05 aprile 2007

100 passi indietro.

La prima volta che mio padre mi portò al cinema, era il 1981 o 1982. Si trattava di una piccola sala proiezioni nel quartiere Lingotto, borgata Torinese dove mio padre era cresciuto. Il cinemino l’avevano riaperta per proiettare film per i più piccoli, sia recenti sia di molti anni prima, infatti quel pomeriggio andammo a vedere un cartone animato, il noto “Red e Toby nemiciamici”. Per chi lo ha visto sa di che pellicola parlo. Per chi non lo ha visto è segno di aver avuto una infanzia monca, se ne faccia una ragione. Ricordo chiaramente l’entrata anonima del cinemino da una porta di ferro, la sala buia a cui si accedeva alzando un pesante sipario, le file di sedili di legno, dure e scomode. Assolutamente non a norma direi tra l’altro. Negli stessi anni la tragedia dello Cinema Statuto, del 13 febbraio 1983, in cui perirono 64 persone, portò (come sempre succede quando non ci arriva il buon senso) al divieto di fumare e all’uso di materiale ignifugo per la costruzione nei locali di proiezione. Comunque passarono molti altri anni prima che io e mio padre andassimo a vedere film al cinema. Anzi un’abitudine che riscoprimmo solo negli ultimi anni. Per lo più al pomeriggio, visto che mio padre non è solito uscire di casa dopo le 20.00.
Tra i film che vedemmo insieme, c’è né sicuramente uno che si può considerare una delle massime opere su pellicola, per il suo alto valore civico ed artistico. Parlo de “I 100 passi” di Marco Tullio Giordana. La storia narra la vita e il sacrificio di Peppino Impastato, giovane siciliano che si è dedicato alla lotta contro la mafia, per mano della quale è stato assassinato nel maggio 1978.


Giuseppe Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il
5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso con una Giulietta al tritolo nel 1963). Ancora ragazzo rompe con il padre, che lo caccia via di casa, e avvia un'attività politico-culturale antimafiosa. Nel 1965 fonda il giornalino “L'Idea socialista” e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di “Nuova Sinistra”. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati. Nel 1975 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1976 fonda “Radio Aut”, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, e in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo al Consiglio comunale. Stampa, forze dell'ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l'attentatore sarebbe rimasto vittima e, dopo la scoperta di una lettera scritta molti mesi prima, del suicidio. Grazie all'attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta Impastato, che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, dei compagni di militanza e del “Centro siciliano di documentazione” di Palermo, nato nel 1977 e che nel 1980 si sarebbe intitolato proprio a Giuseppe Impastato, viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l'inchiesta giudiziaria. Il 9 maggio del 1979, il Centro siciliano di documentazione organizza, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d'Italia, a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il paese. Inizia da allora un lunghissimo iter giudiziario, reso tortuoso anche da depistaggi da parte di rappresentanti delle istituzioni, che va nel senso della ricerca della verità. Il 5 marzo 2001 la Corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all'ergastolo.
Il film di Giordana ricevette diversi riconoscimenti e nonostante la trama del film sia romanzata, il fratello di Giuseppe Impastato, Giovanni, ha dichiarato che circa l'ottanta per cento del film corrisponde a fatti realmente accaduti. Un film emozionante. Davvero io e mio padre uscimmo dal cinema col groppo in gola e gli occhi lucidi. Anche con la rabbia nello stomaco per l’arroganza del potere colluso con la mafia, che Impastato combatteva in prima fila, a volto scoperto, disarmato, anzi “armato” solo delle sue idee e della sua coscienza.
Una rabbia che ho sentito anche oggi nell’apprendere che l’albero in memoria di Peppino Impastato, piantato in un’aiuola comunale di Termini Imprese, nel palermitano, è stato sradicato e appoggiato su un muro dove campeggia la scritta «Viva la mafia». La polizia indaga. Magari proprio come vent’otto anni fa. Così si scoprirà che ad abbattere l’albero è stato proprio lui. Peppino Impastato. Disgraziato idealista che invece di chinare la testa ad destino infame l’ha tenuta sù.
L’infamità è una macchia dura da lavare. Che nel nostro paese ha un nome ben chiaro, un nome che fa schifo, e si chiama Mafia. Chi non se ne lava è immondo. Per sempre.
Una comunità che non allontana da sé questo cancro è destinata a rimanere svantaggiata nel cammino di civiltà e a percorrere un cammino all’indietro. Indietro di 100 passi.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Io non ho visto il film, ma ho ascoltato la canzone dei Modena. Pur senza conoscere la storia quella canzone ti mette i brividi e ti commuove fino alle lacrime. Potenza della vera musica!

Maurone ha detto...

X Effimeramente: non ho ascoltato la canzone... facciamo così io me la procuro, ma tu guardati il film, ok?

Anonimo ha detto...

Ho il film in dvd e la canzone su cd.
Conosco bene la storia, ma ogni volta che ne sento parlare mi vengono gli occhi lucidi e la pelle d'oca.
Per quanto riguarda quello che è successo in Sicilia, sì.. rabbia credo sia la parola giusta. Ma anche stupore. Possibile si possa fare una cosa del genere?

Il tuo post mi ha fatto anche ricordare la mia prima volta al cinema. Avevo 4 anni, credo. Andai a vedere con mia zia "Bambi". All'inizio del cartone, la madre viene uccisa. Bè, io iniziai a piangere e non smisi +. Dopo 10 minuti mia zia fu costretta a portarmi fuori. Quel cartone ancora oggi non riesco a vederlo. Proprio non mi va giù l'inizio. Uff

Anonimo ha detto...

guardo in biblioteca se ce l'hanno

Anonimo ha detto...

è uno dei film più belli che abbia visto...
la scena dei cento passi è indimenticabile

rob.

Maurone ha detto...

X Marea: ahinoi la memoria e il rispetto del sacrificio altrui è spesso oggetto di oblio. Perciò se uno dimentica noi abbiamo il dovere di ricordare con più forza per allargare la memoria collettiva. Porto rispetto per la tua innata sensibilità.

X Effimeramente: su che cd è la canzone dei mcr?

X Rob: concordo. Come per la scena finale, e le parole del suo amico all'indomani dell'omicidio di Peppino.

Anonimo ha detto...

Anche se la domanda non è per me.. ma mi trovavo a passare e.. ehm..
Il cd è "Viva la vida, muera la muerte"
:p

Maurone ha detto...

X Amarea: grazie per l'informazione tecnica e per il gradimento espresso nel post precedente ("Pensiero")

Anonimo ha detto...

ho visto il film
La donna della domenica di Comencini

c'era la Torino degli anni
settanta
rob.

Vale ha detto...

E allora dimmi se sai contare..
Dimmi se sai anche camminare...
Contare camminare e insieme cantare
La storia di Peppino e dei suoi amici siciliani....

1,2,3,4,5,10,100 passi........

Maurone ha detto...

X Rob: «Comencini è un regista serio ma non serioso, divertente ma mai comico, una persona che sa far adattare i propri attori ai propri ruoli con maestria ineguagliabile» (Nino Manfredi), pensa che la donna della domenica è stato girato l'anno in cui sono nato, alcune scene sono state girate al mercato dell'usato del "Balon" uno dei luoghi che più amo a Torino...

X Stellavale: grazie per il tuo ricordo.

Anonimo ha detto...

bello il film e la canzone...
sono quelle creazioni cinematografiche da cui puoi imparare molto se sei troppo giovane e a scuola certe cose non te le hanno fatte studiare.
Io conoscevo solo la canzone e dopo, quando finalmente ho visto il film, ho pensato che fossero un'accoppiata perfetta

Maurone ha detto...

X Mari: ancora non si studia Peppino Impastato? Però magari vengono citati ancora la stampella di Enrico Toti e la mano di Scevola... per non parlare del Berlusca...

Anonimo ha detto...

La vicenda di Peppino ha in sè elementi da tragedia epica nei suoi aspetti di conflitto padre-figlio, nella figura della madre di Peppino, e nella forza ideale di Peppino stesso.
Il film è molto rispettoso e sincero. Educativo.

nina