Sidùn come Gaza
Domenica 11 Gennaio cadrà il decimo anniversario dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè.
Tutto è stato già detto su di lui.
Sulla sua vita, sulla sua musica, sui suoi significati.
Per ricordare Faber, la sua arte e per sottolineare uno dei suoi insegnamenti più grandi, la malvagità della guerra, così attuale in questi giorni, mentre Israele sta compiendo un genocidio a Gaza contro i Palestinesi, non posso far altro che usare una delle sue canzoni più pregnanti e belle, Sidùn.
Spero che vi emozionate nel sentirla e che possa sempre ispirare i vostri gesti, la vostra coscienza e il vostro impegno.
"Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all'uso delle lettere dell'alfabeto anche l'invenzione del vetro. Me la sono immaginata, dopo l'attacco subito dalle truppe del generale Sharon del 1982, come un uomo arabo di mezz'età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai cingoli di un carro armato. (...) La piccola morte a cui accenno nel finale di questo canto, non va semplicisticamente confusa con la morte di un bambino piccolo. Bensì va metaforicamente intesa come la fine civile e culturale di un piccolo paese: il Libano, la Fenicia, che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea". (Fabrizio de Andrè)
Ed ecco il testo in genovese e italiano:
U mæ nininu mæu mælerfe grasse au sud'amë d'amë
Il mio bambino il mioil miolabbra grasse al soledi miele di miele
tûmù duçe benignude teu muaèspremmûu 'nta maccaia de stæ de stæ
tumore dolce benigno di tua madre spremuto nell'afa umida dell'estate dell'estate
e oua grûmmu de sangue ouëgee denti de laetee i euggi di surdatti chen arraggëcu'a scciûmma a a bucca cacciuéi de bæ
e ora grumo di sangue orecchie e denti di latte e gli occhi dei soldati cani arrabbiati con la schiuma alla bocca cacciatori di agnelli
a scurrï a gente cumme selvaggin-afinch'u sangue sarvaegu nu gh'à smurtau a quée doppu u feru in gua i feri d'ä prixúne 'nte ferie a semensa velenusa d'ä depurtaziún
a inseguire la gente come selvaggina finché il sangue selvatico non gli ha spento la voglia e dopo il ferro in gola i ferri della prigionee nelle ferite il seme velenoso della deportazione
perché de nostru da a cianûa a u meünu peua ciû cresce aerbu ni spica ni figgeüciao mæ 'nin l'ereditæl'è ascusa
perché di nostro dalla pianura al molo non possa più crescere albero né spiga né figlio ciao bambino mio l'eredità è nascosta
'nte sta çittæch'a brûxa ch'a brûxainta seia che chin-ae in stu gran ciaeu de feugupe a teu morte piccin-a
in questa città che brucia che brucia nella sera che scende e in questa grande luce di fuoco per la tua piccola morte.
16 commenti:
B_giorno ;-)
sempre bello trovare un tuo commento sul mio Blog, grazie.
un abbraccio
Un gran bel ricordo Maurone, davvero commovente. Secondo me Faber l'avrebbe molto apprezzato. :)
mauro cerchiamo di promuovere mobilitazioni ovunque. non si può stare dietro agli appelli, qui il massacro continua!
un abbraccio
GRAZIE!
Grande modo di ricordare Faber. Purtroppo in questi giorni sono stato colpito da un virus al pc (credo) e penso di non riuscire in tempi brevi a ripartire. Continua a postare anche per me, per Faber, per Gaza massacrata ...
gran modo di sì. credo che fabrizio debba essere ricordato proprio così. e non con le celebrazioni che ci sono in giro (tra l'altro anche domenica su rai 3) che non fanno altro che santificarlo. cosa che non penso lui avrebbe molto gradito.
Grazie per questo ricordo.
certo .. che differenza tra
De andrè e Berlusconi
rob.
x tutti: Grazie a voi tutti per aver lasciate le vostre sempre preziose impressioni, le sottoscrivo tutte.
Ma che bella...
mauro la tua lettera è splendida! impeccabile!
vai così mauro, vai così!!! ;-)
un abbraccio
x sILVIA E MARIARUBINI: Grazie
Un poeta... vola sempre leggero.
io invece son stata attaccata proprio da un virus alla narice destra! con tosse cavallina.
:D
a quando un
altro cantautore
come lui?
rob.
x mariannapuntog: peccato.... guarisci in fretta naricina...
x rob: come lui, solo lui.
Ma ce ne sono anche altri che sono diversi, ma interessanti...
imparato molto
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