06 settembre 2008

Ausencias


Oggi ho visitato, qui a Torino, presso il museo diffuso della Resistenza della Deportazione e della Libertà, la mostra fotografica "Ausencias", che in spagnolo significa "assenze".


"Ausencias" è un progetto espositivo che, partendo dal materiale fotografico di alcuni album di famiglia, mostra quattordici casi attraverso i quali si dà un volto all'universo di coloro che non ci sono più: lavoratori, militanti di quartiere, studenti, operai, professionisti, intere famiglie, vittime del piano sistematico di repressione illegale instaurato dalla dittatura militare.
Il fotografo argentino Gustavo Germano (anch'esso fratello di un oppositore politico, sequestrato, torturato e ucciso nel 1976, senza che il suo corpo venga mai più ritrovato), trent'anni dopo, accompagna con la sua macchina fotografica i parenti e gli amici negli stessi luoghi dove furono scattate quelle foto, che lui ricompone mettendo in risalto l'assenza delle persone scomparse, in un dialogo costante tra il prima e l'adesso. I parenti delle vittime, posando davanti alla macchina fotografica, rivendicano lo spazio che avrebbero dovuto occupare le persone amate e in questo vuoto vediamo coloro che non ci sono più.
Tra il 1976 e il 1983, l'Argentina subì la dittatura più feroce della sua storia. Trentamila persone scomparvero in quegli anni, vittime di un progetto che aveva fatto dell'intimidazione, della tortura, della detenzione illegale e dell'assassinio le sue pratiche quotidiane. è un progetto espositivo che, partendo dal materiale fotografico di alcuni album di famiglia, mostra quattordici casi attraverso i quali si dà un volto all'universo di coloro che non ci sono più: lavoratori, militanti di quartiere, studenti, operai, professionisti, intere famiglie, vittime del piano sistematico di repressione illegale instaurato dalla dittatura militare.


L'emozione che ho provato nella visione delle foto, e nel video che mostra il viaggio di Gustavo Germano nei vari luoghi, perlopiù nella regione di Entre Rìos, dove incontra i protagonisti dei suoi scatti, mi ha suggerito un vuoto lacerante che provocava l'assenza inspiegabili di uomini, donne, bambini, che erano figli, fratelli, sorelle, padri, madri, amici, cugini di altrettanti esseri umani che vivono da allora nel trauma di un'identità nazionale segnata da un assurdo bagno di sangue perpetrato dai militari nazionalisti e fascisti che andarono al potere nella seconda metà degli anni settanta, anche attraverso l'assordante silenzio dell'alto clero locale e del Vaticano. Quella stessa Chiesa che invoca oggi il perdono verso i torturatori e gli assassini.
Ipocrisia con il crocefisso al collo.

Ma nella stessa mostra vi è anche il volto umano e caritatevole di quei sacerdoti che non voltarono il viso dall'altra parte, impersonati da padre Raùl Servin che si battè per la liberazione di Luisa Inès Rodriguez e i suoi figli, con lei immortalata in una foto in una chiesa. Nella foto manca Raul Maria Caire, desaparecido (scomparso) dal 2 novembre 1976.
In quella originale i tre erano ripresi durante il matrimonio di Luisa e Raul Maria, padre Servin officiava il rito.....

10 commenti:

giuy ha detto...

non ho capito una cosa...è una mostra provvisoria?

Maurone ha detto...

Purtroppo sì, finisce oggi....
Ma era iniziata il 28 maggio!

Anonimo ha detto...

e quanto è più dura la perdita dsi una persona cara che non sai nemmeno che fine ha fatto, non sai come è morta, non ti rimane nemmeno un corpo su cui pregare. E' una assenza doppia.

Maurone ha detto...

Il dramma dei parenti dei desaparecidos consta amche nel fatto che in effetti, per molti, è risaputo il giorno dell'arresto del loro caro scomparso, ma anche dove, quando e come costui o costei è stato torturato, interrogato, ucciso!
A volte è saputo anche dove il cadavere è stato provvisoriamente sepolto, prima poi di essere spostato in fosse comuni nei punti più disparati del paese....
Più difficile sapere la sorte di quelle donne e uomini che erano entrati in clandestinità durante la lotta politica, poi scoperti ed arrestati in seguito a delazioni o confessioni estorte con violenza ai loro compagni.

Anonimo ha detto...

una pagina durissima e difficile da dimenticare.
queste mostre servirebbero a gente come la russa e company...o forse non capirebbero nulla lo stesso.
and
www.wrong-.splinder.com

Vale ha detto...

Purtroppo ci sono vite cui il destino ha riservato solo dolore...

Maurone ha detto...

x and: capirebbero che i militari in Argentina.. sì che loro erano dei maschi nazionalisti che sapevano che lezione dare ai comunisti.....

x stellavale: eppure nei ricordi dei parenti dei desaparecidos c'è la gioia di esser stati al fianco di donne e uomini dai grandi sogni, dai grandi lasciti...

Anonimo ha detto...

...una massa di ipocriti, ma te lo sei visto fini?
and
www.wrong-.splinder.com

Maurone ha detto...

Me lo so visto Fini... certo che me lo so visto.... e pure i suoi ragazzotti di azione giovani con celtica al collo e saluto romano al grido di Duce Duce! nei loro convivi....

Anonimo ha detto...

ciao Maurone. La mostra l'ho vista anche io.. molto bella e toccante.

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