17 novembre 2006

Memorie da una manifestazione

Oggi quando sono arrivato in piazza Albarello vedo una folta schiera di ragazzini intorno ad un paio di camion che faranno da sound system, dagli altoparlanti si sentono già le note dei Punkreas che cantano i benefici della cannabis, ma per raggiungerli devo oltrepassare il tramezzo dei celerini, che si scambiano commenti e sguardi verso chi arriva al concentramento della manifestazione. Ma oggi si limiteranno a fare da cornice. Oltrepassando gli studenti medi, incontro lo “spezzone sociale” degli antagonisti e degli squatters, vedo Rosy appoggiata ad un lampione e le faccio un saluto, lei mi risponde un po’ distratta mentre chiacchiera con aria stanca con un suo amico, un passo e gli attivisti “NoTav” mi sono annunciati da Andrea e Paola con le loro inmanchevoli bici coperte di adesivi antiglobalizzazione, ci scambiamo pacche sulle schiena e mi faccio ragguagliare sullo stato della sezione Torinese di Emergency, di cui loro sono la mente organizzativa e telematica. Arrivo finalmente alla testa del corteo che si sta ancora costituendo. Le varie sigle del sindacalismo di base, Cub, Cobas, Usi, Sin.Cobas, R.d.B., si contano e si distribuiscono bandiere e striscioni. Finalmente vedo Stefano e gli appoggio una mano sulla spalla, ci salutiamo, scambiamo alcune chiacchere, m’informo sulla solidità di una cooperativa che ha assunto una mia amica a tempo determinato e la ha inquadrata come socialavoratrice, pare che ci si può fidare, ci chiediamo dove sono Marco e Riccardo. Il primo spunta dopo un quarto d’ora con fidanzata e bandiere del sindacato e me ne affida una (di bandiera s’intende). Non lo vedrò più e così mi porterò i colori della mia confederazione fino al mio ritorno a casa. Sono le 9.43 quando il corteo parte; io mi faccio un paio di giri per tutta la lunghezza del serpentone, per farmi un’idea del numero di partecipanti, non sono bravo in questi calcoli, ma mi pare che in tutti siamo in 1500, non male per i precedenti. Vedo Luchino con gli anarchici, vorrei fargli gli auguri per essere diventato papà da poco, ma mi si para davanti Riccardo che mi chiede dove mi fossi cacciato fino a quel momento…. Io invece gli chiedo se mi ha portato una maglietta di “Radio Black Out”, ma niente da fare si è dimenticato. Peccato ci tenevo. Risaliamo il corteo e con un sorriso felice Vito mi tende una mano e il giornale del suo nuovo partito, quello del Partito Comunista del Lavoratori, costo 2 Euro, a lui non posso dire di no, è il nonno che non ho mai conosciuto, mi racconta che alla manifestazione di sabato per i diritti del popolo palestinese che si terrà a Roma le Ferrovie non hanno accordato il prezzo ribassato alle delegazioni che vogliono raggiungere la capitale con i treni, la colpa, per Vito, è delle pressioni di Margherita, comunità ebraica, Libero e…. Sandro Curzi, perché Rifondazione ha puntato tutto per la più ecumenica manifestazione di Milano in cui, con le altre forze dell’Unione, si chiede la pace Israelo-Palestinese attraverso la formula “2 popoli-2 Stati”. Forse quella di Vito è fantapolitica. O forse no.
La manifestazione continua così tra chiacchiere tra amici che s’incrociano, con la rituale domanda: “ma che ne pensi della finanziaria?”, le risposte variano dal “fa schifo” a “governo amico un paio di cogl..ni!”, ma ho sentito anche dei “non è tutta da buttare, solo il 90%”, e “… pensa se fosse rimasto Berlusconi?!”. In via XX Settembre Gippò mi annuncia che domani andrà a Parigi per studio, beato lui! Ma mi assicura che torna fra un mese, in tempo per il Natale.
Dina e Gianfranco condividono con me lo stile nomade di chi va giù e su per il corteo. Tra poche settimane il loro contratto di lavoro non sarà rinnovato all’Istituto di Riposo in cui operano, ormai neanche nel pubblico c’è la sicurezza del posto fisso, si vede che sono amareggiati, ma non riescono a non essere tristi, o forse Gianfranco approfitta della cosa per evitare il discorso matrimonio?
Lo stuolo delle tipologie di precari è considerevole, ma oggi spiccano alcune categorie… “atipiche”, ci sono: vigili del fuoco, operatori della Croce Rossa, impiegati dell’Università.
Una volta non s’immaginavano che certe categorie potessero subire la flessibilità del mercato del lavoro, invece ora non ci sono più isole felici, e con le leggi sulla privatizzazione dei servizi, tutto può precipitare.
Arriviamo in piazza Castello. Comizi. Saluti. Appuntamenti per le prossime riunione ed iniziative.
Rivedo Stefano, mi dice che eravamo in 3500. Non male. La prossima volta facciamo venire gli altri 994000 torinesi che non sono venuti!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

cavoli! sarei venuta anche io! non ho mai partecipato ad una manifestazione, credo mi sentirei un pesciolino fuor d'acqua, ma forse ogni tanto dare forma concreta alla propria amrezza e al proprio disagio può far bene

Goccia ha detto...

vado di fretta e posso solo rispondere al commento che mi hai lasciato tu non potendo leggere il tuo ultimo post: probabilmente non vivendoci (a napoli) certe cose non posso capirle, ma probabilmente cercherei di uscirne con tutte le mie forze,scegliendo un percorso diverso e altrettando difficile.. sara' pure miseria e nobilta' ma quello che appare è solo miseria.

Goccia ha detto...

vado di fretta e posso solo rispondere al commento che mi hai lasciato tu non potendo leggere il tuo ultimo post: probabilmente non vivendoci (a napoli) certe cose non posso capirle, ma probabilmente cercherei di uscirne con tutte le mie forze,scegliendo un percorso diverso e altrettando difficile.. sara' pure miseria e nobilta' ma quello che appare è solo miseria.

Vale ha detto...

Ah, mi mancano le manifestazioni!

Anonimo ha detto...

sguardo che fisso è sguardo che finge, una maschera che cela la tua mano che trema, il tempo di uno sguardo il muro che lo ferma non è fatto di mattone ma solo di tensione.... era la strofa di una nostra canzone quando io e altri tre fratelli suonavamo crossover nei cs di milano, peccato che io e te non ci conosciamo...peccato davvero.. gio'