01 maggio 2007

Primo maggio



Ricordo bene una delle prime manifestazioni del primo maggio a cui sono andato da solo, intendo senza i miei genitori, non fu neanche tanti anni fa. Doveva essere il 1997. M’incontrai con Flavio davanti all’università. Era tirato a lucido. Barba rasata, capello cortissimo. Polo rossa sotto una giacca scura, jeans nero che forse la madre gli aveva stirato al mattino. Aveva occhiali scuri e il Manifesto in una mano. Era di buon umore. Mi parlava come sempre della sua prossima tesi in storia contemporanea. Si era impuntato sulla svolta della Bolognina, ne voleva fare una critica piuttosto severa vista dalla base, come una inquadratura di costume. Gli chiesi dove fosse Silvia la sua fidanzata. Mi rispose qualcosa che non ricordo ora. Ma era contento che ci fossi io con lui. Andammo in testa al corteo con i partigiani dell’Anpi. Una ragazza dall’accento lombardo ci offrì delle coccarde rosse. Noi ce le facemmo appuntare al petto con un sorriso più galante che solidale. Fu lui ad allungarle un paio di mille lire come contributo. Perché lui lavorava. O meglio lavorava abitualmente in una piscina come insegnante di nuoto, aveva quasi circa sette-otto anni in più di me. Io ancora non sapevo che pesci pigliare dalla mia vita, mi ero da poco iscritto all’università, grazie ai soldi che un’assicurazione mi aveva dato dopo un tamponamento di quasi due anni prima.
Avevo conosciuto Flavio per vie traverse qualche mese prima. Mi era simpatico, ogni tanto era un po’ nichilista, ma io sapevo non esserlo di meno. Parlavamo di storia, politica e del Toro. Lui era un ragazzo della curva Maratona e mi raccontava con dovizia di particolari dei suoi anni passati tra cori e scontri con le altre tifoserie, ogni tanto anche delle partite.
Poi un giorno mi mise alla prova. Eravamo nel cortile delle aule studio, fumavamo una sigaretta distratti. Cominciò allora a parlarmi di quando si faceva, di quando scappava dalle comunità di recupero dove i suoi genitori provavano a fargli fare dei cammini per tirarsi fuori dai guai. Mi parlò di quando rubava. Di come aveva dovuto dire addio alla carriera agonistica di nuotatore nonostante fosse stato ai vertici nazionali. Da un certo aspetto non me l’aspettavo che me ne parlasse così spontaneamente, dall’altro mi stupivo meno del necessario, perché ero comunque cresciuto in un quartiere dove queste storie sono in molte a raccontartele se vuoi. Comunque per me non era un problema. Mi fece capire che conoscere Silvia lo aveva aiutato, che con lei si era pulito e appena presa la laurea si sarebbero anche sposati. “Una donna ti può salvare la vita , sai?”, così mi diceva e io sorridevo perché ai tempi la mia vita sentimentale viveva in luogo dove le soddisfazioni erano poche e le prese per il culo tante…… ma questa è un’altra storia.
Così quel primo maggio lo passammo insieme. Ricordo la nostra emozione nel vedere questi anziani partigiani cantare e stringersi per mano a pochi passi da noi. Ci ritrovammo a pensare insieme che se vivi in modo coerente con i tuoi ideali ogni giorno è l’alba di un giorno felice. Magari eravamo un po’ suggestionati.
Io e Flavio ci frequentammo ancora molto. Poi lui sparì. Anche Silvia.
Una sera ero fuori da un cinema a fare la fila per vedere un film di Quentin Tarantino. Lo intravidi e sicuro andai verso di lui per salutarlo. Lui contraccambiò con un aria un po’ indifferente la mia cortesia. Aveva il volto stanco e triste. Capìi che qualcosa era successo. Mi congedai da lui per non essere invasivo, ma lui ebbe un moto improvviso e mentre già indietreggiavo mi prese il braccio, ma senza stringermi, mi chiese allora se avevo visto Silvia recentemente. Risposi di no tradendo un po’ di sorpresa. Flavio mi disse che si erano lasciati, ma che faceva fatica a mettersi in contatto con lei, voleva sapere se frequentasse ancora il giro universitario, ma io gli risposi che non la vedevo da quando non vedevo lui. Si scusò e tornai verso la fila dove due miei amici mi aspettavano.
Non seppi più niente di lui per qualche mese. Lo volevo ricontattare con la scusa di farmi ridare un libro. Ma una sera una mia compagna della squadra mista di pallavolo che lo conosceva mi disse che lui non era più. Che aveva fatto un salto. Che aveva salutato così la commedia. Aveva scoperto che Silvia lo aveva lasciato per mettersi col suo migliore amico. Non aveva resistito alla cosa.
Ogni tanto passo dov’è ora. Gli racconto di quello che faccio, del Toro e della politica. Lo saluto. Tanto ci si rivedrà da qualche parte, in qualche modo.


Così ogni anno torno alla manifestazione del primo maggio, quasi sempre in bici, compro Il Manifesto, cerco lo spezzone dell’Anpi, faccio qualche passo con loro, mi faccio appuntare al petto una coccarda rossa da qualche ragazza con un bel sorriso e poi me ne vado su e giù lungo il serpentone a salutare chi conosco e a parlare di politica, lavoro e se scappa anche del Toro. Fondamentalmente passo una bella mattinata.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

che storia dolorosa...
dov' è sepolto?
rob.

Anonimo ha detto...

dolore....ti faccio gli auguri in riatrdo...per una bellissima festa del non lavoro.......è da lì che bisogna ripartire....il lavoro è dolore.
and
www.wrong-.splinder.com

Maurone ha detto...

X Rob: dolore sì, ma sai... molto di quello che faccio ora lo devo a Flavio e al modo in cui lui mi ha aperto gli occhi sul certi aspetti della vita, del mondo, della realtà.... è sepolto , guarda caso, a poche centinaia di metri da dove lavoro io...

X And: non a caso ho incontrato diverse persone ieri che mi parlano del loro essere precario, e della assoluta impossibilità a prospettare niente di solido nella loro vita, per molti di loro si tratta di ringraziare la famiglia che anncora li ospita e copre molte spese.... e comunque i tanti decantati big del sindacato, governo e politica presenti ieri al corteo di Torino se lo sono beccato qualche cordiale 'fanculo!, altrochè....

Anonimo ha detto...

che storia triste :( Una donna ti può salvare la vita, ma a quanto pare te la toglie pure, se la lasci solo nelle sue mani...

Maurone ha detto...

Non mi sento di colpevolizzare. Il destino e i sentimenti seguono cammini difficili da interpretare. Possiamo essere molto fragili, e a volte non c'è colla per rimettere tutti i pezzi insieme.

Anonimo ha detto...

Davvero una storia triste...
Concordo con effimera_mente: bisogna contare sempre prima di tutto in se stessi. L'appoggio esterno è importante, ma solo dopo...

Un saluto,
Illy

Anonimo ha detto...

la fragilità
spezzarsi
interomprsi

basta così poco

nina

dario ha detto...

è una storia triste...
e il tuo modo di raccontarla, maurone, mi ha fatto venire i brividi (nel senso positivo, mi ha emozionato..)...ma non mi ha emozionato solo il momento cruciale, della scoperta della fine del tuo amico...ma anche sentirti raccontare del primo maggio..

il primo maggio mi emoziona...

io l'ho passato a milano, sfilando insieme a migliaia di persone all'Euromayday, con tutti i precari e gli stagisti come me...

lo so è una manifestazione che in un attimo si trasforma nel pretesto per fare festa, bere e ballare e molta gente è li solo per quello..ma l'importante è esserci, in tanti, per far sentire la propria voce, unite a tante voci come a tua...a non perdere la speranza, che un giorno, qualcosa possa andare diversamente...

Anonimo ha detto...

il mio non era un giudizio, era una constatazione, son cose che succedono, circostanze delle vite di due persone che procedono per somme e sottrazioni...

Maurone ha detto...

X illimus: carissimo!!! Da quanto tempo... certo bisogna credere molto in se stessi, ma mi piace credere che non siamo isole a se stessi, almeno un arcipelago comunicante!!!!!

X Nina: davvero basta a volte meno di quanto si pensi...

X Dario: come aderente Cub avrei dovuto venire anch'io a Milano, ma ho finito tardissimo tra un saluto e l'altro già a Torino, mi organizzerò meglio la prossima volta!

X Effimeramente: già come constatazione nulla da ridire. Hai proprio ragione, sulla storia di somme e sottrazioni, a volte pure si moltiplica e... ci si divide. La vita è aritmetica di emozioni ed esperienze.

Anonimo ha detto...

vieni a vedere i Perturbazione domani all'Hiroshima?

Maurone ha detto...

AL 98% non credo di farcela... servo in famiglia, per i miei genitori... come al solito mi dovrò immergere nei tuoi racconti, per sembrare di essere stato lì anch'io....

Anonimo ha detto...

bello avere i genitori
mi mancano tanto
tienteli stretti, maurone,
amali da morire
sempre e comunque
anche se a volte costringono a dele rinunce

un bacio

nina

Anonimo ha detto...

Ciao mio caro maurone...
come va??ti lascio un bacio
bianconiglio

(abbasso le manifestazioni)

Anonimo ha detto...

mi ero limitata per la prima volta al titolo...è la prima volta che non leggo il post per intero...poi ho voluto leggere,non ostante abbia da fare troppo...
e leggendo il tuo post sn scivolata sulle parole dolci e velenose.
una storia dal sapore di "Radiofreccia"...l'amore sa far ammazzare,ed io ne sono la prova vivente.

rabbitwhite

Vale ha detto...

Quando manifesto / manifestavo mi sento parte di qualosa di grande. Mi sento qualcuno...

Anonimo ha detto...

...era uno sfogo...dallo stomaco....ma tenendo ben presente i discoesi che ho in testa....sui modena ti ho risposto sul blog...non arrabbiarti per il sindacato....cubbino...ahaha--
ogni tanto piace sorridere anche a me.
and
www.wrong-.splinder.com

Maurone ha detto...

X Nina: nonostante siano più le volte che siamo in disaccordo che quelle 9n cui siamo d'accordo, i miei mi commuovono tanto, e tanto gli devo nella vita.

X Jean: un tuo bacio mi scioglie sempre.... comunque credo che le manifestazioni servono per dimostrare ed affermare l'esistenza di alcuni temi dietro ai quali stanno persone con le loro storie, e tra l'altro mi permettono di salutare un sacco di persone che a volte vedo pochissimo, a me piace un sacco salutare...

X Stellavale: d'accordo, ma tu sei qualcuno sempre!

X And: mi dovrai spiegare qualcosina, ma ci sarà tempo, modo e attenzione... nessun problema... Cubbino mi fa sorridere... :-)