17 settembre 2009

Quanto vale il sangue versato per la guerra.


Con l’attentato compiuto stamane nel pieno centro di Kabul, e che è costato, fin’ora la vita a sei militari italiani e il ferimento di altri quattro nostri connazionali in divisa, oltre all’uccisione di quindici civili afghani e il ferimento di circa altri sessanta, salgono a venti le vittime tra i militari italiani del contingente in Afghanistan in cinque anni di missione “umanitaria”.

Verso le vittime e i loro familiari è giusto esprimere dolore e cordoglio. Ma non basta, non è una formula con cui lavarsi la coscienza.

Questo è un tributo di sangue altissimo, per trovarsi alla fine con un pugno di mosche in mano, dato che secondo l'Icos, un organismo internazionale che monitora la sicurezza e lo sviluppo in Afghanistan, il territorio del paese medio-orientale si trova attualmente al 95% in mano dei Talebani.

Senza contare che le tanto sbandierate elezioni presidenziali avvenute ad inizio mese hanno visto un’alta astensione ed un alto fenomeno di brogli accertati da tutti gli osservatori internazionali, tanto che il presidente eletto Karzai è sempre più considerato un amministratore senza reale appoggio da parte dei suoi compatrioti.

L’intervento militare in Afghanistan è sempre più inutile, nonostante le ossessive parole del ministro La Russa che anche oggi, al senato, ha riaffermato la ferma convinzione che la missione non si fermerà. Ciò nonostante la stessa Corte penale internazionale (Cpi) ha iniziato a raccogliere informazioni su possibili crimini di guerra commessi in Afghanistan dalle truppe Nato, e dai Talebani. Tra gli abusi commessi vi sarebbero attacchi indiscriminati contro la popolazione, torture e l'aver causato effetti collaterali al di là di quanto possa essere considerato inevitabile.

È venuto ormai il tempo per una strategia di uscita veloce e completa, ed il sostegno alla ricostruzione del paese attraverso l’intensificazione della cooperazione internazionale; ed è anche venuta l'ora di far sentire forte la voce di chi non c'è la fa più a sapere che l'articolo 11 della nostra costituzione è palesemente violato, al costo di troppe vite umane, dal nostro governo.

Per chi vuole può passare al presidio, organizzato dalle realtà pacifiste locali, di domani venerdì 18, a Torino, dalle ore 17.00, in Piazza Castello, angolo Via Garibaldi, per chiedere l’immediato ritiro del contingente Italiano dall’Afghanistan.

11 commenti:

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Sai già cosa penso, avendo letto il mio post.
Un caro saluto.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

E meno male che inizianno a indagare sui fatti che accadono: non è mai troppo presto.

giovanotta ha detto...

caro Mauro, concordo col tuo post
buona manifestazione!
vediamo nei prossimi giorni/settimane..
ciao :)

Maurone ha detto...

x Schiavi o liberi: sì concordo con te, non è mai troppo tardi per la Verità e la Giustizia.

x Giovanotta: a presto!

Vagamundo ha detto...

ciao.
Non so far altro che copiarti la risposta che ti ho giá dato giú da me...


Le medaglie sono l'ultimo insulto a dei figli assassinati, e non dai talebani. Ma d'altronde, si sa, l'assassino seriale prova un gusto macabro e perverso ad andare ai funerali della vittima.

Maurone ha detto...

x vagamundo: apprezzo molto il tuo commento, sappilo!

Alligatore ha detto...

Ricordo l'inizio folle di questa guerra, dopo l'11 settembre. Una guerra (meglio chiamarla con il suo nome) dove, come diceva Terzani allora, la verità non ha fatto mai in tempo a nascere. Significativo io fatto che per il lutto nazionale, abbiano bloccato la manifestazione per una stampa più libera.

Maurone ha detto...

caro Alligatore credo che questa guerra sia iniziata quando è stato eletto Bush....

Alligatore ha detto...

Non c'è dubbio.

Silvia ha detto...

...Tutto il polverone alzato mi ha dato il voltastomaco per non parlare poi del modo di rispettare i "caduti" in tv...

Semplicemente ridicolo considerando che sono lacrime di coccodrillo!

Maurone ha detto...

x silvia: lacrime di caimano....