06 ottobre 2009

Il 17 Ottobre tutte e tutti a Roma contro il Razzismo!



Il 7 ottobre del 1989 centinaia di migliaia di persone scendevano in piazza a Roma per la prima grande manifestazione contro il razzismo. Il 24 agosto dello stesso anno a Villa Literno, in provincia di Caserta, era stato ucciso un rifugiato sudafricano, Jerry Essan Masslo, noto per le sue battaglie contro il lavoro nero e lo sfruttamento degl'immigrati.
A 20 anni di distanza, il razzismo non è stato sconfitto, continua a provocare vittime e viene alimentato dalle politiche del governo Berlusconi. Il pacchetto sicurezza approvato dalla maggioranza di centrodestra risponde ad un intento persecutorio, introducendo il reato di "immigrazione clandestina" e un complesso di norme che peggiorano le condizioni di vita dei migranti, ne ledono la dignità umana e i diritti fondamentali.
Questa drammatica situazione sta pericolosamente incoraggiando e legittimando nella società la paura e la violenza nei confronti di ogni diversità.
Intanto, nel canale di Sicilia, ormai diventato un vero e proprio cimitero marino, continuano a morire centinaia di esseri umani che cercano di raggiungere le nostre coste. E´ il momento di reagire e costruire insieme una grande risposta di lotta e solidarietà per difendere i diritti di tutte e tutti rifiutando ogni formadi discriminazione e per fermare il dilagare del razzismo. Pertanto facciamo appello a tutte le associazioni laiche e religiose, alle organizzazioni sindacali, sociali e politiche, a tutti i movimenti a ogni persona a scendere in piazza il 17 ottobre per dare vita ad una grande manifestazione popolare in grado di dare voce e visibilità ai migranti e all´Italia che non accetta il razzismo sulla base di queste parole d´ordine:

No al razzismo
Regolarizzazione generalizzata per tutti
Abrogazione del pacchetto sicurezza
Accoglienza e diritti per tutti
No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono
Rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro
Diritto di asilo per rifugiati e profughi
Chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
No alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell´accesso ai diritti
Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all´istruzione per tutte etutti
Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
Contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay,lesbiche, transgender
A fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta per la difesa del posto di lavoro


E cazzo e venitevene a Roma!!

30 settembre 2009

Per fortuna che c'è stà er piddì....


Domanda: Scusi Onorevole Bersani perchè non è andato a votare alla Camera la mozione sull'incostituzionalità dello scudo fiscale, regalando di fatto lo stesso al governo Berlusconi?
Risposta: Mmmmmhhhh.... non mi andava.... avevo male al dente... mmmmmhhhhh......



Domanda: Scusi Onorevole D'alema perchè non è andato a votare alla camera la mozione sull'incostituzionalità dello scudo fiscale, regalando di fatto lo stesso al governo Berlusconi?

Risposta: Per carità.. non me ne parli.. ogni anno è sempre più difficile trovare il regalo di compleanno adatto per il Cavaliere... che faticaccia!!!



Domanda: Scusi Onorevole Franceschini, perchè non è andato a votare alla camera la mozione sull'incostituzionalità dello scudo fiscale, regalando di fatto lo stesso al governo Berlusconi?

Risposta: Saluti a voi sfigati.. sta volta mi sono guadagnato il week-end a villa Grazioli!! Yuuhhhhh!!!!



17 settembre 2009

Quanto vale il sangue versato per la guerra.


Con l’attentato compiuto stamane nel pieno centro di Kabul, e che è costato, fin’ora la vita a sei militari italiani e il ferimento di altri quattro nostri connazionali in divisa, oltre all’uccisione di quindici civili afghani e il ferimento di circa altri sessanta, salgono a venti le vittime tra i militari italiani del contingente in Afghanistan in cinque anni di missione “umanitaria”.

Verso le vittime e i loro familiari è giusto esprimere dolore e cordoglio. Ma non basta, non è una formula con cui lavarsi la coscienza.

Questo è un tributo di sangue altissimo, per trovarsi alla fine con un pugno di mosche in mano, dato che secondo l'Icos, un organismo internazionale che monitora la sicurezza e lo sviluppo in Afghanistan, il territorio del paese medio-orientale si trova attualmente al 95% in mano dei Talebani.

Senza contare che le tanto sbandierate elezioni presidenziali avvenute ad inizio mese hanno visto un’alta astensione ed un alto fenomeno di brogli accertati da tutti gli osservatori internazionali, tanto che il presidente eletto Karzai è sempre più considerato un amministratore senza reale appoggio da parte dei suoi compatrioti.

L’intervento militare in Afghanistan è sempre più inutile, nonostante le ossessive parole del ministro La Russa che anche oggi, al senato, ha riaffermato la ferma convinzione che la missione non si fermerà. Ciò nonostante la stessa Corte penale internazionale (Cpi) ha iniziato a raccogliere informazioni su possibili crimini di guerra commessi in Afghanistan dalle truppe Nato, e dai Talebani. Tra gli abusi commessi vi sarebbero attacchi indiscriminati contro la popolazione, torture e l'aver causato effetti collaterali al di là di quanto possa essere considerato inevitabile.

È venuto ormai il tempo per una strategia di uscita veloce e completa, ed il sostegno alla ricostruzione del paese attraverso l’intensificazione della cooperazione internazionale; ed è anche venuta l'ora di far sentire forte la voce di chi non c'è la fa più a sapere che l'articolo 11 della nostra costituzione è palesemente violato, al costo di troppe vite umane, dal nostro governo.

Per chi vuole può passare al presidio, organizzato dalle realtà pacifiste locali, di domani venerdì 18, a Torino, dalle ore 17.00, in Piazza Castello, angolo Via Garibaldi, per chiedere l’immediato ritiro del contingente Italiano dall’Afghanistan.

14 settembre 2009

Se uno striscione fa paura al potere....






Non scrivo da molto... ma a questo giro non posso stare zitto.
Guardatelo e condividetelo il più possibile!

21 giugno 2009

Testimonianza dall'Abruzzo








..E sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re...


Spendono miliardi in opere inutili e dannose a noi neanche le briciole Spendono miliardi in armamenti a noi arrivano solo questi ultimi, con la canna puntata verso di noi, con i razzi intorno alla scuola della guardia di finanza e all'aeroporto di Preturo, con i cecchini sui tetti delle case agibili Ogni sfollato ha un badge, una tessera magnetica personale con tanto di codice a barre, per entrare e uscire dal campo, per girare dentro il campo, per andare a mangiare. La Protezione civile, la polizia, i militari controllano ogni nostro movimento sorvolando con gli elicotteri le zone terremotate, la protezione civile ha scoperto circa 380 "abusivi". Ai terremotati accampati fuori dai lager delle tendopoli tolgono le tende e il cibo, così sono costretti ad andare in quei campi di concentramento. Ma in quello di Preturo ultimamente sono finite le scorte e c'è chi pensa che lo chiuderanno in vista del G8. Chi vive e lavora nella zona di Preturo e Coppito, è stato invitato caldamente ad andarsene, oppure a recarsi in questura per avere il permesso di uscire ed entrare di casa o di tenda per motivi di lavoro. Ma in questura sono finiti i permessi della protezione civile e i fortunati che hanno trovato un lavoro dopo il sisma saranno probabilmente costretti a lasciarlo per i giorni del G8. La militarizzazione è sempre più imponente, posti di blocco ovunque. Terreni prima coltivati a grano sono stati espropriati per ampliare l'aeroporto, per costruire una superstrada in funzione del G8, per costruire una trentina di case destinate ad alloggiare le delegazioni del G8 (per l'occasione Berlusconi ha stipulato commesse con i migliori mobilieri italiani: "solo mobili di pregio per gli 8 grandi!") Per questo maledetto G8 spenderanno più di 400milioni di euro Per i terremotati invece niente, gli tolgono caffè e alcolici per evitare che si innervosiscano e li finiscono di intontire con le messe. Ma si sa, anche gli sfollati sono fatti di carne e l'occhio vuole la sua parte, così dopo i clown, gli spettacoli folkloristici e gli strizzacervelli hanno fatto un'altra bella pensata per "allietare" la loro prigionia: il concorso di bellezza "Miss tendopoli Abruzzo".
Rete di soccorso popolare

03 giugno 2009

Cosa voterò, chi voterò.

Non ve la sto a fare troppo lunga, sapete come sono fatto.
Le elezioni europee incombono.
E tra un “Papi” e arringhe varie contro i giudici si è parlato di tutto tranne che del significato di queste elezioni.
A cosa serve il parlamento europeo? Beh.. più o meno dovrebbe essere un organo d’indirizzo legislativo per i paesi dell’unione europea, in realtà all’estero lo prendono sul serio, qui da noi invece se ne parla solo per farci su un servizio sugli stipendi dei parlamentari o per parlare di come si dovrebbe fare la pizza. Figurati se i media italiani perdono tempo per dare notizie delle prese di posizione su “orari di lavoro”, “integrazione multietnica”, “diritti civili” o altre materie in cui il parlamento delibera….
Credo che l’eurogruppo che meglio si sia mosso in questi anni sia stato quello della Gue/Ngl, ovvero il Gruppo parlamentare della Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica che unisce partiti comunisti, anticapitalisti, socialisti di sinistra ed ecologisti.
Pensateci quello che volete, ma mi sono sentito rappresentato da loro, non certo da quello dei socialisti (dove, forse, chissà, dovrebbero sedere gli eletti del Pd) o dei liberali (dove dovrebbero sedere gli eletti dell’Italia dei valori) o dai popolari (dove siedono gli eletti italiani del pdl e dell’udc), spesso d’accordo tra loro nel votare delibere a favore dei grandi capitalisti, della Nato, delle privatizzazioni, delle grandi opere inutili, ecc…

Voterò.. prendendomi le mie responsabilità di tutto ciò.
Voterò la lista che accomuna Rifondazione Comunista – Comunisti italiani - socialismo 2000 perché candidano Dijana Pavlovic, unica candidata Rom dai partiti italiani.

Dijana Pavlović (Vrnjačka Banja, 1976) è un'attrice serba naturalizzata italiana, di etnia rom. Nata e vissuta in Serbia fino al 1999, Dijana si laurea nello stesso anno nella "Facoltà delle Arti Drammatiche” di Belgrado. Sempre nel 1999 si trasferisce a Milano, dove si sposa e dove attualmente lavora. Da tempo Dijana promuove la cultura e la letteratura Rom e svolge anche il ruolo di mediatrice culturale nelle scuole. È stata candidata per il consiglio comunale di Milano nel 2006 nella lista Uniti con Dario Fo e al Parlamento italiano nel 2008 nelle file della Sinistra Arcobaleno. Agli inizi del 2007 promuove con associazioni, comitati, esponenti della società civile la Rete Nopattodilegalità che si propone di contrastare il Patto di legalità e socialità del Comune di Milano che sottopone a un doppio regime legale i cittadini Rom. Nell’ottobre 2007, attuando uno sciopero della fame contro il Comune di Milano, favorisce la costituzione di un tavolo – che raccoglie le associazioni e il sindacato milanesi – che elabora una piattaforma di intervento sulla questione Rom.
Ora è candidata nella lista unitaria comunista ed anticapitalista per le elezioni europee. L'Italia è uno stato multiculturale e multietnico, aiuta a sostenere la battaglia di dignità e civiltà di tutte e tutti!Vota Dijana Pavlović!!

27 maggio 2009

Poche chiacchere, muoversi!!!

2 Giugno 2009, ore 15.00. Tutti a Novara!!Più spese sociali, meno spese militari!!!





L’iter parlamentare per l’approvazione dell’insediamento, a Cameri (NO), della fabbrica della morte per l’assemblaggio degli F-35 è ormai definito. A partire dal 2010 inizierà la costruzione del capannone da cui usciranno delle macchine che verranno consegnate a diversi stati che li utilizzeranno per bombardare ed uccidere.
Tale impresa industriale-militare viene condotta, con ampio dispendio di denaro pubblico, dalla multinazionale statunitense Lockheed Martin in associazione all'italiana Alenia Aeronautica (del gruppo Finmeccanica) e coinvolgerà una serie numerosa di fabbriche di armi e di morte collocate qua e là sul nostro territorio. Insomma, il riarmo come via d’uscita dalla crisi economica, come con la Grande Crisi degli anni ‘30 e con la Grande Depressione di fine ‘800. Peccato che in entrambi i casi questa strada abbia condotto a guerre mondiali. Di certo, l’impiego dei nuovi bombardieri nelle missioni “di pace” produrrà distruzione, morte e sofferenza.
Di sicuro gli F-35 sono i perfetti strumenti operativi di una sorta di gendarmeria mondiale in via di perfezionamento: una volta costruiti non faranno certo la ruggine in qualche hangar italiano o olandese, bensì saranno presto adoperati per uccidere e distruggere in svariate guerre, sia attuali sia future.Gli F-35 ci costeranno un sacco di soldi: circa 600 milioni di euro per costruire e attivare la fabbrica di Cameri, circa 13 miliardi di euro (a rate, fino al 2026) per l'acquisto dei 131 aerei che l'Italia vuole possedere. Del resto è stato già speso o impegnato quasi un miliardo di euro. E ciò risulta ancor più impressionante se si considera la grave crisi economica in corso. Nessuno può ignorare che, con una spesa di questa entità, si potrebbero senza alcun dubbio creare ben più dei miseri 600 posti di lavoro promessi all'interno dello stabilimento di Cameri. Si potrebbe altresì intervenire in vario modo per migliorare le condizioni di vita di tutti: per esempio ampliando e migliorando la qualità della spesa sociale, tutelando davvero territori e città (basti pensare agli effetti del terremoto abruzzese), investendo in fonti energetiche rinnovabili e ridistribuendo reddito.E poi vogliono costruire gli F-35 proprio ai confini del parco naturale del Ticino, che dovrebbe quindi sopportare l'impatto dei collaudi di centinaia e centinaia di aerei rumorosissimi e certamente inquinanti, con le relative gravi conseguenze per la salute e la qualità della vita degli abitanti della zona, mentre si potrebbe riconvertire il sito militare ad uso civile.
In definitiva, siamo contro gli F-35 perché ci ostiniamo a pensare che sia possibile vivere in un altro modo: senza aggredire gli altri popoli, senza militarizzare il territorio ed i rapporti sociali, operando perché cessi davvero la terribile guerra permanente che l'occidente dei ricchi conduce contro i poveri del nord e del sud del mondo.
Tutti a Novara, quindi, il 02 giugno 2009 alle ore 15.00, davanti alla stazione ferroviaria in piazza Garibaldi. Da lì partiremo per percorrere le strade della città e per gridare forte la nostra opposizione all'ennesima impresa di morte.
Contro la militarizzazione dei territori, contro le fabbriche della morte, contro tutte le guerre, per la riconversione dei siti militari ad uso civile, per un diverso modello economico.

Per adesioni: adesione@nof35.org - Per informazioni: info@nof35.org

30 aprile 2009

Buon Primo Maggio! Festa dei lavoratori!









"Il lavoro intellettuale strappa l'uomo alla comunità umana. Il lavoro manuale, invece, conduce l'uomo verso gli uomini."
Franz Kafka

22 aprile 2009

Aspettando.....

Care e cari.
Questo è un periodo un po' particolare per il sottoscritto, ci sono in ballo cose nuove ed importanti, che mi prendono da un punto di vista molto emotivo.
Famiglia, lavoro, politica.
Per tutte e tre le sfere sono giorni decisivi e frementi. Non vi sto a dire altro per ora.
Sappiate che sto dando il mio massimo.
Vorrei però dare un sentito grazie a Dario Franceschini, geniale segretario di quel geniale partito che è il Pd.
Grazie alla sua opera, Silvio Berlusconi e la sua cricca di fascisti, nani, ballerine, mafiosi e clericali vari quest'anno festeggieranno il 25 Aprile. A modo loro ovviamente. Con un bello show da Onna, paese distrutto dal terremoto in Abruzzo. Offrendo una bella lezione di revisionismo storico.
Grazie Franceschini!!! Se per grazia ricevuta le tv, giornali e quant'altro smettevano un giorno all'anno di occuparsi di fare spot a sua Emittenza, per commemorare il sacrificio dei partigiani che combatterono il nazifascismo, ecco che da ora in poi neanche per quella data ce lo teniamo fuori dai coglioni.

E questo lo dedico a chi deve avere per forza memoria:

07 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: solidarietà attiva


Rifondazione Comunista ha organizzato Brigate di solidarietà attiva con le popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo. Il campo di accoglienza dei nostri compagni è stato allestito in località Tempera, a pochi chilometri dall'Aquila.
La Federazione Prc di Pescara (via F. Tedesco, 8) funziona come centro di raccolta materiali e di accoglienza per gli evacuati.
Singoli o strutture che abbiano la possibilità di accogliere gli sfollati sono pregati quindi di chiamare il numero 085.66788
Chiunque volesse partecipare all'organizzazione dei soccorsi può chiamare:
Federazione Prc Pescara: 085.66788 (accoglienza evacuati)
Richi: 339.3255805 (generi di prima necessità come acqua, pasta, latte UHT, biscotti)
Marco Fars: 334.6976120
Francesco Piobbichi: 334.6883166 o spedire una mail al seguente indirizzo: piobbico@hotmail.com



C'è necessità urgente di: tavoli e sedie, coperte, sacchi a pelo, asciugamani, biancheria, pigiami, tende, gazebo, vestiario soprattutto per i bambini, generi di prima necessità (acqua, latte UHT, pasta, riso, biscotti, zucchero, caffè, pelati, olio, scatolame vario, carta igienica, saponette, sapone da bucato, spazzolini, dentifricio, detersivo per piatti, disinfettanti, carta da cucina, cerotti, guanti, sacchi per la spazzatura, assorbenti, pannolini e pannoloni per neonati e per anziani, omogeneizzati, piatti e bicchieri di plastica etc...)
ATTENZIONE! Facciamo un appello a tutti coloro che stanno partendo per portare il loro soccorso: non partite senza aver prima chiamato i numeri messi a disposizione. Siate attrezzati e soprattutto autosufficienti sia per quanto riguarda il vitto che l'alloggio.
Se volete invece mandare un contributo economico potete spedirlo a: Conto Corrente Bancario RIFONDAZIONE PER L'ABRUZZO; IBAN: IT32J0312703201CC0340001497 o tramite carta di credito: sottoscrizione online per aggiornamenti o informazioni: http://www.partitosociale.org/

23 marzo 2009

No allo smantellamento del testo unico per la sicurezza sul lavoro!!!!!




Mesi fa parlammo dell'appello per il reintegro del macchinista Dante De Angelis, ma adesso c'è una battaglia più grossa da combattere, ed è quella per la difesa del Testo unico per la sicurezza sul lavoro, che rischia di essere smantellato da questo governo. Per favore, firmate l'appello di Articolo 21 in difesa del Testo Unico (Dlgs 81 del 9 Aprile 2008). Per farlo, cliccate sul link a fine post, e inserite nell'apposito modulo, nome, cognome, professione, email, e città.

P.S Inoltre, girate questo appello a tutti i vostri contatti, e se qualcuno ha un sito web o un blog la pubblichi per cortesia.




Lavoro: il governo non manometta il testo unico sulla sicurezza!
Il governo ha annunciato, ma speriamo si tratti di un falso annuncio, che nel prossimo Consiglio dei Ministri intenderebbe manomettere il testo unico per la sicurezza sul lavoro approvato nel precedente governo e peraltro in larga parte ancora disatteso. Si parla insistentemente di un'ulteriore riduzione delle sanzioni e delle pene peraltro molto esigue che vengono in molti casi sostanzialmente aggirate per mancanza dei necessari controlli. Intenzioni che non ci piacciono affatto e che sono in assoluta sintonia con le posizioni piu volte espresse dalla parte più aggressiva della Confindustria. Qualche giorno fa il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha fatto di questo tema un tratto distintivo del suo mandato aveva invitato tutti a non abbassare la guardia anche e soprattutto in questo periodo di grave crisi economica e sociale. I provvedimenti annunciati al di là delle giustificazioni fornite non vanno in questa direzione. Per queste ragioni Articolo21 ha deciso di lanciare una campagna e una raccolta di firme per chiedere al governo di non assumere questa decisione e di non portare questi provvedimenti al prossimo Consiglio dei Ministri.


http://www.articolo21.info/16/appello/lavoro-il-governo-non-manometta-il-testo-unico.html

10 marzo 2009

Quei momenti.....

Ci sono attimi in cui le persone, anche quelle più famose, si lasciano andare a confidenze intime o situazioni fuori dalla norma.
Noi siamo riusciti a trovare alcuni scatti incriminati nell'archivio privato di un cantante country del Kazakhistan orientale, che ce le ha cedute in cambio di un pacco di semi di girasoli ed un disco di Nicola di Bari.
Attenzione sono situazioni scabrose, tipo quella del pacchetto sicurezza....




Veltroni nel suo nuovo lavoro di addetto alle fogne di Roma, posto ottenuto grazie ad una raccomandazione di Allemanno.



Ratzinger firma ad alcuni scolari bavaresi una copia del "MEIN KAMPF" di Hitler, contenente una sua prefazione entusiastica.


L'allenatore dell'Inter Mourinho mentre ordina due caffè ad un gay bar. Per lui e Marcello Lippi.

Maroni mentre mostra il suo stupore dopo aver visto un rumeno sotto la doccia....



Fassino riceva da D'Alema la notizia che Babbo Natale non esiste.




Bertinotti commenta i risultati elettorali della Sinistra Arcobaleno.



Berlusconi apprende la notizia della morte di Enzo Biagi.






04 marzo 2009

Gaza, due mesi dopo.....





La delegazione italiana SOS Gaza è arrivata al valico di Rafah che resta chiuso. I feriti palestinesi continuano a morire, inclusa Dima di soli tre anni.

La delegazione italiana 'SOS Gaza' organizzata dal Forum Palestina, è giunta questa mattina al valico di Rafah nel tentativo di entrare nella Striscia di Gaza per consegnare all'ospedale Al Awda i fondi raccolti in Italia nelle ultime settimane. Al momento il valico di Rafah resta ancora chiuso. La delegazione è dovuta tornare a Al Arish dove ci sono anche altre delegazioni internazionali che attendono di entrare a Gaza. La delegazione aveva visitato lunedi i palestinesi feriti nei recenti bombardamenti israeliani a Gaza ricoverati all'ospedale Palestine del Cairo. Molti feriti hanno dovuto subire le amputazioni degli arti ed altri mostrano terribili ustioni dovute all'uso di armi al fosforo da parte di Israele. La delegazione si è incontrata con i medici della Mezza Luna Rossa che hanno offerto un quadro devastante dell'emergenza sanitaria e umanitaria a Gaza. La delegazione ha reso noto nel pomeriggio di ieri che altre due persone sono morte durante il giorno in Egitto a causa delle ferite riportate nella Striscia durante la campagna di bombardamenti nota come operazione 'Piombo Fuso'. Una bambina di soli tre anni, Dima, gravemente ferita che era stata visitata l´altro ieri all'ospedale Palestine del Cairo dai venti italiani, attivisti del Forum Palestina e medici e educatori, è morta durante il pomeriggio, ci ha informati Mila Pernice che fa parte della delegazione. Sale così a 1455 il numero delle vittime, per la maggior parte civili palestinesi, dell'offensiva israeliana. L'aviazione israeliana ha bombardato oggi a piu' riprese nel sud della Striscia di Gaza, ferendo sei persone. Lo hanno reso noto medici palestinesi. Secondo alcuni testimoni, i caccia di Tel Aviv hanno compiuto almeno sette raid. Un portavoce di Tsahal ha confermato che l'aviazione ha compiuto sei raid nei pressi di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ''in risposta alla raffica di razzi lanciati la scorsa settimana''. I soldati israeliani hanno anche sparato contro alcuni contadini palestinesi nella città di Al-Farrahin, ad est di Khan Younis, costringendoli ad abbandonare il proprio lavoro nei campi.

Per altre info: www.forumpalestina.org/

25 febbraio 2009

Una ronda non fa primavera....



La matematica non è un'opinione.

Me lo sento dire da una vita.

E se poi i numeri sono i dati che arrivano dal Viminale, la sede del ministero dell'interno, si dovrebbe pensare che siano addirittura il risultato di una rigorosa ricerca sulla realtà, nonostante Maroni, s'intende....

Ebbene proprio dagli uffici del tastierista dei Distretto 51, band di Varese che ripropone noti brani pop e soul in cui si diletta il nostro esponente padano, a tempo perso ministro, si scopre che la matematica batte, nell'ordine: le ronde anti stupri, la politica del centro-destra e i servizi di Studio Aperto.

I dati del Viminale dicono che il 60% degli stupratori è italiano, il 7,8% romeno, il 6,3% marocchino. Altro che esercito di romeni pronti a violentare le italiane. Il pericolo è più vicino. Ha la stessa cittadinanza. Abita sotto casa. Anzi dentro casa. E magari ascolta il festival di San Remo tra uno schiaffo e l'altro, canticchiando le canzoni di Povia, Iva Zanicchi e Marco Carta...

Come chiarisce Manuela Moroli, presidente del Centro Differenza Donna, che da anni porta avanti a Roma un lavoro prezioso, unico: offre alle donne che subiscono violenza domestica la possibilità di andare via di casa e di ricostruirsi una vita. «E' qualcosa di più che ricostruirsi una vita - chiarisce - si tratta di ritrovare se stesse», solo il 2-3% delle violenze sono stupri. Il 97% avviene in famiglia. Mariti, fidanzati, fratelli, padri ed ex. Gli stessi che faranno le ronde. Una buona notizia per molte donne che sanno che questi energumeni per qualche sera eviteranno di toccarle...

19 febbraio 2009

Sin Palabra (senza parole)






Per Silvio Berlusconi questi due impettiti militari sopraraffigurati potrebbero essere due cari burloni.
Invece sono Emilio Massera e Jorge Rafael Videla.
Ovvero i due maggiori responsabili del colpo di stato che nel 1976 portò al potere in Argentina una sanguinosa giunta militare.
Tra il 1976 e 1983 ci furono ben 30.000 civili argentini (giovani ragazzi minorenni, studenti, professori, intellettuali, operai, sindacalisti, operatori umanitari e religiosi terzomondisti, ecc...) che furono fatti sparire in modo violento.
Secondo alcune fonti (spesso testimonianze di militari coinvolti nell'operazione), molti desaparecidos furono sedati e lanciati nel Rio de la Plata (oggi questi omicidi sono chiamati vuelos de la muerte, voli della morte). Altri furono detenuti in campi di concentramento; un campo molto celebre fu la scuola di addestramento della Marina Militare ESMA, a Buenos Aires. Altri ancora venivano imbarcati su degli aerei militari e in seguito gettati nell'Atlantico col ventre squarciato da una coltellata affinché i loro corpi non tornassero poi a galla. Altro episodio tristemente famoso quello che ha avuto il suo culmine nel settembre 1976, chiamato Notte delle matite spezzate, durante il quale studenti liceali, 16-17enni, che avevano dimostrato nelle strade in protesta per l'abolizione del Tesserino Studentesco che consentiva sconti sui libri di testo e sui trasporti, furono sequestrati, sottoposti ad indicibili torture e, per la maggior parte, uccisi.
Molte donne arrestate dai militari partorirono mentre erano detenute; molte di esse furono uccise, e i loro figli furono illegalmente affidati in adozione a famiglie di militari o poliziotti.
Per saperne di più vi segnalo il sito:
www.abuelas.org.ar (associazione "Nonne di Plaza de Mayo": un’organizzazione per i diritti umani argentina che ha la finalità di localizzare e restituire alle famiglie legittime tutti i bambini sequestrati e desaparecidos)

12 febbraio 2009

Nessuna imposizione e intimidazione verso la popolazione No Dal Molin!


Se c'è qualcosa di veramente odioso, questa è la prevaricazione del forte contro il debole.

Ed in una società dove Golia prende più voti di Davide, potete immaginare come questo sia dirompente per ogni dignità accetabile.

Due giorni fa la decisione, a Vicenza, delle forze dell'ordine, guidate dal Questore Sarlo, di mettere l'area limitrofa al Dal Molin e l'intero territorio vicentino in stato da coprifuoco militare, per cui ogni assembramento di più di 3 persone è considerato manifestazione non autorizzata e i cittadini passibili di minaccia di arresto, ed inoltre per le cariche subite dai cittadini nella zona adiacente a Via Ferrarin, mi riempie di sdegno per la precipitazione dei toni e delle pratiche che disinnescano ogni canale di dialogo tra la pacifica e resistente popolazione vicentina e chi in città, ed in sedi governative, vedi quel fantoccio del commisario Costa, spinge per la realizzazione di un’opera che mostra un irricevibile disegno di militarizzazione forzata dell’area.

Per il rispetto dei valori della pace, della giustizia, della libertà di espressione non posso che chiedervi di aderire all'appello: VICENZA NON È UN'ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE, che indice una manifestazione SABATO 14 febbraio con Partenza ore 14.30 P.za dei Signori.



Anche per chi, come me stesso, non potrà essere materialmente presente alla manifestazione sarebbe un gesto di mutualità importante sostenere e diffondere anche nei propri territori la battaglia di chi crede nella democrazia, nella partecipazione e nei valori della pace, della giustizia, della libertà di espressione.


Direi che si può fare.

04 febbraio 2009

Gipi





Care e cari come state?
Io incasinatissimo, perciò non riesco come vorrei a passare da qui come vorrei per tenere aggiornato il blog come vorrei.
A parziale risarcimento vi posto una striscia di Gipi, ironico ed essenziale disegnatore che pubblica su "Internazionale" le sue storie ad alta intensità di sentimenti....

Un grazie a Samantha per avermelo fatto conoscere attraverso il libro: LMVDM (La Mia Vita Disegnata Male)





29 gennaio 2009

Patrizia


Mi chiamo Patrizia. Ho 46 anni. Sono completamente paralizzata. Un edema celebrare mi ha ridotto così. Praticamente sono un peso morto. Una mattina di qualche mese fa sono arrivati i Carabinieri a casa mia. Avevano dei fogli tra le mani. Era un’ordinanza di misura cautelare in carcere. I Carabinieri, quando si sono resi conto di come stavo, sono rimasti perplessi. All’inizio non volevano neanche più arrestarmi. Hanno anche telefonato al magistrato, ma non c’è stato nulla da fare. Io paralizzata dovevo andare in carcere. Così sono stata presa di peso e caricata su un sacco, per evitare che cadessi per le scale. Arrivata nel carcere di Reggio Calabria, siccome l’infermeria non c’è, sono stata trasportata fino a quella che sarebbe stata la mia cella. Una piccola stanza con una branda. Prima di sistemarmi su quella branda c’hanno messo un telo di plastica. Una precauzione per evitare che io, non potendo muovermi per andare in bagno, sporcassi il materasso. Dopo avermi sdraiato, la porta della cella si è chiusa e sono rimasta sola. Sola in quella cella, costretta immobile su quella branda. Non c’era nessuno che mi aiutasse per fare i bisogni o semplicemente per cambiare posizione. Nessuno che mi aiutasse per bere un bicchiere d’acqua. Nessuno. Anche le medicine, che io devo assumere con regolarità, mi venivano date a casaccio. O addirittura, come spesso è capitato, non mi venivano date affatto. La conseguenza è stata che più volte ho perso i sensi. Più volte ho avuto crisi convulsive. Mancamenti da cui mi svegliavo più confusa, più sporca e più sola di prima. Trascorrevo così le giornate da detenuta paralizzata. Non di rado, vedendomi ridotta in quello stato, ho sentito che non avevo più voglia di vivere. Più di una volta mi sono sorpresa a pensare come potevo riuscire a farla finita. D’altra parte nella mia condizione non è cosa facile!La notte era il momento peggiore. Nessuno ascoltava le mie richieste di aiuto. Nessuno mai è entrato nella mia cella per chiedermi come stavo e se avevo bisogno di qualcosa. Non mi vergogno di raccontare che una sera ero così disperata che mi misi a piangere. Avevo fatto i bisogni ed erano ore e ore che aspettavo qualcuno che mi aiutasse per pulirmi. Pensavo di impazzire. Solo il giorno successivo una detenuta si è presa cura di me. Poi una mattina è entrato nella mia cella il magistrato per interrogarmi. Mi ha guardato stupito per come ero ridotta. Come se non sapesse che ero paralizzata. L’aria era irrespirabile per via del fatto che non venivo cambiata ne lavata da giorni, tanto che un agente di custodia aprì la finestra della cella. Durò poco l’interrogatorio. Quel magistrato mi chiese come facevo a dimostrare che ero paralizzata. Gli riposi che, se non gli bastava vedermi in quello stato, poteva acquisire i documenti medici. Dopo andò via senza dirmi nulla. Ho passato un’altra settimana dentro quella cella. Un’altra settimana di inferno. Andava sempre peggio. Iniziavo ad avere le pieghe da decubito. Il dolore era atroce e forte la preoccupazione di avere un’infezione. La mia salute, già precaria, si indeboliva giorno dopo giorno. Ed anche il mio equilibrio psicologico mi stava abbandonando.Un pomeriggio sono arrivati degli infermieri. Avevano un sacco tra le mani. Quel sacco che mi aveva portato in carcere, ora mi stava riportando a casa. Ora sono agli arresti domiciliari, e attendo fiduciosa di essere giudicata. Non voglio pietà. Né per il mio stato né per quello che ho passato. Ma ho deciso di raccontare la mia storia perché credo sia giusto far conoscere la tortura che ho subito. Perché di tortura si è tratto.
Ogni anno qualche rappresentante delle istituzioni si reca, con tanto di scolaresche al seguito, ad Auschwitz per commemorare le vittime del nazismo. A pochi chilometri da Roma esistono almeno due lager denominati "Ospedali Psichiatrici Giudiziari". Conosciuti un tempo come manicomi criminali, custodivano carcerati che, in preda a turbe di ordine psichiatrico, avevano commesso efferati delitti. La "mission" di queste strutture doveva essere la cura delle predette turbe, attraverso un percorso riabilitativo che contemplava l’utilizzo di farmaci e l’impiego di staff multidisciplinari. Di fatto i "pazienti" venivano sottoposti ad "elettroshock" e "riposavano" sui letti di contenzione, imbottiti di farmaci. Con l’introduzione della legge Basaglia, vengono aboliti anche i manicomi criminali, ma soltanto formalmente. Oggi si chiamano "Ospedali psichiatrici giudiziari" e custodiscono soggetti condannati per omicidio ma non ristretti nelle carceri ordinarie perché "non in grado di intendere e di volere". Un cambiamento di facciata, perché a Montelupo Fiorentino ed Aversa, la condizione in cui vivono questi poveri cristi è allucinante. In sette/otto occupano celle piccolissime, in mezzo ai loro escrementi, senza acqua calda. L’unica cura praticata consiste nella somministrazione di farmaci e nell’utilizzo nel letto di contenzione. Se qualche ricoverato si permette di lamentarsi, riceve torture di ordine psicologico e rischia di trascorrere la vita intera recluso in questi lager.

Cari parlamentari, alzatevi dalle vostre poltrone, mettete fine a questo scempio ed evitate sprechi di pubblico denaro recandovi in Germania.

22 gennaio 2009

Io artigliere ho usato fosforo bianco
di Simcha Leventhal (veterano dei corpi di artiglieria dell'esercito israeliano e membro fondatore di Breaking the Silence)



su Il Manifesto del 22/01/2009



Ho servito come artigliere nella divisione M109 dell'esercito israeliano dal 2000 al 2003 e sono stato addestrato a utilizzare le armi che Israele sta usando a Gaza. So per certo che le morti di civili palestinesi non sono una sfortunata disgrazia ma una conseguenza calcolata. Le bombe che l'esercito israeliano ha usato a Gaza uccidono chiunque si trovi in un raggio di 50 metri dall'esplosione e feriscono con ogni probabilità chiunque si trovi a 200 metri. Consapevoli dell'impatto di queste armi, le gerarchie militari impediscono il loro uso, anche in combattimento, a meno di 350 metri di distanza dai propri soldati (250 metri, se questi soldati si trovano in veicoli corazzati). Testimonianze e fotografie da Gaza non lasciano spazio a dubbi: l'esercito israeliano ha usato in questa operazione bombe al fosforo bianco, che facevano parte dell'arsenale quando anche io servivo nell'esercito. Il diritto internazionale proibisce il loro uso in aree urbane densamente popolate a causa delle violente bruciature che provocano: la bomba esplode alcune decine di metri prima di toccare il suolo, in modo da aumentarne gli effetti, e manda 116 schegge infiammate di fosforo in un'area di più di 250 metri. Durante il nostro addestramento, i comandanti ci hanno detto di non chiamare queste armi «fosforo bianco», ma «fumo esplosivo» perché il diritto internazionale ne vietava l'uso. Dall'inizio dell'incursione, ho guardato le notizie con rabbia e sgomento. Sono sconvolto dal fatto che soldati del mio paese sparino artiglieria pesante su una città densamente popolata, e che usino munizioni al fosforo bianco. Forse i nostri grandi scrittori non sanno come funzionano queste armi, ma sicuramente lo sanno le nostre gerarchie militari. 1300 palestinesi sono morti dall'inizio dell'attacco e più di 5000 sono rimasti feriti. Secondo le stime più ottimiste, più della metà dei palestinesi uccisi erano civili presi tra il fuoco incrociato, e centinaia di loro erano bambini. I nostri dirigenti, consapevoli delle conseguenze della strategia di guerra da loro adottata, sostengono cinicamente che ognuna di quelle morti è stata un disgraziato incidente.Voglio essere chiaro: non c'è stato alcun incidente. Coloro che decidono di usare artiglieria pesante e fosforo bianco in una delle aree urbane più densamente popolate del mondo sanno perfettamente, come anche io sapevo, che molte persone innocenti sono destinate a morire. Poiché conoscevano in anticipo i prevedibili risultati della loro strategia di guerra, le morti civili a Gaza di questo mese non possono essere definite onestamente un disgraziato incidente.Questo mese, ho assistito all'ulteriore erosione della statura morale del mio esercito e della mia società. Una condotta morale richiede che non solo si annunci la propria volontà di non colpire i civili, ma che si adotti una strategia di combattimento conseguente. Usare artiglieria pesante e fosforo bianco in un'area urbana densamente popolata e sostenere poi che i civili sono stati uccisi per errore è oltraggioso e immorale.
Diffondete questo articolo, sopratutto a chi si accoda al coro pro-Israele della giusta operazione di autodifesa.....
Perchè non è stata una guerra, ma un deliberato massacro!

09 gennaio 2009

Sidùn come Gaza
Domenica 11 Gennaio cadrà il decimo anniversario dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè.
Tutto è stato già detto su di lui.
Sulla sua vita, sulla sua musica, sui suoi significati.
Per ricordare Faber, la sua arte e per sottolineare uno dei suoi insegnamenti più grandi, la malvagità della guerra, così attuale in questi giorni, mentre Israele sta compiendo un genocidio a Gaza contro i Palestinesi, non posso far altro che usare una delle sue canzoni più pregnanti e belle, Sidùn.
Spero che vi emozionate nel sentirla e che possa sempre ispirare i vostri gesti, la vostra coscienza e il vostro impegno.
"Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all'uso delle lettere dell'alfabeto anche l'invenzione del vetro. Me la sono immaginata, dopo l'attacco subito dalle truppe del generale Sharon del 1982, come un uomo arabo di mezz'età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai cingoli di un carro armato. (...) La piccola morte a cui accenno nel finale di questo canto, non va semplicisticamente confusa con la morte di un bambino piccolo. Bensì va metaforicamente intesa come la fine civile e culturale di un piccolo paese: il Libano, la Fenicia, che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea". (Fabrizio de Andrè)

Ed ecco il testo in genovese e italiano:

U mæ nininu mæu mælerfe grasse au sud'amë d'amë
Il mio bambino il mioil miolabbra grasse al soledi miele di miele

tûmù duçe benignude teu muaèspremmûu 'nta maccaia de stæ de stæ
tumore dolce benigno di tua madre spremuto nell'afa umida dell'estate dell'estate

e oua grûmmu de sangue ouëgee denti de laetee i euggi di surdatti chen arraggëcu'a scciûmma a a bucca cacciuéi de bæ
e ora grumo di sangue orecchie e denti di latte e gli occhi dei soldati cani arrabbiati con la schiuma alla bocca cacciatori di agnelli

a scurrï a gente cumme selvaggin-afinch'u sangue sarvaegu nu gh'à smurtau a quée doppu u feru in gua i feri d'ä prixúne 'nte ferie a semensa velenusa d'ä depurtaziún
a inseguire la gente come selvaggina finché il sangue selvatico non gli ha spento la voglia e dopo il ferro in gola i ferri della prigionee nelle ferite il seme velenoso della deportazione

perché de nostru da a cianûa a u meünu peua ciû cresce aerbu ni spica ni figgeüciao mæ 'nin l'ereditæl'è ascusa
perché di nostro dalla pianura al molo non possa più crescere albero né spiga né figlio ciao bambino mio l'eredità è nascosta

'nte sta çittæch'a brûxa ch'a brûxainta seia che chin-ae in stu gran ciaeu de feugupe a teu morte piccin-a
in questa città che brucia che brucia nella sera che scende e in questa grande luce di fuoco per la tua piccola morte.


05 gennaio 2009

Solitario simposio domenicale


Lo senti?
È nel vino che bevi da un calice solitario
Scende nel corpo, come un messaggio di rabbia
Si confonde col sangue meticcio che ti dà la vita

Lo senti?
È nel fumo che aspiri dalla sigaretta dolciastra che ti crepita tra le dita
Si espande nei polmoni, traditrice e ristoratrice, come ogni piacere
Si fa strada tra i tuoi dubbi e i tuoi sospiri di mezzogiorno

Accendi candele che non spargono profumi
E prepari un pranzo che ti scaldi di commozione
Delle tue ali neanche un battito oggi
È il petrolio dell’aria che ti ha sigillato il volo
Rimani ancorato alla realtà di un soldato che violenta il giorno
La verginità dell’umano vivere è persa da un po’.
La lingua invade una carie, è la calda umidità della carne a darti sollievo.

Oggi ti parla la tua parte oscura, quella più dolce
Oggi lotti contro la parte luminosa del mondo, quella più efferata.