15 ottobre 2006

Il rito della Domenica

Una prima buona notizia è che il TORO è finalmente tornato a vincere. È che diamine! Il primo anno che mi ero finalmente deciso a fare l’abbonamento…. avevo visto fin’ora un pareggio e due sconfitte nel nostro stadio. Un giorno cercherò di spiegare bene che cosa vuol dire avere il virus Granata. Una di quelle malattie che almeno una volta alla settimana ti porta via dagli affetti familiari per assistere per un’ora e mezza alla corsa di ventidue uomini (arbitri e guardalinee non meritano di essere menzionati, nonostante siano decisivi per lo spettacolo….) dietro a un pallone, il quale, impudico, si fa sbatacchiare allegro e imprevedibile per un rettangolo d’erba, croce e delizia dei tifosi, i quali cantano, urlano, imprecano, soffrono e gioiscono dimenticando ogni classe sociale d’appartenenza, credo religioso (ahimè quello politico no), e qualsiasi regola di bon ton appresa nella propria vita.
È un rito che ha il suo fascino, almeno per un ragazzo di periferia come me. Se gli togli il calcio gli togli un bel pezzo d’identità e il mezzo di socializzazione che lo fa sentire compreso dai suoi simili.
A proposito di riti, stamani ne avevo perpetrato un altro di non meno valore: la domenica mattina all’Ikea!! La giornata, infatti, era iniziata subito proficua, dopo una buona colazione, io e mia moglie ci siamo diretti alla volta del più famoso emporio di mobilia di nazionalità svedese… e con nostro stupore vi ci abbiamo trovato diverse centinaia di altre persone (tra gente che arrivava, usciva, comprava e curiosava) che avevano avuto la nostra stessa idea. Un gran popolo votato alla semplicità delle forme geometriche (si sa che i designer di ikea quasi non conoscono la tridimensionalità…), al più semplice fai da te (pare che per essere sicuri che le spiegazioni siano facili a comprendersi le facciano leggere prima a Flavia Vento, se le capisce lei allora tutto è a posto) e, ovviamente, all’ economia dei costi arredativi (con quello che spendi per una cucina ikea di solito ci compri una maniglia da Aiazzone). Morale abbiamo acquistato un mobiletto porta cd (granata ovviamente), una cesta per i giornali, una pianta di orchidee e un paio di altri oggettini che ti rendono un po’ più utili e comodi gli spazi.
Molto importante: Mi hanno riferito che l’ikea usa, in maniera non etica, il lavoro dei detenuti per realizzare i suoi mobili. Ma non sono in possesso di notizie dettagliate. Se qualcuno è un po’ più informato può lasciare un commento in cui mi e ci rende consapevoli della politica di gestione del lavoro di Ikea. Fosse per me comprerei tutto nei negozi equosolidali per andare sul tranquillo (tra l’altro lo stile estetico è quello che preferisco), ma la mia disponibilità finanziaria mi permette pochi e oculati investimenti, perciò forse un po’ cedo alla grande distribuzione. Contraddizioni di questo secolo: anche l’acquisto etico è classista in quanto te lo puoi permettere solo se hai una buona disponiblità di denaro….
Chiudo la giornata con l’ennesimo rito: la visione di “Report”. Guarda caso stasera si parla proprio della “Strage di Linate” cui avevo dedicato un post domenica scorsa. L’informazione, come la memoria, non è mai davvero troppa.
Vi auguro di chiudere bene questa settimana e d’iniziarla un’altra domani che ci faccia sentire VIVI! E comunque Forza Toro!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

io vorrei avere una casa per poter andare all'Ikea e svaligiarla. Non perchè abbiano delle cose particolarmente belle, ma per il piacere di arredarmi una casa.

Ti ho linkato. Cioè, ti ho linkato giusto... :)

tEmPhE ha detto...

Non dare i tuoi soldi ad un nazista
Solo recentemente Ingvar Kamprad, boss, proprietario, fondatore etc. etc. di IKEA ha (immaginiamo per motivi di marketing globale) fatto ammenda del suo credo nazista... cosa che non è mai stata un segreto per nessuno.
Vedi ad esempio questo profilo di Ingvar Kamprad redatto da BBC.
"It was she [la madre] who infected the young Ingvar with enthusiasm for Adolf Hitler, whose seizure of her Sudeten homeland she regarded as liberation. Kamprad recently apologised for this youthful aberration."
Oppure alcune note dell'Observer: "Kamprad himself was an enthusiastic Nazi sympathiser, though he now calls this youthful folly".
Nello stesso articolo di BBC, ma anche su Forbes si parla inoltre del fatto che oggi il buon Ingvar Kamprad (MULTImiliardario 2.6 miliardi di dollari secondo Forbes) vive in Svizzera per non pagare le tasse, che brav'uomo.



Ti mando solo questo, per ora.
Penso possa bastare.
...ma posso trovare facilmente altro.
...tibbacio.

Anonimo ha detto...

Il mio rito della domenica è il pane fatto da me...

Maurone ha detto...

Alla faccia della socialdemocrazia solidarisica scandinava!!!!!
Comunque cercherò d'informarmi anch'io