09 aprile 2007



Il divin Diego

Una pasquetta così non la passavo, penso, da almeno un quindici anni.
Essendo la mia metà del cielo di turno a lavoro, sono rimasto a casa tutta la mattinata impegnato nelle più eccitanti faccende domestiche, tipo buttare la spazzatura e mettere a posto le mutande stese. Nel pomeriggio, allora, mi sono avventurato con bici e macchina fotografica per le vie del centro storico della mia città subalpina.
Il poco traffico e la bella giornata hanno reso il giro piuttosto piacevole, qualche buono scatto c’è anche scappato.
Tipo questo:



Poi un meritato riposo in piazza Carlo Alberto. Steso su una delle panchine a livello aiuola, vedo passare umanità varia, tipo un gruppo di giovani turisti venezuelani (lo presumo dal fatto che indossavano alcuni capellini con la bandiera del paese di Caracas), una coppia anziana che gusta con moderazione piemontese un gelato probabilmente crema e gianduia, acquistato da Fiorio in via Po, poi giovani che fumano e cercano un bar per una birretta, il tipo accanto a me studia una dispensa piena zeppa di formule e algoritmi, ma ha l’aria di essere un fuoricorso memorabile.
Dopo un po’ riprendo il mio giro e percorsa tutta via Po scendo per i “Murazzi” così da arrivare a livello del fiume. Mentre zigzagheggio tra torbe di cittadini che sono lì per caso, butto l’occhio sul corso d’acqua del fiume più lungo d’Italia e mi pare così torbido che fra poco potrei camminarci sopra senza che nessuno gridi al miracolo.
Così per un’associazione d’idee del tutto personale mi viene in mente una notizia letta al televideo stamattina: “Maradona sta meglio ma crede di essere Dio”.
Ora, tutto si può pensare e dire di Diego Armando Maradona, da Lanùs, sobborgo di Buenos Ajres, ma stupirci se si crede Dio proprio no.
Il noto giornalista e scrittore Gianni Brera coniò per lui la definizione di “divino scorfano” dopo averlo visto sgraziato e dalla bassa statura, ma è mondialmente più noto come El Pibe de Oro (il bimbo d'oro). Il 5 luglio del 1984, Maradona, acquistato dal Napoli alla cifra record di record di tredici miliardi e mezzo di lire (il contratto fu firmato senza che il Napoli disponesse ancora dei soldi per acquistare il giocatore, che solo in un secondo momento vennero versati dal Banco di Napoli) venne presentato ufficialmente allo stadio San Paolo ed è accolto da settantamila persone: bastarono un palleggio ed un tiro verso la porta della curva B e l'entusiasmo si trasformò in tripudio, tipo del coro «Oh Mamma mamma mamma, Oh Mamma mamma mamma, sai perché mi batte il corazon, ho visto Maradona, ho visto Maradona, e Mammà innamorato son.».
L’adorazione per il giocatore argentino è testimoniata anche dall’ "Altarino di Maradona": una piccola edicola dedicata al famoso calciatore. Si trova in via San Biagio dei Librai di fronte al largo Corpo di Napoli, poco dopo la statua al dio Nilo. L'altarino contiene una foto di Maradona nonché un suo capello conservato in una teca. Ma nella patria natia si spinsero anche più in là. A Buenos Aires alcuni fan hanno fondato la "Chiesa di Maradona." Il quarantatreesimo compleanno nel 2003 rappresentò l'inizio dell'anno 43 D.D. - "Después de Diego" o Dopo Diego - per i suoi 200 membri. Successivamente i membri sono diventati decine di migliaia attraverso il sito ufficiale della chiesa.
Persino nel cinema si sprecano i riferimenti ad un Maradona in chiave mistica; nel film Il “Mistero di Bellavista” di L. De Crescenzo uno dei protagonisti dice infatti: “San Genna' non ti crucciare, tu lo sai, ti voglio bene / Ma 'na finta 'e Maradona scioglie 'o sangue dint' 'e vene”.
La favola di Maradona ha conosciuto picchi e cadute.
Ma nell’immaginario della mia generazione rimane il giocatore di calcio più funambolico e affascinante che mai avessimo veduto. Ogni volta che uno di noi nei campetti di periferia riusciva in un gol dopo una serpentina noi lo si apostrofava con un “e chi sei Maradona?”, perché la memoria ci andava senza indugio al secondo gol del Pibe de oro all’Inghilterra ai mondiali del 1986. Vent’anni fa.
Il piccolo e povero ragazzino argentino nipote di emigranti italo-dalmati, è divenuto realmente una divinità profana. Ha segnato un solco, in cui volontariamente o meno, si sono calati tutti i calciatori delle generazioni che seguirono la sua venuta. Dei personaggi pubblici sappiamo tutto, ma non come quello che sappiamo di un calciatore. Di un calciatore sappiamo anche quando ha il raffreddore e non si allena. Ce lo dicono i giornali specializzati di sport ma anche le pagine interne dei grandi quotidiani parlano di ciò. E non è solo una questione del fatto se giochi nella Juve o nell’Inter. Anche se giochi nel Gallipoli magari un articoletto nei quotidiani locali lo riesci a rubare. Certo parlare del fatto che nell’est del Repubblica democratica del Congo la popolazione continua a vivere nella paura poichè saccheggi, abusi sessuali e rapimenti sono quotidiani, nessuno lo fa..
Ma che centra? In Congo nessuno ha segnato 361 gol in 693 partite ufficiali come Maradona…..

13 commenti:

Anonimo ha detto...

e adesso cosa c'è di tanto interessante...fantasioso nel calcio?...sembrano tutti uguali i calciatori....forse Lucarelli è un po' di diverso...però non è quel gran giocatore che fa perdere la testa...
and
www.wrong-.splinder.com

Maurone ha detto...

X And: Pensa che quando sono andato a Livorno, tre estati fa, mi sono comprato la maglia di Lucarelli... una debolezza che mi ha dato leggerezza... Il Livorno era appena tornato in A dopo almeno quarant'anni di assenza e la città era tappezzata di foto di Lucarelli esultante col pugno chiuso...

Anonimo ha detto...

Maradona con un pallone al piene pare sembrasse magico, quasi impossibile per bravura e naturalezza. Ha incarnato lo spirito di rivincita di popoli come il Napoletano e l'Argentino, accomunati dalla disperazione bisognosi di qualcosa a cui aggrapparsi.
Però per me un uomo che non sa stare al mondo non merita la minima considerazione, nemmeno se è un fenomeno planetario in uno sport. E Maradona come uomo vale pochissimo, è stupidissimo, ignorantissimo, debolissimo, uno dei peggiori esempi di esser uomini che si possa trovare in giro. E chi se ne frega se con il pallone era divino.

Anonimo ha detto...

i soldi hanno reso il calcio uno schifo..sono tifoso dell' Inter
ma la maniera in cui Moratti gioca con il denaro è vomitevole..

Nostalgia per Boninsegna, Bini Canuti..
robibandito

Anonimo ha detto...

Per effimeramente

è vero quello che dici
ma lui ha fatto del male a se stesso non agli altri

robibandito

Maurone ha detto...

X Effimeramente: più che altro Maradona mi ha sempre suggerito l'esempio di un ragazzino condannato a rimanere tale dalla spropositata fortuna incontrata dalla vita...

X Robibandito: diciamo che Cristina Sinagra avrebbe da ridire sul male fatto a se stesso e non agli altri, ma si saà chi siamo noi per dire chi è Abele e chi è Caino?
Comunque anch'io ho nostalgia dei Pulici, Graziani, Pecci, Zaccarelli, Castellini, Agroppi, Ferrini, Meroni...

Anonimo ha detto...

soprattutto non è stato capace di cavare fuori niente da tutta la ricchezza e la fama che ha avuto, e questo indica la sua povertà come uomo

Anonimo ha detto...

...uan delle rovine di Maradona, penso sia Gianni Minà...
and
www.wrong-.splinder.com

Maurone ha detto...

X Effimeramente: però... dai.. quando si è presentato con la maglietta "Stop Bush" durante il tour sudamericano del presidente usa ha guadagnato almeno un punticino...

X And: secondo me Minà ha donato un rene a Fidel per fargli vivere qualche altro mese...

Anonimo ha detto...

ti ricordi il Torino del 76?
quando mi sono appassionato di calcio il Torino era indietro di 5 punti sulla Juve poi

Torino-Roma 1-0 segna Graziani
Cesena-Juve 2-1 prima segna
Damiani poi doppietta di Bertarelli
entrambe su corner

poi il derbi
e il Torino vince 2-1
portato a 2-0


poi

Torino-Milan 2-1
e
Inter-Juve 1-0 gol di
Boninsegna

e il Toro sorpassa la Juve


io sono interista m aquell'anno me elo sono goduto...

robibandito

tEmPhE ha detto...

maradona non era divino. lo è.

se incarnare la rivincita vale poco...
maradona è fidel castro guardato negli occhi, è il napoletano che piange perchè lui s'è fatto a tal punto da finire in clinica (ma non piange per suo figlio che crepa di fame),è l'argentino che trova una scusa per altre lacrime, è non morire d'infarto nonostante i chili di coca dentro e i chili di grasso fuori, è la povertà, è la ricchezza, è la povertà di nuovo. è la coppa del mondo baciata, è la ola nelle case della povera gente.
è il cartone animato, il controsenso.
ed è stupido, ignorante, debole, peggio del peggio. proprio come un uomo. proprio come tutti.

Maurone ha detto...

X Robibandito: avevo qualche mese all'epoca dei fatti, diciamo che però mi sono informato molto, e quella annata è diventato patrimonio della mia memoria!

X Temphe: in effetti meglio lui di Del Piero e del suo uccellino...

Anonimo ha detto...

Il semble que vous soyez un expert dans ce domaine, vos remarques sont tres interessantes, merci.

- Daniel