24 aprile 2007

Memorie sessantaduenni
(a piedi fermi)


Scrivere qualcosa sul 25 Aprile che sia sensato, non retorico, senza cadere nel revisionismo e che aiuti alla memoria collettiva non è poi semplice. Lo dico perché dopo 62 anni da quella data mi piacerebbe che la si consideri per quello che è. La fine ufficiale della guerra, l’inizio di un periodo di speranze, unità e rinascita nazionale che s’interruppe nel 1948 allorchè, De Gasperi, scaricata la sinistra e vinto delle elezioni in un clima tesissimo, diede inizio alla lunga stagione del potere della DC.
So che donne e uomini, giovani e maturi, borghesi e proletari, colti e non, rivoluzionari e conservatori, parteciparono alla Resistenza per sconfiggere il Nazifascismo e porre fine alla loro dominazione in Italia e alla sciagurata guerra che avevano dichiarato in preda a visioni di dominio planetario di stampo esoterico, rurale e nazionalpopolare (giuro che non sto parlando di Studio Aperto).
C’è stata una guerra civile. Dopo sessantadue anni non perdiamo ancora l’abitudine a dividerci in fazioni: destra e sinistra, cattolici e laici, orgogliosamente diversi e orgogliosamente conformi, alternativi e tamarri, Coppi e Bartali, settentrionali e terroni, per i diritti degl’italiani ed per i diritti degli extracomunitari, istituzionali e antagonisti, capelli lunghi e teste rasate, tu e io.
Eppure, cessate le scariche di mitra (comprese quelle fuori tempo massimo), andati fuori dalle scatole i Savoia, proclamata la Repubblica, riaperti i cinema e riallacciati gli acquedotti, un’altra cosa buona è stata fatta prima del ’48.
È la costituzione.
Un compendio di diritto all’avanguardia. Così nuovo che, quel testo redatto dai padri della moderna patria, pare non sia quasi mai stato sfogliato da nessuno in questi anni. E a dire la verità sembra proprio così. Eppure la costituzione rappresentava, negli ideali di chi aveva chiesto all’indomani della liberazione la sua Costituente, “l’altro passo”. Con l’insurrezione e la Liberazione un passo era stato fatto. Si trattava di farne un altro. Poi il cammino per l’uguaglianza sarebbe venuto da sé. Ed invece si è rimasti sostanzialmente a piedi fermi.
A fare strada in questo paese è stata la Mafia, la collusione fra politica e poteri forti, il bisogno di riscrivere la storia per mettere sullo stesso piano Partigiani e repubblichini, il disimpegno dalla cosa pubblica, voglia di apparire, nani e ballerine, programmi tv serali, venditori di ciarpame, surrogati dei sentimenti e tanto altro che piace a tanti.
Una penultima cosa (eh sì…). Esistono targhe, lapidi, monumenti, insegne di vie che ricordano persone cadute durante la Resistenza. Leggete i loro nomi. Poi andate sul sito
www.anpi.it e cercate sul link “donne e uomini della resistenza” la storia della persona a cui è intitolato l’epitaffio che avete letto. È un esercizio di memoria. Serve.
Un ultima cosa (quasi finito lo giuro). Un testo di una canzone. È dell’attore Marco Paolini e dei Mercanti di Liquore. Si chiama “sette fratelli” ed è dedicata ai fratelli Cervi.

C'erano sette fratelli
che andavano per il mondo:
sei erano sempre allegri,
il settimo sempre giocondo.

Sei andavano a piedi
perché non avevano fretta,
il settimo invece perché
non aveva la bicicletta.

La leggenda dirà
dell'ultima battaglia:
dove cantò la cicala
abbaia la mitraglia.
Una muta di cani
la notte ha circondata,
il fumo lecca i muri
della casa incendiata.
Ma quando li portarono
alla crudele morte,
non eri tu, fucile,
il più fermo, il più forte.
C'erano sette fratelli
che andavano per il mondo:
sei erano sempre allegri,
il settimo sempre giocondo.

Sei andavano a piedi
perché non avevano fretta,
il settimo invece perché
non aveva la bicicletta.
Nella nebbia dell'alba
si nascosero i cani,
e chiusero gli occhi
per non vedersi le mani.
Negli occhi dei sette Cervi
l'aurora si specchiò,
dagli occhi fucilati
il sole si levò.

Vecchio, tenero padre,
olmo dai sette rami,
nella vuota prigione
per nome ancora li chiami,


C'erano sette fratelli
che andavano per il mondo:
sei erano sempre allegri,
il settimo sempre giocondo.
Sei andavano a piedi
perché non avevano fretta,
il settimo invece perché
non aveva la bicicletta.
E a notte fra le sbarre
fin dove soffia il vento
intatte vedi splendere
sette stelle d'argento.
Sette stelle dell'Orsa
come sette sorelle.


I cani non potranno
fucilare le stelle.
Sette stelle dell'Orsa
come sette sorelle.
I cani non potranno
fucilare le stelle.


12 commenti:

Anonimo ha detto...

Sul 25 non aggiungo altro.

Per quanto riguarda la canzone, invece..
Adoro Paolini.
Adoro i Mercanti.

P.S. sei andato a vederli a teatro?

Anonimo ha detto...

che cosa stai leggendo?

rob.

Maurone ha detto...

X Marea: sì certo, circa tre anni fa a Chieri, un paese oltre la collina torinese, ed infatti eseguirono proprio questa canzone, contenuta nell'album "sputi".

X Rob: "l'isola di Arturo" della Morante, un classico che non avevo ancora letto, il proprblema è che ultimamente faccio fatica a leggere almeno 50 pagine la settimana....

Anonimo ha detto...

che bello questo testo.
In giornate come questa dobbiamo assistere alle solite sfilate di politici che si riempiono la bocca di belle parole ispirate alla ricorrenza, tutti che si richiamano ai caduti per la libertà (pure Fini! bleah!) e invece è proprio grazie a loro che la Democrazia, per cui quelli morirono, è ora ridotta a una barzelletta nel nostro paese.

Anonimo ha detto...

bello sì quello che scrivi, bello quello che hai in testa.
collaboro con la sezione ocale del'ANPI per alcuni motivi di lavoro.
il ricordo, l'atto del tramandare sono cosa preziosissima

e la Morante scriveva benissimo

buona serata carissimo, buona serata

nina

Anonimo ha detto...

...nelle ricorrenze, nelle celebrazioni, si annida il seme del ritorno del vecchio...la vita quotidiana sembra essersi così allontanata dai desideri di quegli anni...valori come la condivisione, la solidarietà, l'aiuto....sono dimenticati....sviliti....derisi....
and
www.wrong-.splinder.com

Maurone ha detto...

X Effimeramente: forse alle commemorazioni dovrebbero parlare meno i politici e di più i cittadini....

X Nina: bene bene!!!! Purtroppo dietro casa mia c'è una sezione dell'anpi che è stata imbrattata da estremisti di destra la scorsa notte... white soldirs si sono fermati... con l'ennesima croce celtica... brutte cose.. pornografia...

X And: resistiamo all'oblio!!! Una frase che non deve essere solo uno slogan!!!!

Anonimo ha detto...

E la libertà diventa un segno di croce automatizzato, come cantano i Subsonica

Anonimo ha detto...

....resistere all'oblio significa continuare a tramandare vivendo al meglio la propria vita....liberi...mai a testa chiana e con la paura di esprimersi...
and
www.wrong-.splinder.com

Anonimo ha detto...

..a Chieri.. dove sono nato nel 1963
rob.

Vale ha detto...

E'stato bello festeggiare il 25 aprile a casa dei Fratelli Cervi...

Anonimo ha detto...

buonaserata

nina