02 agosto 2007

2 Agosto 1980, ore 10.25, Stazione ferroviaria di Bologna.



Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo delle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe dove si trovavano gli uffici dell'azienda di ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario.

Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città diverse italiane e straniere. Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti. (testimonianze di Biacchesi e da "Il giorno"). La violenza colpì alla cieca cancellando a casaccio vite, sogni, speranze.

Maria Fresu si trovava nella sala della bomba con la figlia Angela di tre anni. Stavano partendo con due amiche per una breve vacanza sul lago di Garda. Il corpicino della piccola, la più giovane delle vittime, venne ritrovato subito. Solo il 29 dicembre furono riconosciuti i resti della madre.

Marina Trolese, 16 anni, venne ricoverata all'ospedale Maggiore, il corpo devastato dalle ustioni. Con la sorella Chiara, 15 anni, era in partenza per l'Inghilterra. Le avevano accompagnate il fratello Andrea, e la madre Anna Maria Salvagnini. Il corpo di quest'ultima venne ritrovato dopo ore di scavo tra le macerie. Andrea e Chiara portano ancora sul corpo e nell'anima i segni dello scoppio. Marina morì dieci giorni dopo l'esplosione tra atroci sofferenze.

Torquato Secci, impiegato alla Snia di Terni, venne allertato dalla telefonata di un amico del figlio Sergio, Ferruccio, che si trovava a Verona. Sergio lo aveva informato che a causa del ritardo del treno sul quale viaggiava, proveniente dalla Toscana, aveva perso una coincidenza a Bologna e aveva dovuto aspettare il treno successivo. Poi non ne aveva più saputo nulla. Solo il giorno successivo, telefonando all'Ufficio assistenza del Comune di Bologna, Secci scoprì che suo figlio era ricoverato al reparto Rianimazione dell'ospedale Maggiore."Mi venne incontro un giovane medico, che con molta calma cercò di prepararmi alla visione che da lì a poco mi avrebbe fatto inorridire", ha scritto Secci, "la visione era talmente brutale e agghiacciante che mi lasciò senza fiato. Solo dopo un po' mi ripresi e riuscii a dire solo poche e incoraggianti parole accolte da Sergio con l'evidente, espressa consapevolezza di chi, purtroppo teme di non poter subire le conseguenze di tutte le menomazioni e lacerazioni che tanto erano evidenti sul suo corpo". Nel 1981 Torquato Secci diventò presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage.

La città si trasformò in una gigantesca macchina di soccorso e assistenza per le vittime, i sopravvissuti e i loro parenti. I vigili del fuoco dirottarono sulla stazione un autobus, il numero 37, che si trasformò in un carro funebre. E' lì che vennero deposti e coperti da lenzuola bianche i primi corpi estratti dalle macerie. Alle 17,30, il presidente della Repubblica Sandro Pertini arrivò in elicottero all'aeroporto di Borgo Panigale e si precipitò all'ospedale Maggiore dove era stata allestita una delle tre camere mortuarie. Per poche ore era circolata l'ipotesi che la strage fosse stata provocata dall'esplosione di una caldaia ma, quando il presidente arrivò a Bologna, era già stato trovato il cratere provocato da una bomba. Incontrando i giornalisti Pertini non nasconse lo sgomento: "Signori, non ho parole" disse,"siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".

Ancora prima dei funerali, fissati per il 6 agosto, si svolsero manifestazioni in Piazza Maggiore a testimonianza delle immediate reazioni della città. Il giorno fissato per la cerimonia funebre nella basilica di San Petronio, si mescolano in piazza rabbia e dolore. Solo 7 vittime ebbero il funerale di stato.

Il 17 agosto "l'Espresso" uscì con un numero speciale sulla strage.In copertina un quadro a cui Guttuso ha dato lo stesso titolo che Francisco Goya aveva scelto per uno dei suoi 16 Capricci: "Il sonno della ragione genera mostri". Guttuso ha solo aggiunto una data: 2 agosto 1980.

Cominciò una delle indagini più difficili della storia giudiziaria italiana. Fatta d'innumerevoli depistaggi.

Nelle udienze pubbliche del 22-23 Novembre 1995 la Corte Suprema di Cassazione a Sezioni Unite Penali ha definitivamente condannato all'ergastolo, per la strage del 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Inoltre sono stati condannati, pure definitivamente, per il depistaggio delle indagini, i massoni Licio Gelli, Francesco Pazienza, il generale Musumeci e il colonnello Belmonte, questi ultimi due, ufficiali del servizio segreto militare. Dopo 15 anni la strage di Bologna ha i suoi primi responsabili.

Il 9 giugno 2000 la Corte d'Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: nove anni di reclusione per Massimo Carminati, estremista di destra, e quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e Ivano Bongiovanni, delinquente comune.
Eventuali mandanti della strage non sono mai stati scoperti.
Ultimo imputato per la strage è Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007. Anche lui continua a dichiararsi innocente.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

io vado tutti gli anni a Bologna. Una volta, solo per caso, lo sguardo mi è caduto su delle foto appese nella sala d'attesa: erano le foto della strage. Quasi incredula mi sono guardata attorno ed ho pensato: "è stato qui!" Nella mia memoria era un luogo dentro la televisione, mica reale. Ma adesso, vedendo i filmati dell'epoca, riconosco un posto dove sono transitata tante volte e questo rende tutto più vicino, più vivo e più reale.
Sembrava incredibile che qualcuno avesse potuto pensare di ammazzare tanta gente in un paese non in guerra...
Adesso in Iraq tante vittime quante quelle di Bologna si contano OGNI GIORNO.

Anonimo ha detto...

...ero nato da un anno...avevo cominciato a camminare...mia madre dice che mio padre pianse per ore...sono legato sentimentalmente alla strage di piazza fontanaa milano....per tanti motivi...personali...per mio padre che lo legarono a roma, in caserma, durante l'anno di leva, per non farlo tornare a casa.....

bocca scriveva sul venerdì "se il tempo è la prima notizia e la camorra..."

questo è un paese di poca memoria.
poca attenzione....
poca storia.

i mandanti sono chiari...ma nessuno ne può parlare.

and
www.wrong-.splinder.com

Maurone ha detto...

X Efffimeramente: la stategia del terrore, della tensione, è questa l'essenza della democrazia occidentale? Quella che vogliamo esportare nel medio-oriente?

X and: le tribune sono piene di politici, giornalisti, magistrati, inquirenti che hanno da dire qualcosa sui mandanti: Palestinesi, cia, mossad, trame nere, trame golpiste. Ma se la memoria tende a sbiadirsi, chi gli e lo andrà a spiegare ai ragazzotti con i cappellini firmati che fanno la posta nei centri delle nostre città, tanto annoiati, tanto ignoranti?

Anonimo ha detto...

a Barge è nato un prete che lavorava a Torino
lo conosci?
sua sorella aveva un negozio di vestiti al paese..

lo conosci? si chiama
Don Renaro Re

Maurone ha detto...

No, Barge mi è familiare perchè vi era sfollato mio padre in tempo di guerra.

Anonimo ha detto...

mai dimenticare..... sei un grande maurone..sei un grande... gio'

Maurone ha detto...

Già.... mai dimenticare... se no come si olia una memoria?

Anonimo ha detto...

ma si troverannno gli esecutori?
rob.

Maurone ha detto...

Come esecutori materiali, cioè chi materialmente piazzò la bomba, sono già stati condannati Fioravanti, Mambro e Ciavardini, come riportato nel post, ma la casella dei mandanti è quella ancora vuota....

Anonimo ha detto...

ti dirò che non mi convince cioè non credo siano stati loro due
..

Anonimo ha detto...

bel post...in merito all'argomento ti consiglio anche questo:
http://alicesu.splinder.com/post/13319735/Per+non+dimenticare.
ciao

giuy ha detto...

mi associo a stone, che ti consiglia il post di alicesu :)
Anche io capito spesso alla stazione di Bologna ed è inutile descrivere l'orrore che si prova. Bisognerebbe parlarne di più e ricordare certe stragi un po' più spesso. Quell'angolo da solo non basta.

Sui colpevoli...non son sicura che siano stati loro. C'è qualcosa che sembra non tornare...c'è sempre quella sensazione che dietro ci sia una cosa molto più grande di quella che vogliono farci credere.