contro il precariato, contro le grandi opere mangia-ambiente, contro la guerra, contro la svolta securitaria delle città, a favore dei migranti e delle coppie di fatto, per la laicità di stato.

E tutti i dirigenti di partito a dire sì vi abbiamo capito, tranne poi inseguire, dal giorno dopo, il metodo politico del Pd, tanto che si parla di Nichi Vendola come guida di un ipotetico schieramento che raggruppi Prc, Pdci, Verdi e Sinistra Democratica. A questo punto sorge una domanda. Ma se Vendola è la risposta a Veltroni, chi sarà la risposta a Rosy Bindi? Wladimir Luxuria???!!!


- Premiata ditta Mastella & Di Pietro:

con il voto di ieri in commissione in cui l’udeur e l’idv si sono schierati con la casa delle libertà, è stata affossata ogni possibilità d’istituire una commissione parlamentare sui fatti del G8 di Genova nel luglio 2001. Ecco, ora devo proprio ringraziare questi deputati dei partiti di Di Pietro e Mastella (due nomi, due sicurezze) che hanno reso possibile questa bocciatura. E lo faccio per tre ragioni:
1) Hanno dimostrato, checché se ne pensi, che il nostro paese è incapace di ogni minima possibilità di fornire verità su se stessa, siamo il paese degli eterni misteri di stato, e continueremo ad esserlo.
2) Hanno, con il loro voto, evitato un’ingente spreco di denaro pubblico per una cosa, che se fosse stata approvata, avrebbero poi fatto di tutto per sviare, insabbiare, affossare.
3) Hanno dimostrato, aldilà di ogni ragionevole dubbio, che Mastella e Di Pietro sono due emeriti stronzi!