29 settembre 2008

Walter Rossi


Il clima di quello scorcio di settembre del 1977 era a Roma molto teso. Le azioni fasciste contro i militanti della sinistra si susseguono a ritmo serrato. Il 27 due studenti sono feriti a colpi di arma da fuoco all’EUR e la sera del 29 Elena Pacinelli, 19 anni, è colpita da tre proiettili in piazza Igea, luogo di ritrovo dei giovani del movimento.

Per venerdì 30 viene organizzato un volantinaggio di protesta nel quartiere della Balduina. In viale medaglie d’oro i compagni di Elena, dopo aver subito un’aggressione con sassi e bottiglie partita dalla vicina sede del MSI, vedono un blindato della polizia avanzare lentamente verso di loro, seguito da un gruppo di fascisti che lo utilizza come scudo. Tra costoro c’è anche Andrea Insabato, autore nel 2000 di un attentato contro “Il Manifesto”.

Dopo aver fatto fuoco contro i giovani di sinistra i missini arretrano, mentre gli agenti si scagliano su chi tenta di soccorrere Walter Rossi, 20 anni, militante di Lotta Continua colpito alla nuca. Proseguendo la corsa, il proiettile ferirà lievemente un benzinaio. Walter arriverà privo di vita in ospedale. Cortei e manifestazioni percorrono l’Italia nei giorni successivi, mentre sedi e ritrovi dei fascisti vengono devastati e dati alle fiamme. Durante i funerali 100 mila persone salutano Walter con le note dell’Internazionale.


Nessun provvedimento sarà preso nei confronti dei poliziotti presenti: 10 nel furgone blindato, 3 in una volante vicina e due o tre in borghese che si muovevano a piedi, secondo quanto dichiarato dal dirigente, dott. Falvella. Il fermo dei missini avverrà solo 1 ora e un quarto dopo gli spari. I 15 arrestati, tra i quali Riccardo Bragaglia, risultato positivo al guanto di paraffina, saranno ben presto scarcerati e prosciolti dall’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio, e in seguito da quella di rissa aggravata, contestata anche a quattro compagni di Walter. Il missino Enrico Lenaz, arrestato il 4 ottobre, tornerà libero dopo pochi giorni. Nel 1981 alcuni pentiti indicarono nei fratelli Fioravanti e in Alibrandi i possibili assassini. Cristiano Fioravanti, arrestato per appartenenza ai Nar, ammise di essere stato presente ai fatti armato di una pistola, a suo dire difettosa, fornitagli da Massimo Sparti. Attribuì ad Alessandro Alibrandi il colpo mortale e a Fernando Bardi la detenzione dell’arma omicida. In seguito alla morte di Alibrandi in uno scontro a fuoco con la polizia il procedimento penale fu archiviato. Fioravanti venne condannato a nove mesi e 200 mila lire di multa solo per i reati concernenti le armi.
La vicenda giudiziaria si è definitivamente chiusa nel 2001 con l’incriminazione di tre compagni di Walter per falsa testimonianza e il non luogo a procedere, per non aver commesso il fatto, nei confronti di Cristiano Fioravanti, che ora vive libero, sotto altro nome, protetto dallo stato.

19 settembre 2008

Scoop!


Siamo in grado di diffondere alcuni momenti intimi avvenuti nei giorni scorsi tra noti esponenti dell'attualità! Frasi scappate a giornali, radio, tv e persino a Dagospia! Ma noi c'eravamo e abbiamo sentito tutto e ve le postiamo senza indugio.
Un sentito grazie alla Cia per la collaborazione.

Silvio B. : "Santità, ve lo garantisco, questo anello varrà davvero pochi euro!"
Benedetto 16: "Ma Kome!!! A Porta Portese me lo hanno fenduto per mille euro!! Mi afefano garantito ke era di valore..."
Silvio B. : "Naaaaaa....... è una pataccata!!! Si fidi, io me ne intendo...."



Max: "Eh! Caro Walter, nonostante tutto, siamo rimasti i soliti uomini di sinistra, modesti e umili! A proposito ti è caduto il portaocchiali di Cartier."

Uolter: "Grazie, Massimo."

Max: "Sua Eminenza Massimo, per favore, ma quante volte te lo devo ricordare????"


Berty: "Ma i compagni che fanno lì davanti al televisore? Guardano la partita?"

Nicky: "Macchè Fausto! Stanno a guardare Luxuria all'isola dei famosi...."

Dux Gianfranco: "Uè ragazzi, ci sono i fotografi! Sorridete e ripetete con me: Siamo tutti antifascisti!!!"

Gerarca Ignazio: "Ma dai Gianfrà! Chi ci crede!!!"

Dux Gianfranco: "Beh.... se siamo riusciti a far credere a tutti che qui Maurizio sia un essere pensante.. e pure a farlo ministro.. dai... si bevono pure questa!!!!! Vero Maurizio?"

Balilla Maurizio: " Embè.... boh... eh.. sti cazzi.... Oh... Uh... me cojoni.... Eh... alleanza nazionale... alleanza nazionale... oh... uh... biscotto.. biscotto... sti cazzi..."


S-Ventura: "Sai Morgan.. i Vanzina mi hanno proposto di fare un film con loro!!!!"

M-organ: "Ma dai.... finalmente sì che si riderà allora nei loro film!!!"

Candidato con le palin: "Ehi Giorgino! Che consiglio mi dai se vengo eletto presidente degli Iuessei?"

Giorgino: "Fatti un bel 11 Settembre che poi campi di rendita per 8 anni!!!!"

15 settembre 2008

Un'amica maestra mi ha spedito questo documento da far girare il più possibile.
Credo che il progetto della Gelmini sia di riportare il sistema educativo italiano indietro di cinquant'anni, dove per i ragazzi non allineati ai precetti di Dio, Patria e famiglia, esista solo la scelta per il futuro del tipo: galera od ospedale.......



Cosa significa in termini di didattica la restaurazione del maestro unico nella scuola italiana

Non sarebbe più possibile la suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: il maestro o la maestra unica dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni e dovrà aggiornarsi su tutto.

Non sarebbe più possibile impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine.

Non sarebbero più possibili le uscite didattiche nel territorio, musei, aule didattiche decentrate, manifestazioni sportive… Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non può uscire dalla scuola con la classe da solo. Fino ad oggi questa didattica aperta al territorio era possibile per la presenza di più insegnanti e delle compresenze.Non sarebbe più possibile per i genitori rapportarsi ad un gruppo di insegnanti. Il riferimento diverrebbe unico, senza appello, senza possibilità di confrontarsi a più voci.

Non sarebbe più possibile una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché sparirebbero le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi ad hoc per alunni in difficoltà o attività di arricchimento che prevedano lavori a gruppi.


Cosa significa in termini di posti di lavoro.

Un calcolo preciso è difficile farlo, sia perchè i dati che si hanno non sono nuovissimi, sia perchè sono parziali. Calcolando che le classi elementari statali in Italia nell'anno scolastico 2006/2007 erano 138.524 e che circa 1/5 erano a Tempo Pieno, lasciando un insegnante per classe, nelle classi a Tempo Pieno il taglio sarebbe di 27.704 insegnanti; nelle classi a modulo ne verrebbero tagliati 55.410.

In totale il taglio di insegnanti di scuola elementare per la restaurazione a regime del maestro unico sarebbe di 83.114 maestre e maestri.… e il Tempo Pieno?

È evidente che la restaurazione del maestro unico annulla di fatto il Tempo Piano. D’altronde l’esperienza del Tempo Pieno è stata il canale di pratiche e sperimentazioni attraverso cui la pluralità decente si è affermata per tutta la scuola italiana.


NO al maestro unico!!!


FIRMATE CONTRO IL MAESTRO UNICO :http://firmiamo.it/controilmaestrounico

06 settembre 2008

Ausencias


Oggi ho visitato, qui a Torino, presso il museo diffuso della Resistenza della Deportazione e della Libertà, la mostra fotografica "Ausencias", che in spagnolo significa "assenze".


"Ausencias" è un progetto espositivo che, partendo dal materiale fotografico di alcuni album di famiglia, mostra quattordici casi attraverso i quali si dà un volto all'universo di coloro che non ci sono più: lavoratori, militanti di quartiere, studenti, operai, professionisti, intere famiglie, vittime del piano sistematico di repressione illegale instaurato dalla dittatura militare.
Il fotografo argentino Gustavo Germano (anch'esso fratello di un oppositore politico, sequestrato, torturato e ucciso nel 1976, senza che il suo corpo venga mai più ritrovato), trent'anni dopo, accompagna con la sua macchina fotografica i parenti e gli amici negli stessi luoghi dove furono scattate quelle foto, che lui ricompone mettendo in risalto l'assenza delle persone scomparse, in un dialogo costante tra il prima e l'adesso. I parenti delle vittime, posando davanti alla macchina fotografica, rivendicano lo spazio che avrebbero dovuto occupare le persone amate e in questo vuoto vediamo coloro che non ci sono più.
Tra il 1976 e il 1983, l'Argentina subì la dittatura più feroce della sua storia. Trentamila persone scomparvero in quegli anni, vittime di un progetto che aveva fatto dell'intimidazione, della tortura, della detenzione illegale e dell'assassinio le sue pratiche quotidiane. è un progetto espositivo che, partendo dal materiale fotografico di alcuni album di famiglia, mostra quattordici casi attraverso i quali si dà un volto all'universo di coloro che non ci sono più: lavoratori, militanti di quartiere, studenti, operai, professionisti, intere famiglie, vittime del piano sistematico di repressione illegale instaurato dalla dittatura militare.


L'emozione che ho provato nella visione delle foto, e nel video che mostra il viaggio di Gustavo Germano nei vari luoghi, perlopiù nella regione di Entre Rìos, dove incontra i protagonisti dei suoi scatti, mi ha suggerito un vuoto lacerante che provocava l'assenza inspiegabili di uomini, donne, bambini, che erano figli, fratelli, sorelle, padri, madri, amici, cugini di altrettanti esseri umani che vivono da allora nel trauma di un'identità nazionale segnata da un assurdo bagno di sangue perpetrato dai militari nazionalisti e fascisti che andarono al potere nella seconda metà degli anni settanta, anche attraverso l'assordante silenzio dell'alto clero locale e del Vaticano. Quella stessa Chiesa che invoca oggi il perdono verso i torturatori e gli assassini.
Ipocrisia con il crocefisso al collo.

Ma nella stessa mostra vi è anche il volto umano e caritatevole di quei sacerdoti che non voltarono il viso dall'altra parte, impersonati da padre Raùl Servin che si battè per la liberazione di Luisa Inès Rodriguez e i suoi figli, con lei immortalata in una foto in una chiesa. Nella foto manca Raul Maria Caire, desaparecido (scomparso) dal 2 novembre 1976.
In quella originale i tre erano ripresi durante il matrimonio di Luisa e Raul Maria, padre Servin officiava il rito.....